Ling. - Nell'ambito della linguistica
generativa, capacità di un termine o di un enunciato di ricevere
un'interpretazione semantica, cioè di esprimere un significato (che il
recettore dell'enunciato deve interpretare secondo un competente giudizio
epistemico). ║ Secondo un'accezione
più specifica della disciplina semantica, il termine, introdotto M.
Bréal nel suo
Saggio di semantica (1897), specifica la funzione
significativa del linguaggio, con particolare attenzione, più che
all'etimologia delle parole, all'uso concreto e alle variazioni che in esso
subisce il rapporto tra significato e significante.
║ Relazione di compatibilità e
accettabilità che intercorre tra due elementi di un sistema semantico (ad
esempio due
semi o tratti semantici minimi), per la quale essi possono
essere copresenti a un livello superiore (ad esempio in un lessema)
(V. anche SEMANTICA).