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Sistema.

In ambito scientifico, ciò che viene studiato come un tutto unico pur essendo composto da singole unità reciprocamente connesse e intercambiabili. ║ Insieme di strumenti, meccanismi o elementi strutturali che, riuniti in un complesso organico, perseguono determinati fini scientifici o tecnici: s. di tiranti. ║ Insieme di enti astratti tra loro collegati da rapporti non necessariamente di interdipendenza: il s. dei prezzi. ║ Insieme di elementi concettuali in rapporto tra loro con comune finalità: s. di unità di misura. ║ Insieme di elementi disposti secondo criteri specifici a scopo di classificazione o ordinamento: s. periodico degli elementi. ║ Insieme di nozioni, idee, teorie e principi connessi tra loro secondo un determinato principio unificatore: s. aristotelico. ║ Modo in cui è organizzata una parte della vita di un gruppo, sia esso una società, una Nazione, un'istituzione. ║ S. economico: insieme dei principi fondamentali sui quali ruota la vita economica di uno Stato. ║ S. finanziario: insieme dei criteri che regolano l'attività finanziaria di uno Stato. ║ S. giuridico: insieme di norme collegate gerarchicamente le une alle altre per le quali, in caso di contrasto, dalle più autorevoli (ad esempio le leggi) dipendono quelle di grado inferiore (ad esempio i regolamenti). ║ S. fiscale o tributario: insieme dei criteri per la distribuzione dell'onere fiscale collettivo tra i singoli contribuenti o anche insieme dei tributi esistenti in uno Stato. ║ S. scolastico: insieme delle istituzioni scolastiche presenti in una determinata società. ║ Metodo regolare e ordinato di condotta: un s. di vita accettabile. ║ Nel linguaggio familiare, modo, maniera: ma che s. è questo! ║ In modo assoluto, il s.: insieme delle istituzioni e delle strutture sociali, culturali, politiche, ecc. caratterizzanti una collettività in un determinato momento storico. • Astron. - Insieme di corpi celesti appartenenti a un complesso costituito in modo organico e finito: s. solare. • Anat. - Insieme di strutture e organi dalla comune funzione specifica. Il termine è spesso usato come sinonimo di apparato (V.): s. respiratorio. • Geol. - Insieme di strati sedimentari aventi origine comune in un periodo geologico: s. cretaceo. • Mar. - S. velico: insieme dell'attrezzatura velica di un bastimento. • Aer. - S. portante: superficie sostentatrice principale di un velivolo. • Mil. - S. difensivo: insieme delle fortificazioni poste a difesa di un territorio. ║ S. d'arma: insieme di attrezzature e macchinari necessari per il funzionamento di una determinata arma. • Ling. - Insieme di forme e valori linguistici considerati in rapporto alla lingua della quale fanno parte: s. sintattico. • Mus. - Insieme di norme dalla cui applicazione dipende una determinata armonia: s. dodecafonico. • Metr. - Struttura costituita dalla successione di due o più versi che si ripetono costantemente nel carme. • Tecn. - Insieme di elementi la cui interdipendenza determina il raggiungimento di un determinato scopo funzionale: s. informatico. • Giochi - Nei giochi e nei concorsi basati su pronostici, metodo matematico tendente al raggiungimento di un più elevato numero di vincite. • Chim. - S. periodico degli elementi: s. di classificazione degli elementi proposto nel 1869 da D.I. Mendeleev (V. ELEMENTO e MENDELEEV, DMITRIJ IVANOVIC). • Bot. - S. sessuale: metodo di classificazione delle piante, proposto da C. Linneo (1735) e oggi caduto in disuso, basato sul numero e sulle caratteristiche degli organi riproduttori presenti in un fiore: stami e pistilli. Seguendo questo metodo le piante vennero divise in 24 classi, di cui 23 per le fanerogame e una per le crittogame. Ogni classe era a sua volta divisa in gruppi, chiamati da Linneo ordini e determinati dal numero degli stili o degli stami. Il metodo fu utilizzato per circa un secolo e si rivelò pratico per la rapida determinazione dei generi. • Pol. - S. politico: insieme di istituzioni, di gruppi e di processi politici aventi tra loro rapporti di interdipendenza. La scienza politica contemporanea utilizza quest'espressione nell'analizzare l'insieme di relazioni che intercorrono tra i singoli protagonisti e le singole istituzioni in un particolare regime politico, relazioni che portano alla formulazione