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Siracusa.

Città della Sicilia e capoluogo della provincia omonima; è situata a 17 m s/m., nella parte sud-orientale dell'isola. 121.000 CAP 96100. • Econ. - Il nucleo più antico, abitato dal XIV sec., è costituito dall'isolotto di Ortigia il quale, legato alla terraferma da due ponti, delimita i due bacini del Porto Piccolo a Nord, e del Porto Grande a Sud, sede, quest'ultima, dove si concentra la tradizionale attività economica della città rappresentata dalla pesca. Un tempo importante porto commerciale, oggi S., dopo lo sviluppo del vicino porto di Augusta, ospita esclusivamente pescherecci. Mercato agricolo di importanza regionale (cereali, agrumi, vino, olio, ortaggi), S. è anche sede di industrie del cemento, chimiche, alimentari, di trasformazione del petrolio. Fiorente il turismo. • St. - Il luogo dove sorse S. fu abitato da popolazioni indigene già nell'Età del Bronzo. Secondo la tradizione, i Greci vi giunsero nel 734 a.C. fondando quasi subito altre colonie all'interno della Sicilia: Acre, Enna, Casmene, Camarina. La prima costituzione politica, repubblicana, durò parecchi secoli; insorta poi una lotta tra democratici e aristocratici, questi ultimi, vinti, chiesero aiuto a Gelone, tiranno di Gela. Gelone, impadronitosi della città, si eresse a difesa dell'Ellenismo d'occidente contro i Cartaginesi, da lui sconfitti (480 a.C.) a Imera. Gli successe (478 a.C.) il fratello Gerone, amante della cultura (alla sua corte vissero Simonide, Bacchilide, Pindaro ed Eschilo), che sconfisse gli Etruschi nella battaglia navale di Cuma (474 a.C.). Passato il potere (467 a.C.) nelle mani di Trasibulo, seguì (466 a.C.) un Governo democratico che ebbe risonanza anche nell'ambito della politica estera, la quale mutò da fortemente egemonica nei confronti delle altre città della Sicilia ad aggressiva nei confronti di Etruschi e Ateniesi. Nel 406 a.C. Dionisio I riuscì a ricostruire la tirannide in S. e a ridare unità alla Sicilia orientale. Alla sua morte (367 a.C.), gli succedette il figlio Dionisio il Giovane, che venne rovesciato dallo zio Dione. Dopo l'uccisione di quest'ultimo da parte di Callippo (354), la città cadde in mano a una serie di tiranni incapaci politicamente finché, nel 317 a.C., si impadronì del potere Agatocle, il quale, assunto il titolo di re nel 305 a.C., governò secondo il modello del saggio Dionisio I. Morto Agatocle (289 a.C.), la città, agitata dalle lotte civili e ancora assediata dai Cartaginesi, chiamò in aiuto (278 a.C.) Pirro, re dell'Epiro. Partito Pirro, Gerone II, fattosi proclamare tiranno nel 275 a.C., cercò di unificare la Sicilia greca, quando nell'isola intervennero i Romani. Dopo diverse vicende, S. fu infine (212 a.C.) conquistata e saccheggiata dalle truppe del console Marcello. S. diventò allora città romana, mantenendo comunque una certa autonomia e divenendo centro importante della cristianità siciliana. Fu in seguito preda di Vandali, Goti, Bizantini (535 d.C.), Arabi (878), Normanni (1085), seguendo successivamente le sorti del Regno di Sicilia fino al 3 settembre 1860, giorno in cui si arrese alle truppe di Garibaldi. • Archeol. - Il nucleo primitivo della città si estese nel VII sec. a.C. occupando le colline di Acradina, Tyche e Neapolis, poste a Nord-Ovest dell'Isola di Ortigia. Dionisio I incluse nella cinta muraria, lunga 28 km, le Epipole, la terrazza pianeggiante a Nord di Ortigia che sarebbe diventata il quinto dei quartieri, destinato a insediamenti militari, nei quali era stata divisa la città. Delle tante costruzioni presenti in Ortigia, che aveva una propria cinta muraria interna e una porta, detta Pentàpylon, che la metteva in comunicazione con l'Acradina, oggi sono rimasti: i ruderi del tempio di Apollo (secc. VII-VI a.C.), molto simile a