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Simposio.

(dal greco sympósion, der. di sýn: insieme e píno: bevo). Nel mondo greco-romano, la seconda parte del banchetto, destinato alla degustazione dei vini scelti dal simposiarca (il rex convivii presso i Romani) e a varie forme di intrattenimento (giochi, danze, canti conviviali, declamazioni di poesie, dispute dottrinali e filosofiche, arguzie). ║ Per estens. - Riunione, occasione per discutere argomenti di comune interesse. ║ Convegno di studio, di breve durata, promosso per confrontare teorie, ricerche, posizioni su di un determinato argomento. ║ Opera di argomento monografico che raccoglie interventi, posizioni e discussioni dottrinali su un tema prescelto, redatte da una pluralità di autori. • Lett. - Genere letterario della letteratura classica che ricorre all'espediente formale del dialogo tra i personaggi durante un banchetto conviviale. Sviluppato originariamente dai socratici (in particolare da Platone e Senofonte), il genere del s. vide accentuata la sua natura dialogica nelle opere dei filosofi successivi (Menippo, Epicuro, Aristotele, ecc.), mentre durante l'età ellenistica prevalse il carattere di opera erudita (come nel caso di Plutarco, Ateneo e Macrobio). Già con Luciano il s. acquisì valore parodistico e caricaturale, massimamente realizzato, fino al limite del grottesco, dalla celebre Cena Trimalchionis descritta nel Satyricon di Petronio.