di determinate decisioni di carattere collettivo. ║ S. partitico: insieme delle strutture di partito e delle interazioni tra loro esistenti al fine del raggiungimento dell'esercizio del potere politico. I s. partitici sono differentemente catalogabili a seconda del numero di partiti presenti (s. a partito unico, s. bipartitico - V. BIPARTITISMO - o s. pluripartitico) e a seconda dell'influenza che gli stessi partiti hanno sulla formazione delle coalizioni di Governo o delle maggioranze parlamentari. Avremo allora s. basati su: alternanza al potere fra due partiti o due coalizioni di partiti; semi-turn-over, ovvero ricambio parziale, secondo il quale la coalizione al potere cambia a seconda dello slittamento tra schieramenti di uno o più partiti; ricambio periferico, con alcuni partiti fissi al Governo, affiancati da altri che si alternano a rotazione; grande coalizione, per la quale partiti normalmente differenti tra loro decidono di unirsi nel nome di una comune strategia politica; predominanza, presente in situazioni caratterizzate da estrema frantumazione dell'opposizione nelle quali frequente è la formazione di Governi di minoranza. ║ S. elettorale: insieme di procedure e meccanismi di rappresentanza politica esercitata tramite elezioni. I s. elettorali differiscono gli uni dagli altri a seconda di: modi di strutturazione della scelta elettorale attraverso il tipo di scheda (voto di lista o voto individuale); ampiezza di collegi e circoscrizioni; formule di conversione di voti in seggi. I s. elettorali possono essere inoltre di tipo maggioritario (V. MAGGIORITARIO, SISTEMA ELETTORALE), proporzionale (V.) o misto (V. MISTO, SISTEMA ELETTORALE). ║ S. sociale: organizzazione dei rapporti esistenti tra cittadini e istituzioni collettive, entrambi considerati come singole unità che, di concerto, si ritrovano a formare un tutto autonomo. ║ S. internazionale: insieme delle relazioni esistenti tra attori internazionali. Sono definiti attori gli Stati e le organizzazioni internazionali, siano esse universali (ONU) o regionali (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Le organizzazioni internazionali comprendono anche organizzazioni di carattere politico militare (ad esempio la NATO); associazioni settoriali tra Stati con comuni interessi di mercato o economici in genere (ad esempio l'OPEC); comunità sovranazionali quali l'Unione Europea. Sono da considerare attori internazionali anche determinate società multinazionali dal forte impatto politico-economico. I s. internazionali possono essere suddivisi in: unipolari, quando un solo attore può influire sullo sviluppo del s. stesso; bipolari, quando due attori, insieme ai loro alleati, si dividono potere e influenza; multipolari, quando più potenze, alternando collaborazione e competizione, si trovano a gestire il proprio potere a discapito le une delle altre. In quest'ultimo caso, quando prevale la collaborazione si parla di concerto delle potenze, mentre quando prevale la competizione si parla di equilibrio di potere. • Inf. - Termine generico per indicare un qualunque insieme o metodo, di solito complesso. ║ S. operativo: programma o insieme di programmi che si incaricano di gestire a livello basso le periferiche in un moderno personal computer (il s. operativo comunque esiste e, anzi, assume sempre maggiore importanza nei calcolatori più grossi). Di solito il s. operativo risiede su una memoria di massa (hard o floppy disk), ma a volte può essere residente nella ROM del calcolatore. Il s. operativo si comporta come un interprete e può operare sia in esecuzione immediata (comandi battuti da tastiera) sia in quella differita (comandi inseriti nei programmi utente). I comandi ricevuti, dopo essere stati controllati sintatticamente, se sono corretti vengono eseguiti: ciò porta di solito alla modifica dello stato del s. (hardware più software) e/o all'attivazione e all'utilizzo delle periferiche (ad esempio mediante la stampa di un listato, la formattazione di un dischetto, la trasmissione via modem, ecc.). Se si verificano degli errori di sintassi, di semantica o di esecuzione, il s. operativo li deve segnalare. Un buon s. operativo è essenziale per sfruttare al meglio le prestazioni di un computer; inoltre esso assume un'importanza fondamentale nell'interazione con gli utenti. Infatti un