Regione (12.800.000 kmq; 40.000.000 ab.) della
Russia, nell'Asia centrale. Confina a Ovest con gli Urali, a Sud col Kazakistan,
la Cina, la Mongolia e la Corea del Nord. Si estende longitudinalmente per circa
130°, è bagnata a Est dall'Oceano Pacifico e a Nord dal Mar Glaciale
Artico, su cui si protendono le penisole di Jamal, Gydan e Tajmyr.
All'estremità orientale si trova la penisola di Ciukci e a Sud di questa
la penisola di Camciatka che, compresa tra il Mar di Bering a Est e il Mar di
Ochotsk a Ovest, si distende nell'Oceano Pacifico. • Geogr. -
Morfologia e idrografia: dal punto di vista morfologico è
possibile distinguere due entità ben delimitate, il grande Bassopiano
Siberiano Occidentale e l'Altopiano Siberiano Centrale, cui si aggiunge una
terza unità morfologica nella quale confluiscono i rilievi - per altro
non omogenei per costituzione e composizione - che si allungano verso l'estremo
confine orientale. Il Bassopiano Siberiano Occidentale comprende la zona che si
estende dai Monti Urali al fiume Jenissei (oltre 1.600 km) e dal confine con il
Kazakistan al Mar Glaciale (oltre 1.900 km). Caratterizzato da grandi estensioni
pianeggianti movimentate solo in parte dalla presenza di colline che raramente
superano i 200 m di altezza, il Bassopiano è formato da sedimenti
fluvio-glaciali recenti nei quali affiorano formazioni geologiche marine di
Età mesozoica che ricoprono le antiche basi di formazione degli Urali. La
regione è attraversata dall'Ob', nato nei Monti Altai con il nome di
Katun'. Sul suo corso medio sorge la maggiore città della
S.,
Novosibirsk. Arrivato al Bassopiano il fiume devia bruscamente a Nord-Ovest e
arriva alla cittadina di Hanty-Mansijsk, dove riceve le acque dell'Irtyš,
suo più grande affluente. Dopo un'ulteriore deviazione verso Nord, l'Ob'
sfocia nel golfo al quale dà il nome. Gelato per la maggior parte
dell'anno verso l'interno, l'Ob' ha la foce libera dai ghiacci solo durante
l'estate. In modo simile si comporta lo Jenissei, altro fiume importante del
Bassopiano, posto al suo estremo confine orientale, al di là del quale
inizia l'Altopiano Siberiano Centrale. Questo, nella sua parte settentrionale,
è composto dalle antiche formazioni del Tajmyr
e dei Monti Putorama, mentre al centro è formato da blocchi separati
dalle altezze comprese tra i 300 e i 750 m. I fiumi principali di questo settore
dell'Altopiano sono l'Angara, il Tunguska Pietrosa e il Tunguska Inferiore,
tutti affluenti di destra dello Jenissei. Più a Sud si ergono le
formazioni erciniche dei Saiani e le montagne dell'Altai. Verso Sud-Est si
incontrano i Monti Iablonovi e Stanovoi, a Nord dei quali scorre la Lena, un
fiume che, nato presso la sponda occidentale del Lago Bajkal, si muove a Nord di
esso, raccogliendo, tra le altre, le acque dell'Aldan. La parte orientale
dell'Altopiano è delimitata da numerosi massicci (di Verchojansk, di
Cerskij, dei Ciukci, dei Coriachi) tra i quali trovano posto i corsi, la maggior
parte dell'anno gelati, dei fiumi Jana, Indigirka, Kolyma. Verso il Pacifico si
trova la cima più elevata della
S., quella del vulcano
Ključevskaia Sopka (4.750 m), presente in Camciatka, oltre ai Monti dello
Džugdžur e del Kolyma (sul Mar di Ochotsk, nel quale sfocia anche
l'Amur, l'unico fiume che resta gelato solo pochi mesi l'anno) e a quelli del
Sichote-Alin' (sul Mar del Giappone). ║
Clima: il clima siberiano
