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Simpatia.

(dal greco sympatéia, der. di sýn: insieme e páthos: sentimento). Affinità spontanea per cui ci si sente inclini verso persone, idee o cose. Si oppone ad antipatia. ║ Buona sintonia reciproca, concordanza di sentimenti. ║ Per estens. - Attenzione, benevolenza, affetto, amore. ║ Andare a s.: scegliere, giudicare seguendo la s. e non in base a criteri oggettivi. ║ Per estens. - In medicina, tendenza di determinati organi di contrarre affezioni analoghe a quelle che interessano organi simili. ║ Per estens. - Modificazioni fisiche o chimiche indotte a distanza (scoppio per s.: scoppio di ordigni provocato dall'esplosione di altri posti non a loro diretto contatto). • Filos. - Il termine filosofico di s. presenta due significati: uno oggettivo, di tipo metafisico, l'altro soggettivo, di ordine morale, esteso anche agli ambiti psicologico e sociologico. Il primo significato sottintende un'affinità che lega tra loro tutte le cose, regolando l'universo, secondo una visione nata con lo stoico Posidonio di Apamea e diffusa poi da Eraclito a Platone, ai neoplatonici e ai filosofi rinascimentali. Il secondo significato denota invece un'affinità di ordine personale che risale ad Aristotele e conobbe un'ampia diffusione nel Settecento inglese, per opera di A. Shaftesbury e A. Smith. A quest'ultimo si deve il concetto di s. intesa come partecipazione al sentimento altrui, fondamento di ogni rapporto morale. S. è anche la Mitleid, la compassione che si ritrova nel pensiero di A. Schopenhauer e che accomuna tutti gli uomini partecipi della sofferenza cosmica. Nella filosofia moderna il termine ha progressivamente perduto il suo significato metafisico a vantaggio di quello morale; un contributo determinante è venuto da D. Hume che vede nella s. il presupposto della morale tesa a correggere le contraddizioni dell'istinto e a rendere possibile la vita civile.