Chim. - Termine con cui si indicano i composti del
silicio, nei quali questo elemento compare come anione ossigenato e in
particolare come gruppo (SiO
4)
4- o suo derivato. I
s. sono i costituenti principali di tutte le rocce della litosfera,
escluse quelle a base di carbonati, per cui si può dire che sono i
composti chimici naturali più comuni sul nostro pianeta. Per molti anni
la loro struttura è stata oggetto di discussioni: solo con l'introduzione
dei raggi x, e della loro diffrazione come strumento di indagine
cristallografica, la loro struttura è stata chiarita. La maggior parte di
questo lavoro fu condotta negli anni Trenta e Quaranta ad opera di numerosi
studiosi fra i quali primeggia W.L. Bragg. A seguito di questo lavoro è
stata abbandonata la tradizionale classificazione dei
s., basata
essenzialmente sulla stechiometria e quindi sulla loro derivazione dagli acidi
silicici, in favore di una più razionale, basata sull'ordinamento
spaziale dei gruppi che li costituiscono. In tal modo si riesce effettivamente a
rendere ragione non solo delle formule stechiometriche dei diversi composti, ma
anche delle loro caratteristiche chimico-fisiche. ║
Struttura: alla
base della struttura di tutti i
s. vi è il gruppo
(SiO
4)
4-, dotato di una sua forma caratteristica che
ricorda quella del metano. L'atomo del silicio è infatti circondato da
quattro atomi di ossigeno: se esso si immagina come il centro di un tetraedro
regolare, gli atomi di ossigeno ne costituiscono i quattro vertici, per cui i
legami Si―O sono diretti appunto lungo le
congiungenti tale centro con tali vertici. Con questi quattro legami il silicio
viene saturato in quanto ha numero di coordinazione quattro. Gli atomi di
ossigeno invece, avendo numero di coordinazione sei, devono stabilire due
legami: di questi uno è quello col silicio, mentre l'altro, di solito a
carattere ionico, avviene con un metallo. In tal modo si può considerare
un ossigeno con una carica elettrica negativa e legato da un legame covalente al
silicio per cui il gruppo (SiO
4)
4- presenta appunto
quattro cariche negative localizzate sui quattro atomi di ossigeno che sono i
vertici del tetraedro. La simmetria e la rigidità di questo rendono
ragione della stabilità dei
s. e della loro durezza;
l'affinità silicio-ossigeno rende invece ragione dell'elevato punto di
fusione. I diversi tetraedri possono anche collegarsi fra loro in diversi modi,
precisamente: 1) con un vertice in comune, 2) con un lato in comune, 3) con una
base in comune. Nel primo caso un atomo di ossigeno è condiviso fra i due
tetraedri, cioè fra i due gruppi (SiO
4)
4- per cui
esso costituisce un ponte Si―O―Si: l'anione risultante avrà formula
(Si
2O
7)
6-, come appare dalla seguente
rappresentazione schematica nel piano:

Ovviamente questa rappresentazione è puramente
esemplificativa perché la molecola è in realtà
tridimensionale. L'unione di più tetraedri aventi un vertice in comune
porta alla formazione di un nastro di tetraedri che nella rappresentazione piana
si può scrivere nel seguente modo:

Come si vede questo equivale a considerare uno ione ipotetico
avente formula (SiO
3)
2-: ogni atomo di silicio infatti
porta due ossigeni con relativa carica negativa mentre gli si può
