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Sinòttico.

(dal greco synoptikós, der. di sýnopsis: sguardo d'insieme). Esposto e riepilogato secondo i criteri della sinossi, cioè in forma compendiaria e schematica, al fine di consentire una visione di insieme e una rapida comprensione dei problemi e degli aspetti fondamentali di una disciplina o di una data materia: tavole s. degli elementi. Carta s. del tempo: mappa meteorologica in cui vengono raffigurate le condizioni atmosferiche registrate simultaneamente in luoghi diversi. ║ Quadro s.: quadro di supervisione e comando di impianti, soprattutto elettrici, che riporta lo schema generale dell'impianto stesso e alcuni dispositivi di telecomando delle apparecchiature. • Rel. - Vangeli s. o anche i S.: espressione con la quale si definiscono, a partire dal XVIII sec., i tre Vangeli di Matteo, Marco e Luca che, per via dell'affinità e del parallelismo della loro narrazione, possono essere letti in sinossi a colonne affiancate. L'esame critico-testuale esercitato in età moderna sui Vangeli ha infatti evidenziato la diretta somiglianza di questi tre rispetto a quello di Giovanni, che appare nettamente distinto. La concordanza dei s. sussiste sia per quanto riguarda la materia presentata sia per la sua disposizione e, spesso, si estende anche al livello espressivo e linguistico. Lo schema generale del racconto comune comprende: la predicazione del Battista, il battesimo di Gesù, la predicazione in Galilea e a Gerusalemme, l'ultima discesa alla Città Santa per la celebrazione della Pasqua, gli eventi della Passione e della Resurrezione. In particolare: rispetto ai 661 versetti di Marco (che è il più breve dei Vangeli), Matteo presenta un parallelismo in circa 600 versetti dei suoi 1068; Luca se ne discosta di più, pur presentando di fatto la metà abbondante della materia di Marco e, dove manca il parallelismo, offrendo comunque materia affine. Sono state registrate anche concordanze a due che di volta in volta differiscono da un terzo s., essendo presenti determinati discorsi o episodi talvolta solo in uno e talaltra in due dei s.: ad esempio Marco non si sofferma sulla nascita e sull'infanzia di Gesù, mentre lo fanno Matteo e Luca, che hanno in comune materia assente in Marco per un totale di circa 200 versetti, con un grado di somiglianza tra i due, nell'ambito di questa materia esclusiva, piuttosto variabile. Per quanto riguarda il resto della narrazione, Marco non risulta più isolato, dal momento che Matteo e Luca non si discostano mai contemporaneamente dal suo schema narrativo. In aggiunta, nei passi comuni a tutti e tre, le parole e le espressioni di Marco ritornano con alta concordanza in almeno uno degli altri due s. Interessante, infine, è la presenza dei cosiddetti “doppioni”, quando cioè Matteo e Luca ripetono, ciascuno due volte nella propria narrazione di un episodio o di un discorso, una frase sostanzialmente identica: dal punto di vista linguistico, però, la ripetizione ha in un caso forma aderente a Marco, nell'altro caso o non ha riscontro o lo ha solo nell'altro s.Questione s.: complesso di problemi e teorie legate allo studio della genesi dei Vangeli s. e dei loro possibili rapporti di dipendenza diretta (nel caso cioè uno degli estensori conoscesse la redazione già compiuta di un altro Vangelo) o indiretta (nel caso cioè i singoli estensori si rifacessero a un complesso di tradizioni orali o di documenti letterari comuni). A partire dal XVII sec. la critica biblica ha cercato di individuare quali siano stati in realtà i rapporti tra i s., elaborando numerose e varie teorie: si pensò, ad esempio, a una derivazione diretta - una sorta di riassunto - di Marco da Matteo o ad una fonte comune ai tre, seppure conosciuta in forme diverse da Marco e Luca da un lato e Matteo dall'altro o ancora all'esistenza di una versione aramaica di Matteo differente da quella greca. Trovò poi credito, durante l'Ottocento, la tesi della scuola di Tubinga, secondo la quale il Vangelo di Matteo, da cui sarebbe derivato il più sintetico Marco, rappresentava l'opzione petrina del Cristianesimo primitivo, distinta da quella paolina rispecchiata in Luca. Nella seconda metà del secolo guadagnò consensi l'idea di una precedenza di Marco sugli altri s., poi ulteriormente sviluppata nella convincente teoria delle due fonti, secondo la quale Matteo e Luca presuppongono Marco ma derivano, per quanto riguarda le parti comuni assenti in Marco, da una seconda fonte Q (dal tedesco Quelle: fonte). La critica più recente sta procedendo lungo questa via di indagine, ad esempio cercando di spiegare le concordanze verbali di Matteo e Luca contro Marco, presenti in materiale narrativo che sembrerebbe però dipendere da Marco, con l'esistenza di un proto-Marco, che sarebbe fonte comune a tutti e tre i s., insieme alla già citata e a noi non nota Q.