quello di Corinto; i resti del tempio di Atena (V sec. a.C.), costruzione di stile dorico in seguito incorporata nel duomo; la fonte Aretusa; l'acropoli antica; la reggia e le tombe dei tiranni. A Neapolis si trovano: le latomie, cave di pietra dalle quali si estraeva il materiale per eseguire le costruzioni (nella latomia del Paradiso si trova la grotta detta orecchio di Dionisio); il celebre teatro greco (forse risalente a Dionisio I e rimaneggiato da Gerone II); l'ara di Zeus Eleuterio, imponente altare fatto costruire da Gerone II per sacrifici pubblici; l'anfiteatro romano ellittico di età augustea. Acradina ospitava: la via lata perpetua, ricordata da Cicerone; l'agorà, posta dove è l'odierna piazza del Foro; il ginnasio con il sepolcro di Timoleonte; l'odèo, oggi sommerso in parte a causa dei fenomeni di bradisismo; l'arsenale. Nella Tyche, in un primo tempo sobborgo di Acradina, esistono alcune tracce di età greca ellenistica, tra le quali si ricordano un Esàpsylon, una via detta Hekatòmpedos, un tempio della Fortuna, un ginnasio e altri templi. Nelle Epipole sopravvive ancora il cosiddetto castello Eurialo, un insieme di fortificazioni, aventi base nella roccia, fatte erigere da Dionisio I. Nella pianura, presso il fiume Ciani, sono visibili due colonne appartenute al tempio di Giove Olimpico (VI sec. a.C.). • Arte - Del periodo cristiano sono le catacombe di Santa Lucia (secc. II-III), di Vigna Cassia, di Santa Maria del Gesù, di San Giovanni. Al periodo normanno risalgono le chiese di San Giovanni, di San Martino, di San Tommaso e di Santa Lucia, quest'ultima posta fuori dal territorio di Ortigia. Risalenti all'epoca bizantina, ma rifatte nel XIV sec. sono le chiese di San Giovanni Battista e di San Pietro; di tipo gotico-aragonese è invece la chiesetta di Santa Maria dei Miracoli. All'epoca medioevale risale il castello Maniace, fondato nel 1038 e ricostruito da Federico II di Svevia. Svevo è anche il palazzo Bellomo, rifatto in parte nel XIV sec., sede della galleria regionale. Nel XIV sec. sono stati eretti i palazzi Mergulese-Montalto, Abela, Cireco; nei secc. XV-XVI i palazzi Lanza, Migliaccio, Gargallo, Interlandi; nel XVII sec. i palazzi Arcivescovile e Senatorio; nel XVIII sec. i palazzi Beneventano, Borgia, Bongiovanni, Rizza. Tra le costruzioni barocche religiose, notevoli sono quelle del Collegio, di Santa Lucia alla Badia, di San Filippo Neri, dello Spirito Santo. ║ Diocesi di S.: forse risalente al IV sec., anche se leggende e interpretazioni bibliche (Atti 28, 12) la datano già al I sec., la diocesi fu smembrata nel 1812, quando venne eletta a diocesi Caltagirone, e poi ancora nel 1844, quando sorse quella di Noto. Sempre nel 1844 S. fu eretta a sede metropolitana. Nel 1950 la neonata diocesi di Ragusa fu unita aeque pincipaliter a quella di S. ║ Provincia di S. (2.109 kmq; 396.167 ab.): ampio territorio esteso sul versante orientale dei Monti Iblei che degrada, con ampie dorsali, verso la costa ionica compresa tra Capo delle Correnti e la Piana di Catania. Il clima è tipicamente mediterraneo, con piogge concentrate nei mesi invernali; la zona è attraversata da corsi d'acqua dal regime torrentizio. La costa sul Mar Ionio, sebbene prevalentemente bassa, è caratterizzata da una serie di promontori che formano insenature e porti naturali. L'economia è essenzialmente di tipo agricolo (agrumi, ortaggi, cereali, mandorle, olive), anche se importanti sono la pesca e, soprattutto, l'industria (petrolchimica, metalmeccanica, materiali da costruzione, impiantistica), localizzata lungo il litorale tra Augusta e S. nella zona di maggior concentrazione demografica. Sulla costa fiorente è anche il turismo. Tra i centri maggiori, oltre al capoluogo, si ricordano Augusta, Avola, Lentini, Noto, Pachino, Rosolini.
Siracusa: il teatro greco