è continentale freddo, con inverni rigidissimi e brevi estati; le
temperature medie invernali sono inferiori ai -50 °C, che salgono a -30
°C nella parte meridionale della regione. Durante il periodo estivo le
temperature raggiungono i 15-20 °C, così che l'escursione termica
annua supera i 60 °C. Nelle estreme regioni orientali e in quelle del corso
inferiore dell'Amur le temperature estive possono superare i 20 °C. A un
clima estremamente inospitale si aggiunge la scarsezza delle precipitazioni,
dovuta alla poca evaporazione estiva del Mar Glaciale Artico, cui si somma la
grande lontananza dalle distese oceaniche, aggravata dalla disposizione dei
rilievi, che impediscono la penetrazione delle masse di aria umida. Se si
escludono i rilievi sul Pacifico, la media annua di precipitazione è di
300 mm, quasi esclusivamente concentrata nel periodo estivo. Le precipitazioni
nevose sono quindi limitate, ma lo scioglimento del manto nevoso a giugno
contribuisce ad ampliare gli allagamenti dovuti al gelo che ostacola il deflusso
dell'acqua dei fiumi verso il Mare Artico. ║
Vegetazione: il
paesaggio gelato della tundra (in cui sopravvivono, accanto ai licheni e ai
muschi, specie vegetative prive di elementi arborei) domina la zona costiera
settentrionale, le aree di montagna e le parti in cui il suolo, detto
permafrost, o localmente
merzlotà, si presenta
permanentemente ghiacciato, mentre tutta la fascia centrale è interessata
dalla foresta di conifere e betulle (taiga) che, ove si dirada, lascia il posto
a vaste paludi. A Sud si allunga una stretta fascia di steppe e, al confine con
la Manciuria, si sviluppa la foresta di latifoglie (betulle, frassini, querce,
tigli). ║
Fauna: è piuttosto ricca e annovera, fra i
mammiferi, numerosi roditori (castori, scoiattoli) e animali da pelliccia
(ermellini, martore, faine e volpi), oltre ai grandi erbivori, tra i quali
grande importanza assumono le renne, in quanto cibo base di lupi e tigri,
peraltro ormai rare. Ad essi si aggiungono numerosi volatili e una ricca
popolazione ittica, in cui prevalgono salmoni e storioni. • Econ. - Se
fino agli anni Ottanta del XX sec. l'economia era interamente incentrata sullo
sfruttamento della foresta, sulla caccia, sull'allevamento degli animali da
pelliccia, sulla pesca e sull'agricoltura, i decenni successivi sono stati
caratterizzati da uno sforzo inteso alla distribuzione dei complessi industriali
e allo sfruttamento delle risorse locali: carbon fossile, idrocarburi, ferro,
stagno, zinco, rame, nichel, bauxite, manganese, oro, diamanti, sali potassici e
fosfati. L'autonomia energetica della regione è garantita da centrali
termiche e da alcuni bacini idroelettrici posti sui fiumi Ob', Angara e Amur. La
produzione industriale spazia dal settore del legno e della cellulosa a quelli
metallurgico, siderurgico, meccanico, tessile, chimico, conserviero, alimentare,
del cemento. In continua espansione sono anche le reti di oleodotti e di
metanodotti. I mezzi di trasporto della regione sono costituiti prevalentemente
dalla ferrovia Transiberiana, dalla navigazione fluviale e da quelle sul Mar
Glaciale Artico e sul Pacifico, e da una fitta rete stradale. Numerosi sono
anche gli aeroporti. • Antropol. -
Popolazione odierna: prima della
conquista imperiale zarista la popolazione era costituita da gruppi di popoli
nomadi, dediti prevalentemente alla raccolta e alla caccia. Durante il XIX sec.