s. operativo potente, cioè veloce e capace di gestire grosse quantità di memoria e numerose periferiche, ma difficile da usare, cioè con comandi complicati e messaggi diagnostici insufficienti, ha poche possibilità di affermarsi al di fuori degli ambiti specialistici. Spesso può accadere (come nel caso dell'MS-DOS, del Windows e dei Mac-OS) che un s. operativo ben congegnato, cioè proporzionato alle potenzialità degli elaboratori su cui funziona, concorra all'affermazione della categoria di macchine a cui è destinato. ║ Analista di s.: il responsabile di un gruppo di programmazione, che prende in esame un intero problema organizzativo e/o informativo e studia la realizzazione di procedure e software per migliorarlo; egli ripartisce poi il lavoro di programmazione fra i programmatori, assicurando il coordinamento dell'intera procedura. ║ S. applicativo: l'insieme di programmi che accedono alla stessa banca dati per eseguire lavori diversi di una stessa procedura. ║ S. di sviluppo: l'insieme di hardware e software utilizzato per sviluppare un nuovo prodotto, ad esempio simulandone il comportamento o emulandolo. ║ S. esperto: l'insieme di un software complesso e di una enorme banca dati in grado di proporre soluzioni “ragionate”, cioè elaborate con schemi non preprogrammati, a un problema specifico. Si tratta dei primi risultati, ormai ampiamente applicati nei settori più diversi, degli studi sulla intelligenza artificiale. • Fis. - Insieme di corpi, elementi o enti che, considerati cumulativamente o per le loro proprietà, costituiscono un tutto. ║ S. di misure: insieme delle unità di misura delle grandezze fondamentali e di quelle derivate. In meccanica, in particolare, si hanno due s. di misura: il s. CGS (V.) e il MKS (V.). Tali s. vengono detti assoluti, poiché assumono come grandezze fondamentali la lunghezza, la massa e il tempo, mentre i s. che assumono lunghezza, forza e tempo come grandezze fondamentali vengono detti pratici (o tecnici). ║ S. metrico decimale: V. DECIMALE. ║ S. materiale: corpo o insieme di corpi, descrivibile come un insieme di punti materiali discreto o continuo. ║ S. disordinato: s. materiale che presenta un comportamento caotico. Lo stato condensato della materia a una temperatura diversa dallo zero termodinamico presenta sempre uno stato dinamico disordinato e caotico: le traiettorie delle singole particelle, infatti, sono scorrelate le une dalle altre, a causa dell'agitazione termica che si sovrappone al moto indotto dalle forze presenti nel s. stesso. La fisica dei s. disordinati, tuttavia, non ha come oggetto di studio questo tipo di disordine, dovuto all'agitazione termica e insito in ogni materiale; essa è indirizzata, invece, allo studio del disordine strutturale di un s. fisico o biologico, facendo riferimento al massimo grado di ordine spaziale, caratteristico dei s. cristallini. Il tipo di disordine più debole presente in natura è il disordine sostituzionale, che si verifica quando alcuni atomi di un s. vengono sostituiti da altri, posti nello stesso sito, ma di natura fisica diversa: fanno parte di questa classe di s. disordinati le leghe di sostituzione e i s. magnetici. Si ha, invece, disordine topologico quando gli atomi non sono posti nei siti ideali caratteristici del reticolo cristallino perfetto; rientrano in questa categoria il disordine per dislocazione, la fase vetrosa di un materiale e il disordine macromolecolare. Il disordine per dislocazione è presente quando, in un solido cristallino, una parte del reticolo è sfalsata lungo una direzione di base rispetto alla porzione di reticolo ad essa adiacente. Il disordine caratteristico della fase vetrosa di un materiale, invece, si rivela a livello atomico: in tale condizione la sostanza tende a ritornare allo stato ordinato, ma i tempi di rilassamento sono così lunghi che, di fatto, non riesce a ricristallizzarsi. Il disordine macromolecolare, infine, è caratteristico delle sostanze aggregate polimeriche, la cui struttura può essere schematicamente descritta come l'unione di un numero molto elevato di segmenti identici, realizzata mediante legami chimici: le forme di disordine presenti in questi s. sono particolarmente complesse, e il loro studio fa ricorso a modelli matematici fortemente idealizzati, basati sulle teorie topologiche dei nodi e delle trecce. La fisica