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Serenata.

Mus. - Composizione musicale, sia strumentale sia vocale, originariamente destinata all'esecuzione serale o notturna solitamente all'aria aperta, come atto di omaggio a una o più persone. ║ S. vocale: di carattere popolareggiante e spesso sentimentale, non ha una struttura rigida; in epoca medioevale era già nota ai trovatori, agli hidalgos e ai Minnesinger, che rendevano omaggio alla donna amata accompagnandosi con strumenti a corda pizzicata. Ebbe particolare fortuna nel raffinato mondo veneto dei secc. XVI-XVII, quando in gondola, oltre a tiorbe, viole e violini, trovava posto anche un piccolo clavicembalo. S. note sono incluse in varie opere liriche, tra cui il Barbiere di Siviglia di G. Rossini, o i Maestri cantori di Norimberga di R. Wagner. ║ S. strumentale: si sviluppò in forma autonoma da quella vocale soltanto verso la fine del XVIII sec. Affine in origine al notturno e al divertimento, accolse non pochi elementi sia della sonata sia della suite, soprattutto marce e minuetti. Scritta inizialmente solo per archi, in un secondo tempo accolse tra gli strumenti anche i fiati, quando cominciò a essere introdotta anche nelle sale da concerto. Si distingue dalla sinfonia soprattutto per il numero maggiore di tempi. Esempi notevoli di s. si hanno in W.A. Mozart, L. van Beethoven (S. per trio d'archi op. 8), J. Brahms (S. op. 16 per orchestra priva di violini), P.I. Ciaikovski (S. per orchestra d'archi op. 48), I. Stravinskij (Serenata per pianoforte). ║ Col termine s. nei secc. XVII-XVIII veniva indicata una composizione musicale drammatica simile all'opera ma più breve e che non necessitava, per la rappresentazione, di un apparato scenico vero e proprio. Di solito aveva carattere pastorale o mitologico e veniva eseguita a corte in ricorrenze ufficiali.