(dal greco
seméion: segno e
logía:
disciplina). In senso generico, studio dei segni. Il
termine ha trovato applicazioni scientifiche in più ambiti disciplinari.
• Med. - Sinonimo di
semeiotica
(V.). • Econ.
-
S. o
sintomatologia economica: metodo di valutazione sistematica
di dati statistici relativi a fenomeni economici che consente di elaborare
previsioni o di descrivere in dettaglio una data situazione in un dato
intervallo di tempo. I dati, scelti in quanto rappresentativi di parametri
significativi per l'analisi economica, sono opportunamente elaborati e
rappresentati mediante curve cartesiane o grafici a scala graduata o istogrammi
a colori. • Ling. - Disciplina che studia
l'insieme dei fenomeni culturali in quanto sistema complesso di segni, la cui
creazione, trasformazione e interpretazione costituiscono l'oggetto semiologico.
Tale scienza generale ha avuto il suo massimo sviluppo nell'ambito applicativo
della significazione linguistica. Il termine
s. è stato in origine
sinonimo di
semiotica, definizione forse più diffusa in ambito
scientifico e istituzionale, connotandosi i due vocaboli per diversa provenienza
culturale: mentre
semiotics si radicò negli Stati Uniti e in
genere nei Paesi anglofoni, per gli studi di Ch.S. Peirce e di Ch. Morris,
semiologie fu proprio dell'area francofona ed europea. Il termine
s. risale alle definizioni di F. de Saussure (
Cours de linguistique
générale, 1916), che pose le basi di una scienza generale dei
segni, e alla scuola strutturalista francese (M. Merleau-Ponty, C.
Lévi-Strauss, G. Dumézil). A partire dagli anni Sessanta, i due
sinonimi vennero diversificati in relazione a campi del sapere e a obiettivi
contigui ma non esattamente coincidenti. Ad esempio L. Hjelmslev o A.J. Greimas
proposero di considerare la
s. come studio, teoria e analisi delle
produzioni discorsive e la
semiotica come scienza che tratta del segno
nella sua generalità e delle differenti sistemazioni entro cui i segni si
organizzano. Con R. Barthes, la
s. fu intesa come parte della
linguistica, cioè come disciplina preposta allo studio della lingua, in
quanto volontà di manifestazione del pensiero (secondo enunciati
più o meno brevi, dagli slogan pubblicitari, al romanzo), ma anche a
quello dei sistemi di segni post- o trans-linguistici, la cui codificazione
è primariamente orientata alla comunicazione (si pensi al codice Morse,
al Braille, al codice stradale, ecc.). Secondo Barthes, infatti, ogni sistema di
segni non linguistici ha comunque uno stretto rapporto con il linguaggio,
poiché le immagini e il comportamento hanno sempre bisogno di essere
accompagnati o integrati da un messaggio di tipo linguistico, cosciente o
mediato che sia. Attualmente la
s. non è più considerata,
secondo l'assunto di De Saussure, come il fondo disciplinare su cui costruire le
teorie del linguaggio verbale, ma come un sistema assai più vasto di
conoscenze che consente l'analisi della maggior parte delle espressioni
culturali dell'uomo: letteratura, arte, cinema, logica, psicologia, etologia,
ecc. Tuttavia, le distinzioni d'uso e di studio che intervengono tra
s. e
semiotica non sono né stabili né unanimemente condivise, di modo
che il mondo scientifico privilegia un uso generalizzato del termine semiotica
(V.), che comprende tutte le eventuali accezioni.