Arma subacquea mobile capace di percorrere a forte
velocità una traiettoria prestabilita o comandata durante la corsa
così da fare esplodere un'apposita carica di scoppio contro la carena di
una nave nemica. ║
S. umano: nome con cui si designarono i
combattenti volontari che, durante entrambi i conflitti mondiali, guidavano
apparecchi in grado di avvicinarsi il più possibile al bersaglio per
lanciare contro di esso una carica esplosiva destinata a brillare dopo breve
tempo, per dar loro la possibilità di allontanarsi. • Encicl. -
Ideato intorno al 1860 dal capitano di corvetta della Marina austriaca G.B.
Luppis, il
s. fu perfezionato intorno al 1867 da R. Whitehead di Fiume. I
primi
s. avevano caratteristiche molto semplici: 3-4 m di lunghezza;
calibro di 300-400 mm; carica esplosiva di 25 kg; propulsione con macchina a due
cilindri ad aria compressa; velocità di 7 nodi; autonomia di 600 m. Negli
anni vennero apportate migliorie notevoli dal punto di vista tecnico che lo
fecero divenire arma basilare di imbarcazioni e sommergibili. Se durante la
seconda guerra mondiale i
s. venivano ampiamente impiegati, grazie anche
all'ausilio di centrali di lancio apposite, sia per obiettivi navali, sia per
l'abbattimento di sottomarini, oggi il loro impiego antinave è
praticamente escluso. I
s. antisommergibile attualmente presenti si
dividono in
s. leggeri e
s. pesanti. I primi, che hanno massa tra
210 e 350 kg, lunghezza intorno ai 3 m e carica esplosiva di circa 30 kg, sono
trasportati da mezzi aerei che li sganciano nei pressi del bersaglio. I
s.
pesanti, aventi massa fino a 1.800 kg, lunghezza sui 6 m, propulsione a
ciclo Otto con miscele gassose e carica esplosiva intorno ai 50 kg, vengono
utilizzati, tramite regolazione a distanza, da sommergibile a sommergibile.
• Tecn. - Le parti di cui è costituito un
s. classico sono,
iniziando da prora: la
testa di guerra, che contiene la carica esplosiva
e i congegni di scoppio; il
compartimento centrale, contenente gli
apparecchi necessari all'accumulo di energia propulsiva e i congegni relativi ai
timoni di profondità e direzione; la
poppa, contenente la macchina
motrice e altri congegni basilari; la
coda, contenente l'armatura per
l'impennaggio del
s. e le eliche e i timoni; la
testa d'esercizio,
contenente, tra l'altro, dispositivi in grado di far galleggiare il
s.
dopo l'esplosione per facilitarne un eventuale ripescaggio. La carica viene
fatta esplodere tramite l'accensione di una serie di esplosivi, il primo dei
quali prende il nome di
acciarino. A seconda del metodo impiegato per
trasformare l'energia accumulata in energia propulsiva si possono distinguere:
s. a combustione, il cui moto è ottenuto mediante motori
alimentati con i gas prodotti dalla combustione di un combustibile e di un
comburente in un'apposita camera, detta riscaldatore dell'aria;
s.
elettrico, le cui eliche sono azionate, tramite riduttore, da un motore
elettrico alimentato da batterie di accumulatori posti nel compartimento
centrale. Il primo e più noto
s. elettrico è il cosiddetto
G7 in dotazione ai Tedeschi durante la seconda guerra mondiale. ║
Regolazione dei s.: l'insieme di operazioni aventi lo scopo di comandare
il moto del
s. così da fargli raggiungere il bersaglio. Questa
regolazione può essere
fissa, cioè programmata prima del
lancio;
automatica, cioè affidata a organi di controllo presenti
sul
s. stesso (in questo caso si distingue in
passiva, se il
s. può solo captare la presenza del bersaglio, o
attiva, se
il
s. è in grado di dirigersi sul bersaglio);
a distanza,
effettuata dall'unità lanciante. ║
S. per aereo o
aerosiluro: tipo di
s. impiegato durante la seconda guerra
mondiale e realizzato per percorrere un tratto di corsa aerea, oltre a quello di
corsa subacquea. Gli odierni mezzi aerei utilizzano, per il lancio aereo, i
s. leggeri.
Schema di un siluro