il popolamento di tipo europeo venne limitato a quelle aree della
S. che
fungevano da luogo di deportazione dei condannati ai lavori forzati. Fu comunque
grazie a questi scarsi abitanti che si ebbe l'inizio della costruzione della
ferrovia Transiberiana che, collegando Mosca a Vladivostok, si rivelò ben
presto un forte stimolo per gli insediamenti umani. Dopo la Rivoluzione e
specialmente dopo la seconda guerra mondiale, grazie a una politica di
valorizzazione delle risorse del territorio, specie quelle minerarie, la
densità di popolazione andò gradatamente aumentando, fino a
raggiungere i 20 ab./kmq nelle regioni attigue alla ferrovia. La popolazione
è attualmente in forte aumento per l'afflusso di emigrati ed è
costituita da una maggioranza di Russi di origine europea e da alcuni gruppi
etnici di origine asiatica. ║
Popolazione autoctona: l'insieme
delle popolazioni indigene siberiane è costituito da 34 etnie che possono
essere raggruppate in tre grandi insiemi linguistici: l'uralico, comprendente
l'ugro-finnico e il samoiedo; l'altaico, comprendente il turco, il
manciù-tunguso e il mongolo; il paleo-artico. Nel complesso tali etnie
corrispondono a una piccola parte della popolazione siberiana, venendo a
costituire solo il 4,5% degli abitanti, che per la parte restante sono Russi o
russificati. Poiché tuttavia l'insediamento russo è penetrato
soprattutto nelle zone circostanti i fiumi e la ferrovia, le zone marginali sono
rimaste di dominio di queste minoranze che, a seconda delle attività
primarie (caccia o allevamento), sono caratterizzate da tradizioni e usi
estremamente diversi. A tali differenze di usi corrispondono profonde differenze
di tradizioni religiose: mentre presso i popoli cacciatori forte è il
legame con le divinità del mondo animale, i popoli di allevatori
attribuiscono maggiore importanza ai culti legati al mondo dei morti. •
Preist. - La presenza dell'uomo in
S. è documentata a partire da
circa 30.000 anni fa, con ritrovamenti nella pianura di Bering. Altre tracce,
rinvenute ad Afontova Gora, risalgono al 10000 a.C., mentre a partire dal IV
millennio si hanno notizie di cacciatori, di pescatori (Irkutz, Issakovo,
Kitoj), di allevatori (Enisej) e di agricoltori. La comparsa del rame è
databile al II millennio nella regione di Minussink. Intorno all'anno Mille i
contatti con altri popoli, specie quelli cinesi, cui avevano portato le varie
migrazioni, favorirono infine l'introduzione del ferro e del bronzo. • St.
- La popolazione siberiana dell'ultimo millennio prima di Cristo, caratterizzata
da ferocia e potenza, costituiva una vera e propria minaccia nei confronti
dell'Impero cinese, dell'India e della Persia. Nei secc. V-VI fu punto di
partenza delle invasioni degli Unni, ma nei secc. VI-VII la zona degli Altaj si
ritrovò a dover subire la dominazione turca, sostituita, nel XIII sec.,
da quella dell'Orda d'Oro del Gran Khān. Sebbene i primi rapporti di tipo
commerciale con la Russia iniziarono già nell'XI sec., fu solo nel 1556
che il principe di
S. riconobbe la sovranità dello zar di Mosca (a
quel tempo Ivan il Terribile) sulla regione. Solo gli Uzbeki si rifiutarono di
sottostare al dominio russo, ma la loro sconfitta alla fine del XVI sec. ne
segnò il destino. Vennero fondate importanti città: Tjumen (1686),
Tomsk (1604), Kouznetsk (1618), Krasnojarsk (1628), Jakutsk (1632), Irkutsk
(1652). Il 6 ottobre 1689 venne stipulato un trattato tra Russia e Cina, il
Trattato di Nercinsk, con il quale il confine tra le due Nazioni veniva
stabilito lungo il corso dell'Argun. Con Pietro il Grande furono esplorati il
Bering e lo Messerschmidt, mentre altre spedizioni vennero organizzate nel XVIII
sec. dall'Accademia delle scienze di Pietroburgo. Con i Trattati di Aigun (1858)
e di Pechino (1860) fu ulteriormente definita l'area di sovranità russa,
comprendente anche i territori posti a Nord dell'Amur e ad Est dell'Ussuri. Il
1860 vide anche la fondazione del porto di Vladivostok. Amministrativamente
divisa in province, sottoposte a due Governi centrali nel 1822, nel 1884 la
S. passò nelle mani di un viceré. Nel 1891 prese il via la
costruzione della ferrovia Transiberiana, che sarebbe stata terminata nel 1904,
realizzata anche grazie all'ingente apporto di capitali francesi. Nello stesso
periodo la
S. assunse il ruolo di luogo di deportazione per prigionieri
politici. Nel 1918-19 divenne uno dei maggiori centri del movimento
controrivoluzionario ma, a partire dal 1919 e fino al 1922, fu di nuovo
sottoposta al controllo del Governo centrale russo che, dal 1928, iniziò
a sfruttarla e valorizzarla dal punto di vista economico. La seconda metà
degli anni Sessanta rappresentò un ulteriore momento di sviluppo della
regione, favorito anche dall'impiego di capitale giapponese, ma durante gli anni
Novanta, in rapporto alla grave crisi politico-economica della Russia,
l'economia siberiana conobbe un graduale rallentamento.
Paesaggio degli Altai nella regione di Gorno Altajsk (Siberia)