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Semipelagianésimo.

(o semipelagianismo). Rel. - Corrente teologica nata e sviluppatasi nel V sec., in particolare nelle regioni meridionali della Gallia. Essa si opponeva principalmente alle posizioni agostiniane circa la predestinazione e il carattere gratuito della salvezza, sostenendo che, anche in mancanza della grazia divina, l'uomo è in grado di iniziare un cammino di conversione e di salvezza (initium fidei). Principali sostenitori del S. furono Cassiano, abate di San Vittore (420-26), Prospero d'Aquitania e Ilario di Arles, che inviarono lettere a sant'Agostino invitandolo a dibattere la questione, Vincenzo di Lerins, Gennadio da Marsiglia e Fausto di Riez, che nel 452 ribadì le posizioni del S. nel De gratia libri duo. Agostino si oppose alle posizioni del S. con due opere, il De praedestinatione sanctorum e il De bono perseverantiae. La disputa, protrattasi per diversi anni anche in conseguenza di una mancata presa di posizione papale, si concluse nel 529 con il Concilio di Orange, presieduto da Cesario di Arles: in esso furono approvati otto canoni e 17 proposizioni e si stabilì la necessità dell'intervento della grazia divina in ciascuna opera salutare, sottolineando che non solo l'ampliarsi della fede, ma anche il suo inizio è frutto della grazia di Dio.