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Serpente.

(dal latino serpens, der. di serpere: strisciare). Nome generico con cui si designano i rettili ofidi, caratterizzati da corpo cilindrico allungato, ricoperto di squame, e dalla mancanza di arti. ║ Pelle conciata dell'animale omonimo usata in pelletteria per fabbricare oggetti vari: un portafoglio di s. ║ Fig. - Persona malvagia e maligna: sua suocera è un vero s. ║ Fig. - Persona vivace o furba: quell'uomo è un s. negli affari. ║ Carta s.: carta sottilissima di cui si fa uso in legatoria per proteggere le illustrazioni; è detta anche carta seta. ║ Legno s.: quello proveniente da Brosimum aubletii; è pesante, compatto e dal caratteristico colore rosso scuro con macchie nere, simile alla pelle di certe specie di s. • Zool. - I s. sono caratterizzati dal corpo cilindrico, molto allungato, di dimensioni variabili a seconda della specie (da 10 cm di lunghezza e pochi centimetri di diametro fino a 10 m di lunghezza con diametro di 20 cm) e del tutto privo di arti, sia anteriori sia posteriori. Testa, tronco e coda possono essere facilmente individuabili oppure irriconoscibili. La superficie del corpo è ricoperta di squame di colore vario, in genere più scure sul dorso e sui fianchi che sul ventre. Solitamente, le specie arboricole delle foreste umide presentano una livrea dai colori più vivi (a macchie, strisce o fasce che vanno dal giallo al marrone, al verdastro, al verde brillante, al rosa, al rosso, all'azzurro), mentre le specie desertiche hanno colori più spenti. Periodicamente i s. cambiano pelle con le mute. La scatola cranica è molto solida; i denti, diritti oppure ricurvi, sono in numero variabile, mentre la lingua, bifida, può essere protratta fuori anche a bocca chiusa grazie a un'apertura del labbro superiore. La colonna vertebrale è costituita da vertebre che, essendo quasi tutte fra loro articolate, consentono all'animale di eseguire ampi movimenti di flessione del corpo; il numero delle vertebre dipende dalla specie di appartenenza. Nell'apparato digerente, esofago, stomaco e intestino sono allungati; il retto, per contro, è brevissimo. A eccezione della vista, in genere molto acuta, il sistema nervoso e gli organi di senso dei s. non sono particolarmente sviluppati. Le ghiandole del veleno, il cui canale sbocca nella guaina elastica che racchiude i denti, sono di tre tipi: temporali anteriori, parotidee e velenose; queste ultime hanno struttura diversa e dimensioni maggiori rispetto alle altre e sono le più pericolose. Nel veleno dei s. sono contenute sostanze di natura enzimatica e altre dalla natura chimica e dal meccanismo d'azione tuttora sconosciuti. Quanto all'effetto dei veleni, alcuni possiedono un'azione curaro-simile, altri un'azione emorragica ed emolitica, altri ancora provocano una fenomenologia simile a quella dello shock anafilattico. Il rischio corso dalle vittime dei s. è tanto maggiore quanto più grande è il quantitativo di veleno inoculato. Se si escludono la Nuova Zelanda, l'Irlanda e l'Islanda, i s. sono diffusi in ogni parte del mondo, specie nella zona intertropicale che ospita la maggior quantità di generi, specie e individui; l'America Latina e l'India meridionale detengono il primato quanto a numero di specie velenose. Gli ambienti abitati dai s. sono vari: esistono specie terricole, arboricole e acquatiche; alcune di queste sono attive durante il giorno, altre crepuscolari o notturne. La maggior parte dei s. è ovipara, ma non mancano specie ovovipare; le uova vengono deposte nel terreno o nelle cavità degli alberi e il loro numero è da porre in relazione alla specie di appartenenza: in media esse variano da 2 a 15 (non mancano casi in cui arrivano fino a 100). I s. sono per lo più predatori e carnivori; riescono a ingoiare prede dalle dimensioni enormi, talvolta superiori alla loro stessa mole, salvo poi digerirle in tempi lunghissimi. Resistono senza fatica a periodi di digiuno anche lunghi e vanno in letargo durante l'inverno. ║ S. a