dei s. disordinati assume un ruolo fondamentale nella scienza dei nuovi materiali, sostituendosi alla fisica dei s. cristallini, che ha costituito tradizionalmente l'oggetto classico di studio dei corpi solidi. • Mat. - Sinonimo di insieme e talora anche di sottoinsieme. ║ S. algebrico di varietà algebriche: insieme delle varietà V su una varietà algebrica ambiente W, che possono essere poste in corrispondenza birazionale con una varietà algebrica Σ. In particolare, se la varietà Σ è razionale, il s. algebrico si dice razionale. ║ S. canonico: su una superficie algebrica, s. lineare di curve invariante rispetto alle trasformazioni birazionali che costituisce una generalizzazione del concetto di serie canonica sopra una curva. ║ S. chiuso: rispetto a determinate operazioni, insieme di elementi tali che eseguendo su di essi le operazioni considerate si ottengono solo elementi dell'insieme. Per esempio, l'insieme dei numeri interi relativi è chiuso rispetto alle operazioni di somma, sottrazione e prodotto, ma non lo è rispetto all'operazione di divisione. ║ S. completo: insieme di elementi {xα}, in uno spazio di Banach X, tali che l'insieme delle loro combinazioni lineari finite è denso nello spazio X. ║ S. d'equivalenza: opportuno s. di varietà algebriche di dimensione k tracciate sopra una varietà algebrica ambiente di dimensione h > k, che costituisce una generalizzazione del concetto di serie lineare sopra una curva. ║ S. di equazioni: insieme di equazioni di qualsiasi genere, in due o più incognite, di cui si ricerchino le soluzioni comuni. Soluzione di un s. di equazioni è, pertanto, ogni insieme di enti che, sostituiti alle incognite, soddisfano tutte le equazioni del s. Un s. che ammetta almeno una soluzione si dice compatibile o risolubile; in caso contrario si dice incompatibile o impossibile. Un s. compatibile è determinato se ha una e una sola soluzione, indeterminato se ne ammette più di una. La teoria dei s. di equazioni si suddivide in base al tipo di equazioni considerate; si hanno, così, le teorie dei s. di equazioni algebriche, differenziali, integrali, matriciali, ecc., ciascuna con i suoi sottotipi. ║ S. di equazioni algebriche: insieme di equazioni algebriche, ottenute uguagliando a zero due o più polinomi in due o più incognite. Si chiama grado del s. il prodotto dei gradi delle singole equazioni; nel caso di due equazioni a coefficienti reali o complessi in due incognite, di grado nm, il numero delle soluzioni in campo complesso, ognuna contata con la sua molteplicità, è nm. In generale, nei casi di s. elementari la soluzione si ricava applicando alcuni metodi di eliminazione, arrivando ad ottenere una sola equazione, detta risolvente, dalla cui risoluzione si giunge alla soluzione dell'intero s.S. di equazioni differenziali: insieme di equazioni differenziali alle derivate ordinarie o parziali, in più funzioni incognite. Si dice soluzione integrale del s. un insieme di soluzioni, di regolarità opportuna, che, sostituite al posto delle funzioni incognite, soddisfino tutte le equazioni. In generale esistono infinite soluzioni per un s., dipendenti in modo continuo da un certo numero di parametri; tali parametri possono essere determinati assegnando opportunamente alcune condizioni che la soluzione deve soddisfare. In particolare, per i s. di equazioni differenziali ordinarie possono essere dati problemi di Cauchy, ossia s. di equazioni accompagnati da dati iniziali, valori che le soluzioni ed eventualmente alcune derivate devono soddisfare in determinati punti, oppure vari tipi di problemi al contorno; per s. di equazioni alle derivate parziali, invece, possono essere posti problemi con condizioni alla frontiera (o su parte della frontiera) per le funzioni incognite e per le loro derivate. La teoria dei s. di equazioni differenziali si suddivide in base al tipo di equazioni considerate: si hanno, così, i s. delle derivate ordinarie e parziali, i s. normali, i s. lineari, i s. autonomi, ecc., per ognuno dei quali sono state studiate e sviluppate metodologie diverse riguardanti numerosi campi della matematica. ║ S. di equazioni lineari: insieme di equazioni nelle quali le incognite e le loro eventuali derivate compaiono solo al primo grado. Particolare rilievo assumono i s. lineari di equazioni algebriche, il cui metodo risolutivo