Atto ed effetto del simbolizzare, cioè
dell'elaborare simboli in grado di esprimere concetti, nozioni, ecc.
(V. anche SIMBOLO).
║ Psicol. -
Processi di s.: in psicoanalisi, processi primari il
cui tipo esemplare è rappresentato dal sogno. Mediante l'attività
onirica, secondo Freud, i processi di spostamento e condensamento consentono
l'elaborazione di contenuti inconsci e latenti in simboli coscienti e manifesti.
Secondo la scuola classica di E. Jones,
s. equivale a rimozione,
cioè il simbolo viene elaborato quando il suo contenuto latente è
stato rimosso dal soggetto in seguito a un conflitto intrapsichico. In quanto
legati alla sfera inconscia del singolo, i simboli non possono dunque essere
decifrati secondo categorie generali. Tuttavia alcuni studiosi hanno rilevato
l'esistenza di simboli, per così dire, universali, originati da processi
di
s. che sono fissi e indipendenti dai singoli e perciò eccedono
l'ambito inconscio individuale: essi sono riconoscibili all'interno di culture
assai distanti tra loro, dispersi nel bagaglio mitologico, religioso e
artistico. Secondo Freud tali simboli sono frutto di una sorta di eredità
filogenetica, ma (ipotesi più convincente) Jung riconobbe in tali
archetipi universali, il prodotto dei processi di
s. di un
inconscio
collettivo. Una forma importante dei processi di
s.
collettiva sarebbe l'attività mitopoietica dei popoli, che si
è espressa nelle mitologie antiche ma anche nelle fiabe e in genere nel
patrimonio folcloristico dei popoli attraverso i secoli. Col progredire degli
studi psicoanalitici, alcuni studiosi hanno proposto un collegamento dei
processi di
s. anche con processi secondari, cioè inerenti al
pensiero razionale. Le ricerche di M. Klein e H. Segal hanno comunque spostato
l'attenzione dal simbolo in sé al suo processo di formazione, ponendo
quesiti relativi al perché si sviluppino le capacità di
s.
e perché esse evolvano compiutamente e stabilmente in alcune persone
mentre in altre risultino bloccate o gravemente carenti. La
s. è
attualmente vista non come una capacità acquisita, un elemento dato
comune a tutti gli uomini, ma come una potenzialità che può essere
sviluppata o rimanere come inceppata, portando a esiti di tipo patologico. La
s. è cioè un processo di tipo relazionale, implicante un
legame complesso e soprattutto evolutivo tra il soggetto, la cosa simbolizzata,
il simbolo e un'altra persona che in tale rapporto può favorire o inibire
il dispiegarsi delle capacità di
s. ║ In psicologia
genetica, i processi di
s. sono considerati inerenti alle funzioni sia
dell'area cognitiva sia di quella affettiva. Secondo J. Piaget, i bambini nella
seconda fase di sviluppo (2 - 7 anni) si valgono di forme di pensiero di tipo
rappresentativo-intuitivo, grazie al quale è possibile la sostituzione di
un oggetto o di un'azione con simboli. Anche il processo di apprendimento del
linguaggio, che si realizza attraverso un meccanismo incentrato sull'imitazione,
prevede una
s. dell'oggetto, che viene sostituito da un segno: la parola.
Altre forme di
s. sono riconoscibili nell'attività ludica
infantile, in special modo nei giochi che attivano le funzioni immaginativa e
fantastica.