attribuire metà dell'atomo di ossigeno di destra e metà dell'atomo
di ossigeno di sinistra, per cui in totale possiede tre ossigeni e due cariche
negative. Un caso particolare di questa configurazione è la formazione di
anelli di tetraedri, comprendenti tre, quattro o sei tetraedri. Si hanno allora
degli ioni multipli di (SiO
3)
2- che saranno
rispettivamente (Si
3O
9)
6-,
(Si
4O
12)
8- e
(Si
6O
18)
12-. Nel caso poi che ogni tetraedro
abbia tre vertici in comune con altri tre tetraedri ci si trova nella situazione
rappresentata dal seguente schema:

per cui ogni atomo di silicio possiede un ossigeno con carica
negativa e 3/2 di ossigeno non carichi: ovvero si può dire che due atomi
di silicio possiedono due ossigeni non carichi per cui l'anione risultante
è lo (Si
2O
5)
2-. Questa situazione si
realizza allorché i tetraedri sono uniti tra loro per un vertice, ma ogni
tetraedro è unito a tre altri per cui si ha la formazione di una serie di
esagoni regolari, aventi per lato un lato di un tetraedro, che ricoprono tutto
un piano come se fossero piastrelle. D'altra parte l'acido metadisilicico
dà dei derivati, come il talco, aventi una struttura lamellare
stratificata. Nel caso limite che il tetraedro silicio-ossigeno abbia tutti e
quattro i vertici in comune con altri quattro tetraedri, si trova un composto
neutro con due atomi di ossigeno per ogni silicio, che è la silice
SiO
2. Più complessi sono gli altri possibili aggruppamenti di
tetraedri. ║
Classificazione: come si è già
accennato, la classificazione più moderna fa riferimento al tipo di
raggruppamento dei tetraedri silicio-ossigeno. Si ottiene quindi la divisione
dei
s. naturali in cinque grandi classi, secondo la seguente
tabella:
Classe
|
Tipo di raggruppamento
|
Rapporto
|
Esempi Si:O
|
Neosilicati
|
Gruppi (SiO4)4- isolati
|
1:4
|
granato, olivina, zircone
|
Sorosilicati
|
Gruppi(Si2O7)6- o simili isolati
|
1:3 2:7
|
berilio
|
Inosilicati
|
Catene semplici o doppie
|
1:3 4:11
|
pirosseni, anfiboli, diopside
|
Fillosilicati
|
Gruppi piani
|
2:5
|
talco, miche, argille
|
Tectosilicati
|
Gruppi tridimensionali
|
1:2
|
feldspati, zeoliti
|
Secondo un'altra classificazione si considerano otto classi di
composti, precisamente: 1) a tetraedri semplici (olivina, granato, zircone,
ecc.), 2) a doppi tetraedri (thortveitite, berillo, ecc.), 3) a catena lineare
aperta (pirosseni, ecc.), 4) a nastro di tetraedri (anfiboli, tremolite, ecc.),
5) a lamelle stratificate (talco, pentalite, ecc.), 6) ad anello di tre
tetraedri (benitoite, ecc.), 7) ad anello di quattro tetraedri (axinite, ecc.),
8) ad anelli di sei tetraedri (berillo, tormaline, ecc.). La classificazione dei
s. è anche complicata dal fatto che essi si possono differenziare
per la natura dei cationi metallici (Na
+, K
+,
Ca
2+, Mg
2+, Fe
2+, Al
3+,
Mn
2+, Li
+, Sc
2+, Zr
4+,
Hf
4+, ecc.) che formano legami ionici con i gruppi
(SiO
4)
4- o gli altri possibili raggruppamenti. Fra questi
elementi i più comuni sono il calcio, il sodio, il magnesio e
l'alluminio. Per di più i tetraedri (SiO
4)
4-
possono essere sovente sostituiti in parte nei
s. da altri raggruppamenti
ionici di dimensioni similari, quali ad esempio AlO
4)
5-,
(BO
4)
5-, (BeO
4)
6- e così via.
