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Solfato.

Chim. - Termine con il quale vengono indicati i sali e gli esteri dell'acido solforico. I sali, di formula generale Me2SO4 (ove Me rappresenta un metallo monovalente), si preparano industrialmente neutralizzando l'acido solforico con ossidi, idrossidi, carbonati metallici o per ossidazione diretta dei solfuri corrispondenti. Essendo biprotico, l'acido solforico può dare origine a s. neutri, privi di ioni idrogeno, come per esempio il s. di sodio (Na2SO4), a s. acidi, altrimenti detti idrogenosolfati o bisolfati, contenenti un atomo di idrogeno acido, come il s. acido di sodio (NaHSO4), a s. basici, detti anche idrossosolfati, contenenti un eccesso di ossido metallico, come il s. basico di mercurio, di alluminio, di bismuto, e ai pirosolfati o disolfati. I s. generalmente sono solidi cristallini, spesso idratati, solubili in acqua e presenti in natura sotto forma di minerali; in base alla loro genesi possono essere suddivisi in quattro gruppi: s. di origine idrotermale (baritina, o s. di bario), s. depositatisi per evaporazione di acque marine e più raramente lacustri (gesso, o s. di calcio biidrato), s. legati all'ossidazione atmosferica di solfuri e alla conseguente circolazione di acque acide per acido solforico libero (calcantite, o s. di rame idrato), e infine s. connessi a esalazioni vulcaniche o fumaroliche (mercallite o s. acido di potassio). Molti di questi s. hanno un'importanza rilevante nei processi industriali: in particolare quelli alcalini vengono utilizzati in vetreria, il s. di calcio (gesso) nell'intonacatura degli interni, il s. di bario come pigmento, i s. di zinco e di ferro come disinfettanti, il s. di rame e quello di nichel in galvanoplastica. In agricoltura vengono impiegati i s. di potassio e di ammonio come concimi e il s. di rame come anticrittogamico. In medicina trovano impiego i s. alcalini, come il s. di magnesio, di zinco, ecc., e in radiologia il s. di bario. In passato i s. venivano chiamati sali di vetriolo o vetrioli: vetriolo bianco il s. di zinco, vetriolo verde il s. di ferro, vetriolo azzurro il s. di rame e olio di vetriolo l'acido solforico. ║ Gli esteri, derivanti dall'acido solforico, sono suddivisi in acidi, di formula generale HOSO3R (ove R rappresenta un radicale idrocarburico), contenenti un atomo di idrogeno acido, e neutri, di formula generale SO2(OR2). I primi si ottengono per solfatazione dell'acido solforico con alcooli o con olefine, e sono fortemente acidi, molto solubili in acqua e solitamente presenti sotto forma di sali cristallini. Gli altri si preparano facendo reagire il triossido di zolfo sugli alcooli e si presentano come liquidi insolubili in acqua. Fra questi, il dimetilsolfato e il dietilsolfato, entrambi tossici, hanno importanza come agenti alchilanti, mentre i s. di alcooli superiori sono dotati di proprietà detergenti.