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Slovàcchia.

Stato (49.035 kmq; 5.379.455 ab.) dell'Europa centrale. Confina a Nord con la Polonia, a Est con l'Ucraina, a Sud con l'Ungheria, a Ovest con l'Austria e a Nord-Ovest con la Repubblica Ceca. Capitale: Bratislava. Città principali: Košice, Prešov, Nitra. Ordinamento politico: Repubblica; il presidente della Repubblica, che dura in carica cinque anni, è eletto dal Parlamento (Consiglio nazionale), costituito da 150 membri nominati ogni quattro anni. Il potere esecutivo è esercitato dal Governo, responsabile di fronte al Consiglio nazionale; quest'ultimo è titolare del potere legislativo. Moneta: corona slovacca. Lingua ufficiale: slovacco; esistono minoranze magiare e ceche. Religione: Cattolicesimo; sono presenti anche comunità di protestanti e ortodossi. Popolazione: slovacca; esistono minoranze di Magiari, zingari, Cechi, Ruteni, Polacchi, Tedeschi.

GEOGRAFIA

Morfologia: il territorio della S. è quasi interamente montuoso. I Carpazi occidentali, che comprendono gli Alti Tatra (picco Gerlach, 2.663 m) e i Bassi Tatra (Monte Ďumbier, 2.043 m), si estendono nella zona settentrionale, accanto ai Monti Beschidi; più a Sud si ergono i Monti Metalliferi Slovacchi, con elevazioni più modeste (Monte Stolica, 1.477 m). Le pianure sono limitate alla zona sud-orientale, intorno alla città di Michalovce, e sud-occidentale, nei pressi di Bratislava. ║ Idrografia: la pianura di Bratislava si è formata in seguito al deposito di sedimenti da parte del Danubio che, per un tratto di 172 km, segna il confine tra la S. e l'Ungheria. La piana è anche solcata dal fiume Váh, che nasce dai Bassi Tatra e confluisce nel Danubio. Per contro, la S. orientale è attraversata dai fiumi Hornád, Torysa e Topla, tutti affluenti del Tibisco che, per un breve tratto, segna il confine con l'Ungheria. ║ Clima: il clima è continentale, con inverni rigidi ed estati molto calde. Le piogge, in genere non particolarmente abbondanti, sono più copiose d'estate e in prossimità dei rilievi.
Cartina della Slovacchia




ECONOMIA

A lungo caratterizzata da un'economia sottosviluppata, con livelli di reddito pro capite e condizioni di vita fra i più bassi in Europa, nettamente inferiori a quelli della Boemia e della Moravia, la S. conobbe i primi segni di sviluppo a partire dal 1945. ║ Risorse minerarie: l'ammodernamento dell'economia slovacca fu a lungo frenato, oltre che dalla posizione periferica della regione, anche dalla scarsa disponibilità di risorse: i giacimenti di carbone e lignite, come pure i quantitativi di ferro, rame, piombo, zinco e mercurio erano modesti; ciò nondimeno, la vicina Slesia facilitò l'approvvigionamento di carbon fossile e di coke. ║ Industria: le industrie, sorte nel dopoguerra e potenziate nei decenni successivi, sono attive nei settori siderurgico, chimico, alimentare, farmaceutico, vetrario, calzaturiero e dei materiali da costruzione; importanti, poi sono le industrie del legno e della carta, alimentate dalle ingenti ricchezze forestali della regione. L'industria degli armamenti, cui era stato dato un grande impulso in epoca comunista, è stata successivamente ridimensionata. ║ Agricoltura: quanto al settore primario, in epoca precomunista e comunista esso si fondava su un'agricoltura di sussistenza, per lo più inquadrata in un sistema di tipo latifondistico. In seguito, nonostante la diminuzione della popolazione rurale, l'agricoltura ha raggiunto buoni livelli, grazie all'efficienza dell'organizzazione e alla modernità delle attrezzature; dopo la caduta del regime comunista (1989), l'agricoltura ha inoltre subito una rapida privatizzazione. I principali prodotti agricoli sono il grano e altri cereali, la patata, le barbabietole e il tabacco. ║ Allevamento: relativamente sviluppato è anche l'allevamento, specie di bovini e suini. ║ Turismo: un'altra risorsa non trascurabile è rappresentata dal turismo, alimentato dagli impianti sciistici degli Alti e Bassi Tatra, dalle numerose località termali e dal patrimonio storico-artistico di città come Bratislava, Košice, Bardejov. ║ Comunicazioni: oltre a una buona rete ferroviaria e stradale, che si snoda in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, i collegamenti con la Germania, l'Austria, l'Ungheria, la Romania e il Mar Nero sono assicurati dal Danubio, navigabile per 172 km.

