Chim. - Termine con cui si designano i composti
polimeri formati da atomi di silicio alternati con atomi di ossigeno. In questo
senso si può affermare che i
s. (o
resine siliconiche) sono
dei materiali intermedi fra gli organici e gli inorganici. I
s. sono
prodotti in forma di resine, elastomeri, fluidi di diversa viscosità,
monomeri e intermedi, offrendo una gamma di caratteristiche che sono
generalmente possibili nel campo dei polimeri organici solo con la scelta fra
diverse classi di composti. Come materiale da costruzione, i composti siliconici
presentano delle eccellenti caratteristiche a temperature sia basse sia elevate,
hanno un'ottima stabilità termica, eccellenti caratteristiche elettriche,
chimiche e di fabbricabilità. Il silicio è l'elemento chimico sul
quale si basano i
s.; esso appartiene al IV gruppo della tavola periodica
degli elementi chimici ed è l'omologo immediatamente superiore del
carbonio. A differenza di questo però dimostra caratteristiche di
semimetallo (dal punto di vista elettrico è un semiconduttore). Il
tentativo di creare dei polimeri del silicio, nei quali questo elemento
sostituisse il carbonio nello scheletro delle macromolecole, non ha avuto esito
positivo. Si sono preparati solo alcuni
silani, corrispondenti ai primi
termini della serie paraffinica del carbonio, ma non è stato possibile
ottenere col silicio una gamma di composti vasta e flessibile come quella del
carbonio. Il tentativo che invece ebbe successo fu lo studio dei
s.,
composti polimeri nei quali gli atomi di silicio non sono legati fra loro
direttamente ma tramite un ponte ossigeno. Lo scheletro fondamentale di queste
sostanze è quindi del tipo:

Le valenze segnate libere sugli atomi di silicio sono saturate
da gruppi funzionali, normalmente alchilici ma eventualmente anche acilici o di
altro genere, come ad esempio degli atomi di alogeno. Questi sostituenti
impartiscono al polimero diverse proprietà e quindi gli danno anche il
nome. Il polimero più comune è il
dimetilsilicone, nel
quale entrambe le valenze libere sugli atomi di silicio sono legate a un gruppo
metilico ―CH
3; le catene poi sono
pure terminate da gruppi ―CH
3. Il
dimetilsilicone può quindi essere rappresentato nel seguente
modo:

con
l'avvertenza che il gruppo elementare compreso fra le parentesi quadre si ripete
uguale a se stesso per
x volte, con
x che può andare da 0 a
molte migliaia. Il
difensilsilicone ha una struttura del tutto simile a
quella del dimetilsilicone, solo che il gruppo metilico ―CH
3 è sostituito da un residuo di
un anello benzenico, cioè da un fenile ―C
6H
5. Il
metilfenulsilicone è ancora simile ai precedenti; ogni atomo di
silicio lega però un metile a un fenile. Il
trifluoropropil-metilsilicone ha come costituenti sul silicio un metile e
un residuo dello 1, 1, 1-trifluoroporpile; l'elemento ripetitivo della sua
formula è quindi il seguente:

Il
copolimero del dimetil e del metilfenilsilicone (da
non confondere con il metilfenilsilicone) presenta degli atomi di silicio che
portano due metili alternati in modo irregolare e degli atomi che portano un
metile e un fenile; la sua struttura sarà quindi del
tipo:

intendendo
però che questa alternanza non è regolare, in quanto questo
prodotto viene ottenuto copolimerizzando i monomeri che servono per il
dimetilsilicone con quelli che servono per il metilfenilsilicone. Il rapporto
fra questi due tipi di monomeri può essere variato a volontà e
ciò evidentemente comporta variazioni nella struttura e nelle
caratteristiche del prodotto. Materia prima di partenza è il silicio allo
stato puro, metallico, ottenuto per riduzione della silice, e sottoposto a una
scrupolosa purificazione. Per reazione del silicio con cloruro di metile si
ottiene il dimetildiclorosilano, secondo una reazione del
tipo:

che avviene
sui 300 °C catalizzata con composti di rame. Lo stesso prodotto può
anche essere preparato dal tetracloruro di silicio per il trattamento con un
reattivo di Grignard (composto organo-magnesiaco), ad esempio
CH
3―Mg―Cl, secondo una reazione del
tipo:

