(dal latino
serum: parte acquosa del latte). La
parte di un liquido organico che resta fluida dopo la coagulazione. •
Psicol. -
S. della verità: espressione impropria, ma largamente
diffusa, con cui si indicano i farmaci che portano il paziente a uno stato
simile al sonno; è usato durante la psicoterapia o per ottenere
informazioni. • Alim. -
S. di latte: nella preparazione dei
formaggi, il liquido giallo-verdastro, torbido, che si separa dal latte;
rispetto a quest'ultimo, è privo del caseinogeno, povero di grassi e
ricco di particolari sostanze di natura proteica dette
albuminose del s.
Pur variando a seconda del formaggio che si sta producendo, il
s.
è generalmente costituito per il 92-93% d'acqua e per il resto di
lattosio (5%), proteine (1%), grassi (0,5-1%), sali minerali (0,6-0,7%). Esso
è utilizzato per la preparazione del burro e della ricotta, nonché
per l'alimentazione dei suini (mescolato con cruschello e farina di granone).
• Fisiol. -
S. fisiologico: denominazione impropria della soluzione
fisiologica che si ottiene a partire dal cloruro di sodio; viene utilizzata in
terapia per impacchi e somministrazioni parenterali. ║
S. del
sangue: parte non corpuscolata del sangue che si separa da questo dopo la
coagulazione. È un liquido di colore giallo che si differenzia dal plasma
sanguigno per l'assenza del fibrinogeno. ║
S. antilinfocitario:
quello contenente anticorpi attivi contro i linfociti; viene utilizzato nel
trattamento di pazienti sottoposti a trapianti di organi al fine di scongiurare
il pericolo di una crisi di rigetto. ║
S. immune:
s. animale
che contiene dosi elevate di anticorpi per uno o più antigeni. Si ottiene
da animali immunizzati; dopo essere stato purificato, viene inoculato nell'uomo
o in altri animali allo scopo di dare immunità passiva nei confronti di
malattie quali il tetano, la rosolia, la rabbia, ecc. • Patol. -
Malattia da s.: sindrome anafilattica che può intervenire nel
corso di una sieroterapia; si manifesta per lo più all'inizio del
trattamento. Sono due le forme tipiche della malattia: la prima provoca
un'eruzione cutanea esantematica; la seconda, oltre a fenomeni cutanei analoghi
ai precedenti, può determinare un vero e proprio shock anafilattico. In
entrambi i casi la causa è una reazione anafilattica tra le proteine del
s. che fungono da antigeni e gli anticorpi in seguito elaborati
dall'organismo. La malattia ha decorso benigno e si risolve nel giro di pochi
giorni ricorrendo a preparati antistaminici o a cortisonici.