sonagli: nome con cui si indicano diverse specie diffuse nell'America Settentrionale, Centrale e Meridionale. Sull'estremità della coda si articolano fra loro vari anelli cornei, di dimensioni decrescenti che, quando l'animale si muove, producono un suono inconfondibile. Il loro veleno è altamente tossico. ║ S. bruno: specie diffusa nell'Australia orientale; è molto velenosa, ma poco aggressiva. ║ S. corallo o arlecchino: nome di una cinquantina di specie dell'America Settentrionale. Sono caratterizzate da dimensioni modeste e da un veleno estremamente potente; il s. corallo è, però, poco aggressivo e può essere individuato con facilità grazie alla livrea colorata con tinte vivaci (da cui il nome). ║ S. corridore: specie presente negli Stati Uniti; il nome deriva dalla capacità di strisciare molto rapidamente sul terreno. ║ S. cresta di gallo: specie diffusa nel Madagascar, così detta dall'appendice rostrale la cui forma varia sensibilmente a seconda del sesso. ║ S. degli uccelli: specie dell'Africa tropicale; è caratterizzata, oltre che dall'estrema agilità dei movimenti, da una vista acuta che le consente di catturare sauri arboricoli e uccelli di nido (da cui il nome). Il suo morso è molto pericoloso per l'uomo. ║ S. delle mangrovie: specie diffusa nell'Asia meridionale, in Indonesia e nelle Filippine; vive nelle foreste umide tropicali e nelle paludi a mangrovie (da cui il nome) ed è attiva soprattutto di notte. Il suo veleno non comporta conseguenze gravi per l'uomo. ║ S. di gomma: specie presente negli Stati Uniti; il nome deriva dall'abitudine di appallottolarsi e restare immobile in situazioni di pericolo. ║ S. di mare: nome di oltre una cinquantina di specie che, a eccezione di una diffusa nei laghi delle Filippine, vivono nei mari, soprattutto nelle zone tropicali dell'Oceano Indiano e Pacifico. I s. di mare sono abili nuotatori e hanno un veleno molto attivo; non mordono tuttavia con facilità. ║ S. dagli occhiali: specie diffusa in India, nello Srī Lanka, nel Myanmar, nell'arcipelago della Sonda e nelle Filippine. Il nome deriva da una macchia a forma di occhiale situata sopra il collo. Il morso di questo s. è mortale. ║ S. frusta: specie presente negli Stati Uniti, così detta per la conformazione della coda, estremamente lunga e sottile, simile appunto a una frusta. ║ S. indaco: specie presente nelle regioni tropicali americane, così detta per il caratteristico colore della gola e dei lati del capo. È innocua per l'uomo. ║ S. tigre: specie dell'Australia e della Tasmania, il cui nome è dovuto alla colorazione rossiccia con strisce nere trasversali. È aggressiva e il suo veleno è molto attivo. ║ S. volante: specie dell'Asia sud-orientale e dell'arcipelago della Sonda. Ha abitudini arboricole e il nome deriva dalla facilità con cui salta da un tronco all'altro degli alberi. • St. delle rel. - Nell'ambito delle più svariate civiltà il s. è assurto a oggetto di culto in virtù delle sue singolari caratteristiche, quali la potenza del suo veleno, l'astuzia, la forma (fallica), la dimora nelle cavità della terra o la capacità di mutare pelle (interpretata come costante ringiovanimento e immortalità). Nel corso dei secoli il s. è alternativamente divenuto la forma in cui appaiono ai vivi gli spiriti dei morti (Africa, Grecia antica), lo spirito tutelare della casa e della famiglia (India, Roma antica), un animale oracolare e guaritore (Indonesia, Messico, Grecia antica), il garante per eccellenza della fertilità (India, Australia). Nell'Antico Testamento il s., specie per la sua astuzia, è stato assimilato alla forza demoniaca. Non di rado, infine, il s. si è innalzato a un piano antropogonico e cosmogonico: le mitologie del Vicino Oriente, ad esempio, si fondano su un combattimento primordiale fra gli dei e un mostro dall'aspetto simile a quello di un dragone o di un s. • Chim. - S. di Faraone: espressione con cui si denomina il prodotto della combustione del tiocianato di mercurio.
Esemplare di Anaconda (Eunectes murina)

Un pitone