Questo
prodotto serve per preparare il dimetilsilicone; e se si volesse preparare un
altro prodotto si dovrebbe preparare un altro clorosilano: ad esempio, per
produrre il fenilmetilsilicone si deve preparare il fenil-metildiclorosilano. Il
dimetil-diclorosilano così ottenuto viene idrolizzato con acqua a dare un
intermedio instabile, il
dimetildiidrossisilano:

che nelle condizioni operative polimerizza con perdita di acqua
a dare il dimetilsilicone. Da un punto di vista strettamente chimico questo
composto dovrebbe quindi chiamarsi
poli-dimetilossisilano o anche
dimetilpolisilossano. In realtà nella reazione di formazione del
dimetil-diclorosilano si formano anche altri prodotti, in particolare il
metiltriclorosilano CH
3SiCI
3, il trimetilclorosilano
(CH
3)
3SiCl e quantità minori di tetrametilsilano e
tetraclorosilicio. La miscela di prodotti deve essere frazionata per
distillazione; tuttavia in alcuni casi si possono lasciare i due primi prodotti
citati che vengono pure idrolizzati e fatti reagire per produrre la resina;
durante l'idrolisi e la polimerizzazione si ha un parziale riarrangiamento di
questi a dimetildiclorosilano, mentre alcune di queste molecole, in particolare
quelle di trimetilclorosilano, servono come terminazione della catena
polimerica. Le caratteristiche del polimero ottenute dipendono da vari fattori:
il tipo di gruppi funzionali che porta il silicio; il peso molecolare medio del
polimero; la distribuzione dei pesi molecolari. Inoltre i polimeri possono
essere variamente modificati sia completandone la polimerizzazione dopo
fabbricazione, sia reticolando le molecole (cioè stabilendo dei ponti fra
una molecola e l'altra), sia per addizione di riempitivi e cariche più o
meno inerti. La viscosità per i prodotti fluidi può essere
regolata in un campo assai ampio con l'addizione di addensanti quali saponi di
litio o di sodio. Numerose resine siliconiche sono poi vendute in uno stato
fluido, che non è quello di impiego ultimo del prodotto. È il caso
delle gomme o dei mastici per sigillare. In questi casi sono possibili diversi
meccanismi attraverso i quali il prodotto viene modificato dopo che è
stato formato nell'impiego voluto. In molti casi si applica calore e pressione,
come nello stampaggio tradizionale di materie termoplastiche o termoindurenti:
più interessanti però sono i casi di indurimento per altre vie. La
polimerizzazione o la reticolazione può avvenire per reazione chimica fra
due polimeri siliconici diversi, mescolati poco prima dell'uso, oppure per
evaporazione di un solvente, per riscaldamento, per effetto dell'umidità
assorbita dall'aria, o per combinazione di diversi meccanismi di questo tipo. I
polimeri siliconici possono essere induriti in tutti questi modi diversi e sono
disponibili anche per essere induriti a temperatura ambiente. La
gomma
RTV a due componenti, vulcanizzabile a temperatura ambiente, è
composta da due parti costituite entrambe da polimeri siliconici, ma aventi
diverse terminazioni delle catene polimeriche. L'indurimento avviene per
reazione fra due catene che si saldano a dare un'unica catena polimerica lunga
quanto la somma delle due di partenza. Questo forte aumento del peso molecolare
cambia notevolmente le caratteristiche del materiale. Il meccanismo di
indurimento può essere di questo tipo (indichiamo per brevità solo
le estremità delle due
catene):

Si è
indicato con R― un radicale alchilico, nella
reazione si sviluppa un alcool R―OH; se R― è il metile ―CH
3 quello che si sviluppa è alcool
metilico CH
3―OH. L'indurimento
avviene quasi senza sviluppo di calore, perché il numero di legami che si
stabiliscono è piccolo rispetto alla massa delle molecole. La gomma RTV
esiste anche in formulazione a un solo componente, sempre indurente a
temperatura ambiente. In questo caso l'indurimento avviene per un aumento di
peso molecolare dovuto alla fusione fra due molecole. La reazione avviene per
effetto di opportuni gruppi terminali delle molecole (che sono tutte di un tipo)
che reagiscono con l'umidità dell'aria. Ad esempio, nel caso in cui la
parte terminale di una molecola sia del
tipo:

si
può avere la reazione detta di unione fra due molecole con liberazione
contemporanea di acido acetico CH
3―C―OH. Più
recenti formulazioni di RTV a un componente sono basate su reazioni simili ma i
prodotti liberati sono diversi (ad esempio alcool metilico) cioè
più volatili, meno corrosivi e meno sgradevoli all'olfatto dell'acido
acetico. Altre resine siliconiche sono formulate per indurire nei più
diversi modi ma senza che si abbia liberazione di nessuna sostanza. ║
Proprietà: le sostanze siliconiche possono presentarsi nelle forme
più diverse, da liquido alquanto viscoso a grasso, a resina gommosa, a
resina dura. Vi sono però alcune proprietà comuni. 1)
Stabilità termica: tutti i composti siliconici sono stabili
chimicamente su un vasto campo di temperature, da -50 °C a +250 °C. I
fluidi siliconici sono preziosi perché su un campo di temperatura tanto
ampio mantengono praticamente la loro viscosità, con variazioni molto
contenute, a differenza di tutte le altre sostanze, per le quali la
viscosità varia fortemente con la temperatura. La gomma siliconica
può essere impiegata fino a 260 °C in servizio continuo, con punte
anche sopra i 300 °C; alle basse temperature mantiene la sua
flessibilità completa fino a -75 ÷ -100 °C. È l'unico
elastomero stabile su un tale campo di temperatura. Le resine siliconiche hanno
anche un'elevata stabilità termica; se ne producono formulazioni
particolari dotate di altissima stabilità dimensionale. Alcune resine
siliconiche vengono utilizzate per produrre vernici che sono dotate di
eccezionale stabilità agli agenti chimici, mantenendo intatta la loro
colorazione e aspetto superficiale (mentre la maggior parte degli elastomeri si
screpola) anche dopo anni di esposizione alla luce solare. Alcune vernici di
formulazione particolare sono utilizzabili in servizio continuo sopra i 500
°C. Per i fluidi siliconici si deve ricordare che all'elevata
stabilità termica si accoppia una bassissima tensione di vapore su tutto
il campo di temperatura: sono quindi utilizzati come lubrificanti; in questo
caso una tensione di vapore significativa del lubrificante comprometterebbe il
funzionamento della pompa stessa. Per impiegare i fluidi siliconici come
lubrificanti si usa dar loro la consistenza di grasso indurendoli con piccole
percentuali di saponi, ad esempio sapone di litio: si ottengono prodotti che
sono in grado di coprire qualsiasi campo di viscosità desiderabile (per
queste applicazioni) dosando la quantità di sapone. I grassi siliconici
sono gli unici lubrificanti in grado di superare le prove più severe,
quali un funzionamento per migliaia di ore in un cuscinetto a sfere a
temperatura elevata (100 °C e oltre). 2)
Proprietà
superficiali: la struttura dei
s. conferisce loro proprietà
superficiali del tutto particolari. I fluidi siliconici presentano una
bassissima tensione superficiale; vengono utilizzati nella creazione di
lubrificanti, prodotti per pulire vernici, cosmetici, fluidi per pistoni
idraulici. Per lo stesso motivo sono impiegati come schiumogeni nella
fabbricazione di resine espanse, particolarmente poliuretano. In altri casi sono
invece impiegati, in diverse condizioni, come agenti antischiumogeni, che
distruggono schiume non desiderate o ne evitano la formazione. I
s. sono
idrorepellenti, per la loro stessa struttura. Oltre a presentare un assorbimento
di acqua bassissimo e un'elevatissima resistenza all'umidità, evitano
anche la formazione di condense (molti prodotti antiappannanti per vetri sono
appunto a base di fluidi siliconici). I
s. sono inoltre dei prodotti
antiadesivi. Applicati anche in strati sottili sui materiali più diversi
(carta, metalli, gomma, cuoio, materie plastiche) impediscono l'adesione di
altri materiali, ad esempio dei grassi e dello sporco in genere, oltre che della
polvere. 3)
Inerzia chimica: i
s. presentano una grande inerzia
chimica, dovuta alla stabilità intrinseca della loro struttura. Sono
stabili su un ampio campo di temperature, inodori, inattaccabili da molti agenti
chimici e dagli agenti atmosferici, atossici, tanto da poter essere impiegati
come agenti anti-stick a contatto con prodotti alimentari. A meno di particolari
cariche, l'ingestione di prodotti siliconici non provoca alcun effetto
sull'organismo umano, in quanto non vengono digeriti né assorbiti in
circolo né si decompongono in altri prodotti dannosi. Certi fluidi
siliconici vengono addirittura iniettati sotto la cute per eliminare rughe o
sviluppare zone del corpo a scopo estetico. 4)
Proprietà
elettriche: tutti i
s. sono degli ottimi isolanti. Presentano
un'elevata resistività di volume e rigidità dielettrica, una
costante dielettrica di 2.5 ÷ 4, un fattore di perdita che è fra i
