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Sibillino.

Proprio della Sibilla o delle Sibille. ║ Oscuro, ambiguo, di difficile interpretazione, in analogia ai responsi delle Sibille e degli oracoli in genere: una frase s. ║ Libri s.: nel mondo romano, insieme di testi oracolari che, in caso di prodigi o di situazioni particolarmente critiche per lo Stato, venivano consultati, su ordine del Senato, da un apposito collegio di sacerdoti per verificare la volontà divina. Il numero dei sacerdoti, in origine due, crebbe negli anni successivi fino a raggiungere quello di dieci, e in seguito di 15 (quindecimviri sacris faciundis). Tra le prescrizioni dei libri s. messe in atto vi fu l'introduzione a Roma di divinità e culti greci. Secondo la leggenda, la Sibilla cumana avrebbe proposto a Tarquinio Prisco o a Tarquinio il Superbo l'acquisto dei nove volumi di oracoli in lingua greca. A causa del duplice rifiuto da parte del sovrano, ella ne avrebbe distrutto i due terzi, così che i libri poi comprati dal re sarebbero stati solo un terzo del numero originario. Tali libri, di cui non si conoscono il contenuto e le modalità di consultazione, erano custoditi nel Tempio capitolino, ma furono distrutti da un incendio scoppiato nell'83 a.C. Per volontà di Augusto se ne creò una nuova raccolta, conservata nel tempio palatino di Apollo (questo cambiamento di sede ispirò la cosiddetta base di Sorrento, di epoca tiberiana), che venne consultata fino ai tempi di Giuliano l'Apostata. Nel 400 circa i libri furono fatti bruciare da Stilicone. Ne restano solo brevi frammenti. ║ Oracoli s.: raccolta di oracoli di origine ebraica, riunita in 14 libri e composta in epoche diverse da Ebrei della diaspora allo scopo di utilizzare la letteratura profetica pagana per convertire le genti alla religione ebraica. In tal senso alla Sibilla furono attribuiti vaticini che sostenevano alcuni temi fondamentali della religione giudaica quali il monoteismo, la condanna del culto degli idoli pagani, l'assoluta giustizia divina, la previsione dell'apocalisse. Gli oracoli s., forma peculiare di letteratura popolare, ebbero una diffusione molto ampia e, per la loro stessa natura, subirono nel corso del tempo manipolazioni e aggiunte, così che risulta difficile distinguere in ogni libro le parti originali da quelle introdotte successivamente. Di origine ebraica sono i libri III, IV, V, XI-XIV (questi ultimi tardi); di origine cristiana i libri VI e VII.