è basato sul teorema di Rouché-Capelli. ║ S. equivalenti di equazioni: s. di equazioni che abbiano lo stesso insieme di soluzioni. In particolare, da ogni s. di equazioni lineari può essere costruito un s. equivalente mediante combinazione lineare delle sue equazioni. ║ S. formali e assiomatici: teoria deduttiva nella quale tutti gli elementi sono completamente simbolizzati ed il calcolo logico adoperato è completamente espresso. Un s. formale, pertanto, è costituito da: un insieme di segni base; un insieme di premesse (postulati o assiomi); un insieme di regole di inferenza; un insieme di espressioni logicamente giuste (teoremi), ricavate applicando le regole di inferenza alle premesse. I s. formali più importanti nella storia della matematica sono quelli di G. Frege, B. Russell e A.N. Whitehead, D. Hilbert e W. Ackermann. ║ S. di generatori: in un gruppo G, insieme di elementi tali che il più piccolo sottogruppo che li contiene è l'intero gruppo G. ║ S. ipotetico-deduttivo: in matematica e in geometria, teoria che si costruisce astrattamente fissando taluni concetti primitivi e certe proposizioni (postulati o assiomi) a essi inerenti. In generale, i concetti primitivi non vengono definiti direttamente, ma implicitamente, mediante le loro proprietà caratteristiche; il s. di assiomi deve essere coerente, cioè le asserzioni da esso dedotte non devono essere contraddittorie. Gli assiomi possono corrispondere o meno a concetti intuitivi o evidenti: un eventuale contrasto con verifiche sperimentali indica semplicemente che il s. ipotetico-deduttivo in esame non è un buon modello per la realtà fisica, ma non inficia la sua bontà logica. Un esempio tipico di s. ipotetico-deduttivo è l'aritmetica basata sui postulati di Peano: i numeri naturali costituiscono un modello del concetto astratto di numero, tuttavia anche altre classi di enti soddisfano i medesimi postulati, come le traslazioni su una retta aventi verso concorde, di ampiezza multipla di una data, e costituiscono, pertanto, un altro modello del concetto di numero. ║ S. di numerazione: in generale, l'insieme delle regole mediante le quali è possibile assegnare un nome a una rappresentazione a ciascun numero naturale. ║ S. omogeneo: s. di equazioni lineari in cui i termini noti, cioè i termini non contenenti le incognite, sono identicamente nulli. ║ S. ortogonale: in uno spazio di Hilbert, s. nel quale tutti gli elementi sono a due a due ortogonali, cioè il loro prodotto scalare è nullo. • Mecc. - S. articolato: insieme di corpi rigidi vincolati tra loro mediante cerniere sferiche o cilindriche destinate a particolari impieghi tecnici. I corpi rigidi costituenti il s. sono spesso sbarre rettilinee o curvilinee. Gli impieghi più frequenti dei s. articolati si hanno nella cinematica applicata e nelle costruzioni, ove s. articolati (detti anche reticolari) vengono usati per coperture (a capriata, a volta, a cupola), per mensole, pensiline, piloni, travature varie. Un s. articolato è solitamente vincolato ad altri corpi, ed è quindi sottoposto a un insieme di vincoli interni ed esterni; se i vincoli interni sono tali che il s., liberato dai vincoli esterni, può assumere solo una configurazione, il s. viene detto indeformabile, in caso contrario si dice deformabile. Un s. indeformabile, a sua volta, viene detto strettamente indeformabile se, sopprimendo un vincolo interno esso si renda deformabile, mentre viene detto a sbarre sovrabbondanti se, pur togliendo alcuni vincoli interni, esso si presenti sempre indeformabile. Nelle costruzioni un s. deformabile si dice labile, mentre un s. indeformabile viene detto isostatico se è strettamente indeformabile, e ipostatico se è a sbarre sovrabbondanti. In particolari condizioni di vincolo e di simmetria, un s. articolato può essere schematizzato come un s. piano: le aste vengono assimilate a segmenti, e le cerniere a punti materiali, detti nodi. Se il s. è isostatico, la risoluzione degli sforzi, o risoluzione del s., si effettua facendo capo alle equazioni della statica. ║ Metodo dei nodi: principio secondo il quale, in un s. in equilibrio, la risultante delle forze agenti su ciascun nodo deve essere nulla; graficamente si otterrà un poligono d'equilibrio del nodo. Metodo di Cremona: metodo di equilibrio dei nodi i cui poligoni d'equilibrio, non risultano slegati