Antica città greca del Peloponneso, che sorgeva
in una fertile pianura dell'Argolide settentrionale, tra le città di
Corinto e di Pellene. • St. - Le origini di
S. sono molto antiche,
anche se la sua storia più lontana non è ben documentata: durante
il VII sec. a.C., secondo la tradizione, un'aristocrazia dorica dominava su una
più numerosa popolazione agricola di origine ionica: erano comunque
attive industrie della ceramica e del bronzo. Dopo la metà del VII sec.
a.C., il potere aristocratico di questo esiguo numero di famiglie doriche fu
rovesciato e i notabili cittadini - arricchitisi con il commercio agricolo e dei
prodotti artigianali - insediarono un tiranno. Questo tipo di regime, che
sfruttò abilmente le divergenze di interessi dei due ceti (dei contadini
e degli artigiani) che lo sostenevano, durò per più di un secolo:
i tiranni si presentarono infatti come i difensori del
demos dal potere
arbitrario degli aristocratici e come artefici di una nuova prosperità
grazie alla composizione appunto delle istanze dei due settori più
importanti dell'economia cittadina. Dal 640 al 540 a.C. si succedettero, di
padre in figlio, tiranni della medesima dinastia degli Ortagoridi (che ebbe il
suo massimo splendore a metà del VI sec. a.C. con Clistene), seguiti poi
da tiranni di altra discendenza. Intorno al 510 a.C., tuttavia,
S.
ritornò al governo oligarchico dell'aristocrazia dorica, grazie
all'influenza spartana sulla regione, che preferiva tali forme di governo a
democrazie e tirannie. La città aderì dunque alla lega
peloponnesiaca e rimase nell'orbita di Sparta per tutto il V sec. a.C.,
partecipando con essa a tutti gli eventi della storia greca, dalle guerre
persiane a quella del Peloponneso. Con la battaglia di Leuttra del 371 a.C.,
all'egemonia di Sparta seguì quella di Tebe, che cacciò da
S. il Governo aristocratico in favore di un nuovo tiranno, Eufrone.
Questi basò il suo potere da un lato sull'alleanza con Tebe, dall'altro
sul sostegno dei ceti sociali nullatenenti, degli schiavi (che egli
liberò in gran numero) e di mercenari in armi: infatti in città il
tiranno era fortemente avversato sia dall'aristocrazia sia dal popolo di ceto
medio. Nel 365 a.C. Eufrone fu ucciso e la lotta tra democratici e oligarchici
divampò talmente violenta da consentire una nuova ingerenza esterna sugli
affari della città, questa volta da parte della Macedonia, che
sortì l'istituzione di una ennesima tirannia, sostenuta dalle armi
macedoni e dal popolino sicionio. La costituzione filomacedone durò fino
al 250 a.C., quando Arato scacciò i tiranni e inserì
S.
nella lega achea, costituitasi nel settentrione del Peloponneso; la città
ne seguì la politica da quel momento in poi, fino agli anni della seconda
guerra macedonica, quando l'intera lega si oppose ai Romani. In seguito alla
sconfitta subita da Perseo a Pidna nel 168 a.C.,
S. subì la
ritorsione di Roma, e cadde sotto la sua diretta dominazione come parte della
provincia di Acaia nel 146 a.C. • Arte - Della città arcaica, che
affacciava direttamente sul mare, non ci sono resti, se non quelli di un
edificio di culto individuati in una basilica paleocristiana. La città
ellenistica si trova invece in posizione un po' più arretrata, eretta nel
303 a.C., per volontà di Demetrio Poliorcete, su un altopiano terrazzato,
a circa 4 km dalla costa. L'acropoli si estendeva sulla terrazza superiore,
mentre su quella inferiore si trovava l'agorà. Gli scavi hanno portato
alla luce buona parte della cinta muraria della città e delle mura che
separavano l'acropoli dalla terrazza sottostante: gran parte degli edifici sono
stati riconosciuti grazie alle descrizioni che ne aveva fatto Pausania. Sulle
pendici dell'acropoli si trovano i resti di uno stadio e di un teatro, tra i
più grandi di età ellenistica in Grecia continentale. Sono stati
individuati anche il ginnasio (costruito nel III sec. a.C., su due terrazze
porticate sui tre lati e gli ambienti disposti intorno a cortili centrali); il
bouleuterion, una sala del III sec. a.C. convertita in terme in
età romana; il tempio di Artemide o di Apollo; una lunga
stoà in stile dorico. A
S. inoltre fiorì una scuola
di pittura, detta appunto sicionia, di cui ci riferì Plinio; originario
della città fu il vasaio Boutades (secc. VII-VI a.C.) che, secondo la
tradizione, fu l'iniziatore dell'arte pittorica in Grecia.