STORIA

La S. deve il suo nome alle popolazioni slavo-occidentali che nel VI sec. valicarono i Carpazi e si insediarono nella regione. Dopo la cristianizzazione a opera di missionari tedeschi, nel 906 la S. venne conquistata dai Magiari e rimase sotto il dominio dell'Ungheria fino al 1918, data in cui entrò a far parte della Cecoslovacchia indipendente. I Magiari divennero l'unica classe dominante e inquadrarono la nobiltà slovacca in un rigoroso sistema feudale. Il movimento nazionalistico slovacco ebbe inizio nella prima metà del XIX sec., in particolare dopo la repressione della rivoluzione magiara (1848-49). La firma del Patto di Pittsburgh nell'ottobre 1918 sancì l'adesione alla proclamazione di indipendenza ceca da parte del Consiglio nazionale slovacco; ciò nondimeno, il rigido centralismo della Costituzione del 1920 e il prevalere degli interessi economici delle regioni ceche, più industrializzate rispetto a quelle slovacche, determinarono in queste ultime l'affermazione di una tendenza autonomista. Nel 1939 si giunse alla proclamazione dell'indipendenza sotto la guida del filonazista J. Tiso, che fece della S. uno Stato satellite della Germania; la S. meridionale, per contro, venne occupata fra il 1938 e il 1944 dall'Ungheria. Nel 1945 la S. tornò a far parte dello Stato cecoslovacco; tuttavia, se la Costituzione del 1948 le accordò parziali forme di autonomia, la successiva Costituzione del 1960 riportò la S. alla primitiva condizione di Stato interamente integrato, e dunque sottomesso, a quello cecoslovacco. Nel 1969 la Cecoslovacchia si trasformò in Repubblica socialista federale, costituita dalla Repubblica socialista ceca e dalla Repubblica socialista slovacca, ognuna governata da un Consiglio nazionale. Nei decenni successivi la politica centralistica di G. Husák (V. CECOSLOVACCHIA e CECA, REPUBBLICA) favorì ulteriormente il processo di industrializzazione della Boemia e della Moravia, a scapito dell'economia slovacca. Con il crollo del regime socialista (1989) si acuirono le disparità economiche tra S. e Repubblica Ceca, rendendo sempre più urgente la ridefinizione del rapporto tra i due Stati. Alle elezioni legislative del 1992, la contemporanea vittoria dei conservatori in Boemia e Moravia e dei nazionalisti in S. determinò un'accelerazione nel processo di separazione che si verificò nel gennaio 1993, con la proclamazione dell'indipendenza da parte della Repubblica Ceca e della S. Fu eletto presidente della Repubblica Michal Kovac, mentre capo del Governo fu nominato Vladimir Meciar che, dimessosi nel marzo 1994, tornò nuovamente a governare il Paese nel settembre-ottobre 1994. Nelle elezioni politiche del settembre 1998, venne decretata ancora la vittoria del Movimento per la Slovacchia democratica, partito di Meciar, che tuttavia indicò quale primo ministro Mikulas Dzurinda. Proprio il Governo moderato di quest'ultimo riuscì a eliminare i principali ostacoli che avevano fino ad allora impedito l'ingresso della S. nell'Unione europea, risanando il bilancio economico, dando il via a una serie di privatizzazioni e garantendo i diritti delle opposizioni e delle minoranze etniche. Nel maggio 1999 Rudolf Schuster, candidato filo-occidentale, fu eletto alla presidenza della Repubblica. Nel febbraio 2001 vennero approvate riforme costituzionali miranti a decentralizzare i poteri, requisito fondamentale per l'ammissione della S. in seno all'Ue e alla NATO; sempre in quest'ottica nel gennaio 2002 vennero creati otto nuovi Parlamenti regionali. Nel settembre 2002 Dzurinda venne riconfermato alla guida del Governo dal risultato delle elezioni legislative che premiarono i partiti della destra filo-europea (Unione democratica e cristiana slovacca, Partito della coalizione ungherese, Movimento cristiano democratico, Alleanza del nuovo cittadino) coalizzatisi per l'occasione. Nel 2002 la S. venne ufficialmente invitata a entrare nella NATO, durante il vertice di Praga del 21 novembre, e nell'Unione europea, durante il vertice di Copenaghen del 13 dicembre. Il 16-17 maggio 2003 venne indetto un referendum d'adesione alla Ue, che si concluse con il 92,7% di voti a favore. Il 29 marzo 2004 la S. venne ammessa nella NATO e il 1° maggio nell'Ue. Le elezioni presidenziali tenutesi nel mese di aprile decretarono la nomina a capo dello Stato di Ivan Gasparovic, sostenuto dal partito d'opposizione Smer e dal suo Movimento per la Democrazia (HZD); al ballottaggio del 17 aprile batté il rivale Vladimir Meciar con il 59,9% dei voti. Nel maggio 2005 il Parlamento slovacco ratificò la Costituzione europea.