e indipendenti, come nel caso precedente, ma coordinati in un'unica figura, detta diagrammi degli sforzi, o cremoniano del s. ║ Metodi delle sezioni: si basano su un diverso modo di considerare l'equilibrio della struttura. Immaginando di dividere il s. in due parti, ciascuna delle due non potrà restare in equilibrio, a taglio effettuato, se non aggiungendo alle forze esterne ad essa e all'intera struttura, quelle altre forze che sono venute meno in seguito al taglio, cioè le azioni esercitate sulle aste tagliate dai perni terminali rimasti sull'altra porzione della struttura. Aggiungendo tali forze incognite, e imponendo opportune condizioni di equilibrio, è possibile determinare, per via algebrica o geometrica, lo sforzo cercato. • Ott. - S. ottico: successione di elementi riflettenti e rifrangenti, disposti in modo tale da costituire uno strumento per la visione. Un s. ottico può essere definito anche come una successione di diottri, dove per diottro si intende una superficie che separi due mezzi otticamente diversi; in particolare, si parla di s. diottrico, catottrico, catadiottrico se esso è formato, rispettivamente, solo da elementi rifrangenti, riflettenti o dei due tipi. Il primo e l'ultimo diottro delimitano lo spazio occupato dal s.; il semispazio che precede il primo diottro viene detto spazio-oggetti, mentre il semispazio che segue l'ultimo diottro prende il nome di spazio-immagini. Se il s. è stigmatico e convergente, esso trasforma un fascio di raggi che irradiano da un unico centro S in un fascio di raggi che concorrono in un unico punto S' dello spazio-immagini, detto immagine di S; se il s. è stigmatico, ma il punto immagine è determinato dall'intersezione dei prolungamenti dei raggi emergenti da S, il s. viene detto divergente, e S' immagine virtuale. Se il s. non è stigmatico, per nessun punto dello spazio-oggetti, viene detto astigmatico; la mancanza di stigmatismo è una delle aberrazioni che un s. ottico può presentare, cioè dei difetti che impediscono un perfetto rapporto di similitudine tra le figure nello spazio-oggetti e le loro immagini. Un s. completamente esente da aberrazioni viene detto ortoscopico. ║ S. ottico centrato: serie di superfici sferiche, avente centri sul medesimo asse (asse ottico del s.), che separano mezzi di diverso indice di rifrazione. Elementi fondamentali di un s. ottico centrato sono: l'asse ottico principale, i fuochi, i punti principali e i punti nodali. I fuochi sono i punti coniugati dei due punti all'infinito dell'asse: essi, pertanto, non sono coniugati fra loro, e cadono tutti e due o al di fuori del segmento di asse tra i punti principali (fuochi reali), oppure all'interno di tale segmento (fuochi virtuali): nel primo caso il s. è convergente, mentre nel secondo caso il s. è divergente. I punti nodali, invece, sono una coppia di punti coniugati, aventi la proprietà che ciascun raggio passante per uno di essi dà luogo ad un raggio emergente che passa per l'altro punto, parallelo al raggio incidente. Lo studio dei s. ottici centrati è molto più semplice di quello dei s. ottici non centrati: un s. centrato perfetto, infatti, è completamente determinato dal punto di vista ottico se si considera un piano qualsiasi per il suo asse e si conoscano su di esso quattro dei sei punti cardinali. A tale scopo sono stati elaborati numerosi metodi numerici, che consentono di determinare la posizione dei punti cardinali sull'asse ottico; nel caso di s. di piccola apertura, ovvero di s. costituiti da diottri di dimensioni lineari piccole rispetto ai raggi di curvatura (approssimazione di Gauss), il procedimento di calcolo è molto più semplice, e si basa sul considerare in modo separato i vari diottri, in questo modo si giunge a una relazione tra i punti dello spazio-oggetti e le loro immagini (formula di Huygens o di Gauss) molto simile a quella valida in un diottro: φ/x + φ'/x' = 1, dove x, x' sono le ascisse delle coppie di punti coniugati, e φ, φ' sono le ascisse dei due fuochi. Nel caso di lenti sferiche spesse o non sottili, invece, la posizione dei punti principali viene determinata direttamente a partire da parametri geometrici e ottici del s. • Econ. - S. bancario o creditizio: l'insieme degli istituti bancari operanti in un determinato Paese. ║ S. monetario: il complesso delle monete aventi corso legale