(dal greco
synédrion:
assemblea). Nel mondo greco, la riunione dei rappresentanti delle leghe sacrali
o politiche nazionali. Presso altri popoli antichi (Romani, Cartaginesi, ecc.),
il consesso senatoriale. ║ Fig. - Con accezione scherzosa, consesso,
assemblea di persone autorevoli. ║ Presso gli Ebrei, il tribunale supremo
che fu istituito probabilmente dopo il ritorno dall'esilio babilonese (536 a.C.)
allo scopo di custodire la legge e di diffondere il Giudaismo e la legge tra il
popolo. Era composto da una settantina di membri (in ricordo dei 70 anziani
associati a Mosè), eletti da tutte le classi del popolo. Nel
s.,
il cui nome compare nelle fonti solo in età romana, ma la cui esistenza
sembrerebbe storicamente risalire all'età ellenistica (è probabile
che il Senato denominato
gerusía fosse il medesimo organo), erano
largamente rappresentate le due classi dominanti del popolo ebraico: quella dei
sadducei, legata alle famiglie sacerdotali nobili, e quella dei farisei, cui
apparteneva la maggior parte degli scribi. La competenza giudiziaria di questo
tribunale era assai ampia e riguardava, in particolare, quei compiti di gestione
degli affari pubblici e di amministrazione della giustizia che non ricadevano
sotto il controllo dell'autorità romana. Nel 57 a.C. il proconsole
Gabinio, allo scopo di ridurre il potere del
s. di Gerusalemme,
procedette alla suddivisione del territorio giudaico in cinque distretti,
amministrati ognuno da un proprio
s. Dopo che Cesare ripristinò lo
stato precedente (47 a.C), il
s. venne definitivamente esiliato da
Gerusalemme nel 70 d.C., all'epoca della distruzione della città.
Trasportato a Jamnia e nel 325 a Tiberiade, il
s. continuò a
esistere fino al 425 svolgendo funzioni di rappresentanza politica,
amministrazione interna e guida della vita religiosa. ║ In epoca moderna
il
s. rivisse sotto Napoleone I che nel 1807 convocò a Parigi
un'assemblea di Ebrei provenienti da ogni parte d'Europa allo scopo di stabilire
delle prescrizioni che regolassero i rapporti tra gli Ebrei e le istituzioni dei
popoli tra i quali vivevano. In particolare, venne decretata l'abolizione di
quelle istituzioni mosaiche di natura civile che non potevano trovare
applicazione nei tempi moderni (per esempio, la poligamia).