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Situazionista.

Che si riferisce alla teoria e alla pratica della costruzione di situazioni: gruppo s. • Arte - Internazionale s.: movimento artistico e culturale fondato a Cosio di Arroscia (Imperia) nel 1957 e formato da esponenti dell'Internationale lettriste (V. LETTRISMO) e del MIBI, che rivendicava i diritti dell'immaginazione e della libertà di sperimentazione in contrapposizione agli indirizzi razionalistici e neocostruttivisti. Tra i membri fondatori si ricordano A. Jorn (1914-1973), P. Gallizio (1902-1964) e G.-E. Debord (1931-1994), che espose nel suo Rapporto sulla costruzione delle situazioni (1957) le teorie portanti dell'intero movimento. Debord auspicava la creazione di un fronte rivoluzionario che riunisse tutte le tendenze artistiche sperimentali. Partendo dall'affermazione di un nuovo spirito che, in campo urbanistico, abbattesse il Funzionalismo dominante, si poneva come scopo ultimo la modificazione della sensibilità e dei comportamenti della vita quotidiana mediante la costruzione sperimentale di momenti di vita collettiva legati al gioco e alla creatività. Il movimento si proponeva, quindi, di superare il divario esistente tra arte e vita, indirizzando entrambe verso una nuova posizione critica, di ispirazione marxista e in polemica con la sinistra istituzionale, nei confronti della società borghese. Il movimento, che ebbe varie sezioni (Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, ecc.) e che, dal 1958 al 1969, poté esprimersi in un bollettino semestrale (“Internationale situationiste”), anticipò, e in un certo senso ispirò, la contestazione del Sessantotto, a cui molti dei suoi membri presero attivamente parte. Dopo una serie di scissioni il movimento fu definitivamente sciolto nel 1972.