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Seràpide.

Divinità greco-egiziana. La fondazione del culto di S. risale a Tolomeo I, negli anni compresi fra il 305 e il 303 a.C. Secondo la leggenda, comparve in sogno a Tolomeo una divinità fino ad allora sconosciuta che gli chiese di inviare uomini fidati nel Ponto a prelevare una sua statua e trasportarla ad Alessandria, affinché anche la nuova città avesse un dio al pari delle altre città egizie. L'indomani Tolomeo mandò a chiamare Timoteo, sacerdote di Eleusi, città dell'Attica, e Manetone, sacerdote di Sebennito, una città del Delta nilotico, perché lo illuminassero sul significato del sogno. I due esperti concordarono nell'interpretazione, affermando che il dio del sogno era S. e che la statua cui il dio aveva accennato si trovava a Sinope, una città situata sul Ponto Eusino (o Mar Nero), sulla costa settentrionale dell'Anatolia. Tolomeo, quindi, obbedì al dettato della divinità: ordinò di andare a prendere la statua, fece erigere un tempio in onore di S. e ne fissò la liturgia. Si affermò così un culto totalmente nuovo, estraneo alle tradizioni locali e perfettamente rispondente alle esigenze di entrambe le componenti etniche, greca ed egiziana, della città di Alessandria. Il nuovo dio, infatti, riuniva in sé elementi greci ed egiziani; persino nel tempio che gli era stato dedicato erano presenti elementi architettonici dell'arte sacra egiziana e di quella greca. A S. vennero riconosciuti caratteri solari, nonché funzioni guaritrici, oracolari e protettrici che ben presto lo elevarono a dio “panteo”, identificato via via con le più importanti divinità greche. • Icon. - L'immagine ufficiale era quella situata nel serapeo di Alessandria, opera di Briasside: il dio, dalla testa simile a quella dello Zeus barbato, era seduto sul trono, con il modio sul capo; l'interno della statua era di legno, gli abiti ricoperti d'oro e le parti nude di una lega di diversi metalli; lo ornavano diverse pietre preziose. Questa statua fu il modello delle successive raffigurazioni di S., che ritraevano il dio nell'atto di reggere con la sinistra lo scettro e appoggiare la destra sul capo di un cerbero che aveva tre teste diverse (lupo, leone e cane) e il corpo avvolto nelle spire di un serpente. Nel corso dei secoli sono stati ritrovati numerosi busti del dio, alcuni con funzione decorativa di oggetti d'uso quotidiano, altri votivi con base. Grazie al prestigio della città di Alessandria, il culto di S. si diffuse rapidamente in buona parte del mondo ellenistico, mentre ebbe poca fortuna in Egitto.