L'introduzione di questi anioni nella struttura cristallina provoca degli
scompensi di carica (ad esempio un gruppo (AlO
4)
5- porta
un eccesso di carica negativa rispetto al gruppo (SiO
4)
4-
normale) che vanno equilibrati, per la neutralità dell'insieme, o con la
sostituzione di un catione monovalente con un bivalente, ad esempio
Na
+ con Ca
2+ (più raramente di un bivalente con un
trivalente) oppure con l'introduzione di cationi in posizioni interstiziali fra
un tetraedro e l'altro. Nella sostituzione di un (SiO
4)
4-
con un gruppo tipo (AlO
4)
5- si può immaginare che
l'alluminio si sostituisca al calcio all'interno del tetraedro; mentre il
silicio ha formalmente carica +4, l'alluminio ha carica +3, per cui si crea lo
squilibrio di cariche di cui si è detto prima. Per di più certi
elementi, come lo stesso alluminio, possono, in virtù delle loro
dimensioni ioniche, sostituirsi anche all'ossigeno, assumendo elettroni. Dato il
diverso numero di coordinazione, si crea però il solito scompenso di
cariche per cui l'equilibrio viene ristabilito solo mediante l'introduzione di
anioni di posizione interstiziale. Altri meccanismi di compensazione delle
cariche eccedenti comportano la sostituzione di gruppi anionici o addirittura
l'assenza di anioni o cationi dalle posizioni all'interno del reticolo. In
particolari famiglie di
s., come le zeoliti e le permutiti, la struttura
è tale per cui nel reticolo cristallino possono addirittura alloggiare
delle intere molecole di acqua; inoltre i cationi di questi
s. possono
essere facilmente sostituiti con altri presenti in una soluzione che venga a
contatto con essi. Di qui l'impiego di queste sostanze per la depurazione di
acque, peraltro oggi in via di contrazione per l'avvento di resine sintetiche
più efficaci e di minor costo di gestione. ║
Proprietà: la struttura dei
s. rende spesso ragione delle
loro caratteristiche fisiche. La durezza, resistenza meccanica, resistenza alla
temperatura, ecc. si spiegano, come si è detto dalla stabilità sia
dei tetraedri sia dei legami che intervengono in essi. Anche altre
caratteristiche macroscopiche sono spiegate dall'ordinamento cristallino: ad
esempio l'amianto, costituito da nastri di tetraedri, ha un aspetto fibroso;
diverse sostanze facilmente sfaldabili (mica, talco, ecc.) hanno una struttura
lamellare e così via. In questo caso la differenza dei materiali è
molto diversa secondo che si consideri una direzione in cui sono presenti i
forti legami che esistono fra tetraedri collegati da un vertice in comune o
deboli legami di Van der Vaals che intervengono fra i tetraedri che nulla hanno
in comune. Analogamente si possono trovare delle interessanti correlazioni fra
l'abito macroscopico dei cristallini dei
s. e la struttura
microcristallina o fra queste e le caratteristiche ottiche. ║
Usi:
i
s., in quanto materiali di disponibilità virtualmente illimitata
e di ottima stabilità agli agenti atmosferici, furono usati fin dai tempi
più remoti come materiale da costruzione naturale. Laterizi, refrattari e
anche molti materiali cementanti contengono forti tenori di
s. Non sono
però questi gli unici impieghi attuali di questi materiali. Numerosi
s. sono utilizzati per la fabbricazione di prodotti ceramici, le miche
come isolanti elettrici anche per alte temperature, il granato per le
composizioni di abrasivi, l'amianto come isolante termico, il talco per la
fabbricazione di cosmetici e per l'industria della carta. Numerosi
s.,
quali topazio, smeraldo, zircone, olivina, sono impiegati come gemme o pietre
preziose o semipreziose. Numerosi
s. sono poi impiegati per l'estrazione
di metalli che essi contengono: ricordiamo fra questi il
berillo
LiAlSi
2O
6 da cui si ottiene per elettrolisi il berillio,
la
calamina Zn
2SiO
4 · H
2O dalla
quale si estrae lo zinco, la
garnierite (Ni, Mg)SiO
2 ·
nH
2O dalla quale si ottiene il nichel, lo
spodumene
LiAlSi
2O
6 dal quale si ha il litio, e lo
zircone
(Zr, Hf)SiO
4 che è la principale fonte di zirconio e afnio.
È da notare che l'estrazione dei metalli a partire da
s. è
più difficile che a partire da altri composti (ossidi, solfuri, ecc.) in
quanto non è possibile farne un efficace arricchimento per notazione
né arrostimento. In linea di massima, quindi, un
s. viene
sfruttato quando il tenore dell'elemento da estrarre è alquanto elevato
oppure è l'unico minerale abbondante di un certo elemento. I
s.
comunque non possono essere trattati in modo da ottenere direttamente l'elemento
per cui devono essere sottoposti a una prima operazione di trasformazione in
altri composti prima dell'operazione vera e propria di estrazione
(V. anche SILICE e
SILICIO).