in uno Stato. Si parla di: s. aureo o argenteo, quando l'unità monetaria è costituita da una moneta d'oro o d'argento e la circolazione è fondata su monete-tipo o monete divisionali o anche biglietti di banca convertibili; s. a cambio aureo, quando la circolazione è costituita da biglietti convertibili in oro; s. cartaceo, quando i biglietti non possono essere convertiti. ║ S. economico: l'organizzazione dell'economia di uno o più Stati; anche l'organizzazione economica internazionale. ║ S. economico nazionale: il complesso delle attività produttive di beni e servizi, dei rapporti economici e sociali e degli indirizzi di politica economica, che caratterizza la vita economica di un determinato Stato. ║ S. monetari: V. MONETA e MONETARIO. • Filos. - Il concetto di s. come complesso di elementi fra loro interconnessi è già presente nella filosofia antica; gli stoici, in particolare, denominarono s. l'armoniosa totalità del cosmo, mentre Sesto Empirico qualificò come tale l'insieme delle premesse e delle conclusioni di un ragionamento. La filosofia moderna, specie con Leibniz e Wolff, adottò la nozione di s. in un senso simile a quello di Sesto Empirico, ma rielaborato alla luce del modello deduttivo della matematica (“si dice s. un insieme di verità connesse tra loro e con i loro principi”). A Kant si deve un'ulteriore precisazione del concetto di s. come “unità di molteplici conoscenze raccolte sotto un'unica idea”. Alla tesi kantiana dell'unità del principio da cui discendono tutte le conoscenze si ispirarono i s. idealistici di Fichte, Schelling ed Hegel che, rifiutando il modello matematico, attribuirono alla sola filosofia l'ideale di sistematicità e scientificità. Nel corso del XVIII sec. venne coniata l'espressione “s. del mondo” a indicare le teorie cosmologiche del tempo, come pure l'insieme di tesi metafisiche o filosofiche. Gli illuministi, infine, connotarono in senso negativo l'espressione esprit de système, applicabile a tutte le arbitrarie e aprioristiche elucubrazioni dei filosofi. Nel corso della storia della filosofia, al pensiero codificato in s. si è continuamente contrapposto un pensiero di tipo problematico, volto non tanto alla codificazione quanto alla ricerca. Secondo una distinzione di Hartmann, ciò che distingue il pensiero-s. dal pensiero-problema “è il fatto che [quest'ultimo] non si inserisce in un s., ma avanza continuamente, superando e rompendo il s. stesso”. In altri termini, i pensatori sistematici si preoccupano principalmente delle conseguenze del s., in modo da ottenere le conseguenze che si erano prefissi anche a costo di forzare i problemi. Lo stesso B. Croce criticò duramente la tendenza di molti filosofi a costruire s., contravvenendo in tal modo al compito precipuo della filosofia di compiere sistemazioni mai definite e rimanere aperta a problemi sempre nuovi; di qui la denuncia della vanità della filosofia accademizzante, accusata di essere libresca, distaccata da ogni vero impegno umano e avulsa da ogni concreto problema storico. Altrettanto netta e decisa fu la condanna di J. Dewey, che concepì la conoscenza non come dato gnoseologico, poiché non esiste una realtà come s., ma come frutto dell'azione consapevole dell'uomo che tende problematicamente a determinare l'indeterminato, senza con ciò pretendere di costringere la realtà entro schemi strutturali definitivi. • Sport - Nel gioco del calcio, tattica di gioco di origine inglese introdotta in Italia intorno agli anni Quaranta. Contrapposto al metodo (V.), il s. venne detto anche WM per la disposizione assunta in campo dai giocatori, schierati con una difesa a sette e un attacco a tre. I centrocampisti, infatti, agivano in attacco o in difesa a seconda che la propria squadra fosse o meno in possesso del pallone. I terzini erano tre, uno centrale e due laterali, così come tre erano le punte fisse. Mediani e mezzali a centrocampo formavano il cosiddetto "quadrilatero'', ossia il fulcro centrale dello schieramento, addetto a funzioni di raccordo tra difesa e attacco. Elemento essenziale nel s. era il rigido marcamento a uomo. Da tale tattica derivò il mezzosistema, praticato per la prima volta in Italia intorno al 1947, che prevedeva l'incremento delle risorse difensive a scapito di quelle offensive, e poi il catenaccio (V.), che accentuava tale caratteristica.