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Sessualità.

Complesso dei fenomeni che riguardano il sesso. • Antropol. - Il comportamento sessuale umano, a differenza di quello animale, risulta caratterizzato da una marcata divaricazione tra attività erotica e attività riproduttiva; questo in ragione di tre fattori concomitanti: l'estensione della recettività della femmina oltre il periodo fecondo; l'esistenza di simbolismi che diversificano l'attività sessuale a seconda delle varie culture e dei singoli individui; la possibilità di utilizzare strumenti o procedure che evitino la fecondazione. La s., pur perdendo in questo modo parte dei condizionamenti biologici, finisce, peraltro, per acquisirne altri di carattere storico-sociale; in questo senso, un ruolo cruciale giocano due restrizioni fondamentali: la divisione del lavoro e l'evitare l'incesto. In particolare, per quel che concerne quest'ultimo, giova ricordare come l'incesto non abbia controindicazioni biologiche; la sua proibizione (peraltro non operante in tutte le culture) deriva, piuttosto, dalla cristallizzazione di pratiche esogamiche, per la cui spiegazione si fa usualmente riferimento alla necessità di ridurre, tramite queste alleanze di sangue, la conflittualità tra i diversi gruppi umani. • Bot. - S. relativa: fenomeno che caratterizza alcune specie di vegetali inferiori morfologicamente non distinguibili in maschi e femmine, in base al quale la s. si manifesta come una serie contigua tra due estremi a polarità sessuale opposta. • Etn. - Gli studi etnografici hanno posto in luce come la differenziazione sessuale, lungi dall'essere ovunque considerata un dato naturale immutabile, è soggetta a continue manipolazioni a sfondo simbolico. Al riguardo, si può osservare, ad esempio, come presso i Bimin-Kuskusmin (una popolazione della Nuova Guinea) una donna anziana possa in determinate situazioni diventare uomo; questo sulla base dell'idea che l'individuo è formato da un temporaneo equilibrio di sostanze fisiologiche e simboliche maschili e femminili. In altri gruppi di interesse antropologico, come i Baruya e i Gimi della Nuova Guinea o i Merina del Madagascar, essendo la differenza sessuale associata a una precisa gerarchia sociale (nella quale, in genere, il maschio domina sulla femmina), tale possibilità non è data. • Psicol. - I lavori di S. Freud hanno messo definitivamente in luce due fatti di estrema rilevanza per la comprensione dei fenomeni legati alla s.: da un lato, la s. non può essere ridotta al semplice elemento fisiologico, ma deve piuttosto essere compresa nella sua valenza psicologica; dall'altro, essa non può nemmeno essere associata solo ed esclusivamente alla vita adulta, ma deve essere messa in relazione con gli anni dell'infanzia, durante i quali si formano i processi mentali. In questo senso, le pulsioni sessuali compaiono già nell'infanzia, fissandosi nei primi cinque anni di vita in particolari parti del corpo (zone erogene); così il bambino attraversa una fase orale, una fase anale e una fase fallica (nel caso dei maschi) o clitoridea (nel caso delle femmine). Nelle prime due fasi, l'oggetto della pulsione è parte del corpo e la pulsione è, dunque, autoerotica; nella terza, tale oggetto viene identificato all'esterno, tipicamente nella figura genitoriale del sesso opposto, conducendo al cosiddetto complesso di Edipo e alla nascita di una rivalità col genitore del proprio sesso. Tale conflittualità si smorza verso i sei anni col raggiungimento della fase di latenza, durante la quale vengono costruite quelle forme mentali che nella vita adulta canalizzeranno l'energia sessuale (da Freud definita col termine di libido). Alla base della riflessione di Freud stava, allora, una teoria degli istinti che riconosceva due tipi di istinti, quelli libidici e quelli di autoconservazione. Dal 1915, però, egli giunse a rivedere le proprie posizioni e a elaborare una controversa teoria in base alla quale l'energia libidica si esprimerebbe in pulsioni di vita (o Eros) e pulsioni di morte (in seguito ribattezzate Thanatos); sarebbero queste ultime, in quanto forze distruttive che tenderebbero a riportare la vita a uno stadio inorganico, a determinare, secondo Freud, l'aggressività umana verso l'esterno. Il problema della relazione tra istinti e mente venne, invece, risolto negli anni Venti: secondo Freud, l'apparato mentale sarebbe costituito da tre differenti istanze: l'Es, sede dei desideri e delle pulsioni e assolutamente inconscio; il Super-Io, luogo di fissazione delle norme morali interiorizzate durante l'infanzia, prevalentemente inconscio e preconscio, ma in parte anche conscio; l'Io, che si trova a dover regolare le pulsioni dell'Es, le imposizioni del Super-Io e le richieste provenienti dal mondo esterno.