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Sivìglia.

Città (684.633 ab.) della Spagna, capoluogo della comunità autonoma dell'Andalusia e della provincia omonima. È situata sulla sponda sinistra del Guadalquivir, a 80 km dalla sua foce. • Econ. - Città dall'ingente patrimonio storico e artistico, S. è altresì un importante centro industriale, manifatturiero e, grazie alla navigabilità del Guadalquivir, è il principale porto commerciale della Spagna meridionale. Si esportano prodotti minerari e agricoli (vino, olio, frutta, sughero) provenienti dalla fertile area circostante; si importano petrolio, carbone, legname, fertilizzanti, macchinari. È sede di industrie metallurgiche e meccaniche, chimiche, alimentari (olio di oliva, vino, liquori), tessili, del tabacco, della ceramica. Ingente è il flusso di turisti, attirati dai monumenti artistici e dalle vivaci feste folcloristiche. S. è inoltre un centro culturale e finanziario. • St. - Città di probabile origine iberica (Hispalis), divenne colonia con Cesare nel 45 a.C. col nome di Colonia Iulia Romula, prosperando, in particolare, in età imperiale. Invasa dai Vandali, dagli Svevi e dai Visigoti, nel V sec. fu scelta da questi ultimi quale sede di residenza reale. Nei secc. VI-VII godette di grande prestigio culturale grazie ai vescovi Leandro e Isidoro. Con la conquista araba (712) cominciò un periodo di decadenza della città, culminato con il trasferimento della sede del Governo del califfato ommayyade a Córdoba e la conseguente perdita di prestigio. S. rifiorì quando, sotto la dinastia degli Abbadidi, divenne capitale di un reame arabo indipendente, segnalandosi, in particolare, per la vivacità culturale. Dopo essere stata conquistata, nel 1091, dagli Almoravidi, nel XII sec. passò sotto gli Almohadi, che la arricchirono di monumenti artistici e civili (costruzione del ponte che collegava S. al sobborgo di Triana), trasformandola in un importante porto fluviale. Nel 1248, in seguito alla riconquista cristiana ad opera di Ferdinando III di Castiglia, venne espulsa la popolazione musulmana; la città decadde, riprendendosi solo alla fine del XV sec. quando venne eretta l'università e si svilupparono le arti e l'economia. In particolare, S. si affermò come fortezza militare da attrezzare per la riconquista del Regno di Granada e, grazie alla posizione strategica di collegamento tra Mediterraneo e Atlantico, dopo la scoperta dell'America divenne il più importante centro commerciale della Spagna, sfruttato anche da mercanti genovesi e fiorentini. Sotto il Regno di Filippo II, potendo godere del monopolio del commercio coloniale, la città prosperò notevolmente, divenendo un importante centro amministrativo in cui venivano gestiti i rapporti economici, militari e religiosi tra la Spagna e le sue colonie americane. Il declino cominciò nel XVIII sec., in seguito al trasferimento de la Casa de Contratación a Cadice (1717) e al decreto di Carlo III che concedeva la libertà di commercio, togliendo così a S. i precedenti privilegi monopolistici. Nel XIX sec. si verificò un acuirsi di tale declino in relazione alla conquista dell'indipendenza delle colonie spagnole in America. Durante la guerra civile (1936-39), fu occupata dalle forze nazionaliste. ║ Regno di S.: Stato arabo della Spagna, retto dalla dinastia degli Abbadidi, che affermò la propria indipendenza dal califfato di Córdoba nel 1023, perdurando fino al 1091. ║ Trattato di S.: concluso il 9 novembre 1729, pose fine al conflitto esploso nel 1727 tra la Francia e la Gran Bretagna alleate contro la Spagna. Con tale trattato si stabiliva la cessione di Gibilterra e Minorca alla Gran Bretagna e la conferma degli accordi commerciali di Utrecht (1713); in cambio, Francia e Gran Bretagna si impegnavano a sostenere la Spagna per la successione nel ducato di Parma e Piacenza. • Arte - La città presenta una topografia di carattere moresco, con vie strette e tortuose, vicoli ciechi e piccole piazze. Rimangono molti monumenti di arte araba, tra cui la moschea almohade sulle cui fondamenta è stata costruita, tra il 1402 e il 1498, l'immensa cattedrale, a cinque navate su cui si aprono 54 cappelle, ricche di opere artistiche (maestoso retablo scolpito da maestri spagnoli e fiamminghi; dipinti di Murillo). Dell'antica moschea si conservano il minareto, la famosa Giralda, eretta tra il 1184 e il 1196 e riadattata a campanile della cattedrale, e il Patio de los Naranjos (cortile degli aranci). All'epoca araba risalgono l'Alcazaba, enorme area monumentale comprendente l'Alcázar, che fu la reggia degli Almohadi (XII sec.) e, in seguito alla Riconquista, di Pietro I il Crudele che la ampliò e la modificò in stile mudéjar (1364-66); la torre del Oro (oggi sede del museo navale); fortificazioni e splendidi giardini. La Giralda, la Cattedrale, l'Alcazar e l'archivio delle Indie sono stati dichiarati patrimonio dell'umanitŕ dall'Unesco nel 1987. All'epoca gotica risalgono diverse chiese cristiane, in stile mudéjar (Santa Ana de Triana, San Marcos, Santa Catalina, San Pedro, Santa Marina, San Gil, che conservava la venerata statua barocca della Madonna “de la Macarena”), molte delle quali sono moschee riconvertite a luoghi di culto cattolico che sfruttano i minareti come campanili. Il XVI sec. fu ancora caratterizzato dal fiorire di opere d'arte in stile gotico: la Capilla Real, aggiunta alla cattedrale nel 1575; il municipio; la Casa Lonja, in cui è custodito l'Archivio de Indias; la Casa de Pilatos; la Casa de las Dueñas e molti altri edifici e abitazioni che presentano il caratteristico patio. Alla fine del XVI sec. si impose il gusto rinascimentale italianizzante che si riscontra nella realizzazione dell'Ospedale della Carità, nella cui chiesa si conservano importanti opere d'arte, in particolare di Murillo e di Valdés Leal. Al XVIII sec. risale l'arena de la Maestranza. Da menzionare è la biblioteca Colombina, fondata nel 1551 da Fernando Colombo, che raccoglie una serie di manoscritti e stampati rari a cui egli incorporò anche gli autografi di suo padre Cristoforo. Di grande importanza è anche il museo che conserva, tra le altre, opere di Murillo, Zurbarán, Valdés Leal. ║ Provincia di S. (14.036 kmq; 1.619.703 ab.): in gran parte pianeggiante, occupa un'ampia fetta del bacino inferiore del Guadalquivir ed è delimitata a Nord dalla Sierra Morena e a Sud-Est dalla Cordigliera Betica. A Nord la pianura del Genil, molto fertile, è coltivata a cereali, olive, ortaggi, agrumi. A Sud la pianura che si estende lungo il corso inferiore del Guadalquivir presenta zone acquitrinose, in cui si pratica l'allevamento estensivo di bovini (tori da combattimento) e la risicoltura. Voce importante dell'economia della provincia è rappresentata dall'estrazione di minerali (ferro, piombo, carbone) nella Sierra Morena, grazie a cui si sono sviluppate l'industria estrattiva e quella siderurgica, nonché un intenso traffico portuale. Oltre a S. i principali centri sono Ecija, Utrera, Morón de la Frontera, Osuna e Lebrija.
Siviglia: piazza di Spagna

Alcazar di Siviglia: il patio del palazzo del Yeso

Le mura arabe della Macarena a Siviglia