più bassi conosciuti, un'elevata resistenza all'arco elettrico e
all'effetto corona. Queste loro caratteristiche sono influenzate in minima parte
dalla presenza di umidità, dalla temperatura, da sovraccarichi elettrici
e dalla presenza di molti agenti chimici. Inoltre la maggior parte delle resine
e gomme siliconiche sono di per sé autoestinguenti. ║
Applicazioni: le gomme siliconiche sono impiegate diffusamente in
elettrotecnica, in elettronica e aerospaziale per otturazioni di fori e
sigillatura di ambienti (un caso tipico è l'otturazione di un foro
attraverso il quale passano dei fili elettrici). Le stesse gomme sono anche
usate per l'inglobamento dei componenti elettronici, come barriera per
l'umidità e per distribuire meglio il calore generato dall'elemento
attivo, facilitando la dissipazione del componente. Atri tipi di gomme
siliconiche vengono impiegate come rivestimento isolante di cavi e fili
elettrici destinati a lavorare a temperatura molto alta o molto bassa, oppure in
ambienti molto umidi o polverosi. Sono altresì usate per creare
guarnizioni, tubi flessibili, guaine, diaframmi, connettori, manicotti e per
piccoli stampi per la colata di altre resine. Elastomeri siliconici sono stati
introdotti come sigillanti o per l'impermeabilizzazione di soffitti in luogo
della tradizionale carta catramata; la gomma siliconica presenta infatti una
buona adesione al cemento e un allungamento che può anche giungere al
1.000%. I prodotti siliconici, per la loro idrorepellenza, trovano impiego per
l'impermeabilizzazione di tessuti, cuoio, ecc. ║
Schiuma
siliconica: resina siliconica espansa avente una densità di 0.05
÷ 0,25 kg/l. Viene ottenuta partendo da una resina siliconica in polvere
addizionata di un agente schiumogeno, ad esempio un solvente che evapora
formando bollicine che restano disperse nella massa, e attivando l'agente stesso
a caldo. Il tipo di schiuma a temperatura ambiente è invece costituito da
una resina alla quale si addiziona un catalizzatore e l'agente schiumante: la
miscela va utilizzata entro 60 sec, colandola nella sua forma definitiva o
spalmandola su superfici da proteggere; l'indurimento è completato dopo
alcune ore a temperatura ambiente. Le schiume siliconiche presentano le ottime
caratteristiche di tutti i composti siliconici; possono essere impiegate a
temperature fino a 340 °C in continuo, hanno ottime caratteristiche
elettriche a una bassissima conducibilità termica. Una delle loro
migliori proprietà è il fatto che la maggior parte delle celle
è chiusa, cosa che permette un minor assorbimento di umidità e una
minor formazione di condense. La resistenza a compressione è discreta,
sufficiente nella maggior parte dei casi alle necessità. Inoltre queste
resine non sono combustibili e hanno un'ottima stabilità dimensionale
anche con forti escursioni di temperatura. La
gomma RTV, vulcanizzabile a
freddo, può anche venire espansa a schiuma, con una struttura a celle
aperte (tipo quella dei poliuretani espansi); essa si mantiene flessibile su un
vastissimo campo di temperatura. Ha eccellenti caratteristiche elettriche, di
resistenza all'effetto corona e di inerzia chimica sia nei confronti degli
agenti atmosferici (ozono e umidità inclusi) sia degli agenti chimici.
Viene utilizzata come la precedente per isolamenti termici ma trova anche
impiego nella fabbricazione di supporti antivibranti. Ne esistono anche dei tipi
applicabili come vernici (induriscono in 24 ore circa a temperatura ambiente, in
tempi minori a temperature più alte); numerose formulazioni sono poi
anche autoestinguenti. La
spugna siliconica è una schiuma
siliconica flessibile a celle aperte ottenuta mescolando gomma siliconica non
vulcanizzata con un opportuno agente schiumante, ad esempio la N,
N'-dinitroso-pentametilen-tetrammina, e riscaldando poi per provocare la
vulcanizzazione e la formazione della schiuma. Questo prodotto viene utilizzato
per inglobamento di componenti e gruppi elettronici, come mastice o riempitivo,
come isolante termico e anche per imbottiture che involvono resistenza a
temperature elevate. In questo senso tutte le schiume di resine o gomme
siliconiche possono essere impiegate come le corrispondenti schiume
poliuretaniche, allorché queste non si possono usare per ragioni di
temperatura. In numerosi casi di questo genere le schiume siliconiche possono
essere impiegate vantaggiosamente in sostituzione di altri prodotti, quali ad
esempio la tradizionale lana di vetro. • Chir. - In chirurgia plastica, i
s., per le loro doti di grande inerzia nei confronti dei tessuti viventi
e per la loro repellenza all'acqua, hanno trovato largo impiego per sostituire
strutture cartilaginee, ossee e molli, in particolare la mammella.