Zool. - Aracnide appartenente all'ordine degli
Scorpioni. Gli
s. sono animali di forma allungata, di colore variabile
dal giallo al brunastro e di lunghezza compresa tra i 13 mm (
Microbuthus
pusillus del Golfo di Aden) e i 18 cm (
Pandinus imperator dell'Africa
equatoriale). Il corpo è formato da un cefalotorace corto
(
prosoma), appiattito e subtrapezoidale, rivestito da uno scudo dorsale
(
carapace), da un addome distinto in una parte anteriore
(
mesosoma) più larga, costituita da 7 segmenti, e in una parte
posteriore (
metasoma) ristretta, subcilindrica, costituente la coda,
formata da 6 segmenti; di questi l'ultimo (
telson), dilatato, cavo e
ricurvo all'estremità, è modificato in aculeo, strumento mediante
il quale lo
s. inietta nella preda il veleno secreto dalle ghiandole
velenifere. Al prosoma sono attaccate quattro paia di zampe ambulatorie
terminanti con un paio di unghie. Il secondo segmento addominale reca un paio di
appendici (chiamate per la loro forma pettini), situate ventralmente tra le
anche del quarto paio di arti ambulatori: sebbene la loro funzione non sia stata
ancora chiarita, si pensa possano essere organi sensoriali. Gli
s.
presentano grosse mascelle terminanti ciascuno con una robusta chela e piccoli
cheliceri anch'essi terminanti con una chela e aventi una forma simile a una
minuscola pinza. La parte centrale del carapace porta due occhi dorsali
accompagnati lateralmente, lungo il margine anteriore dello scudo, da un numero
di occhi più piccoli che varia da due a cinque paia. Sui quattro segmenti
successivi al primo si aprono gli stigmi delle quattro paia di polmoni. Lo
stomaco, come nei ragni, è succhiatore e termina con l'ano che si apre
alla base del telson. Sostanzialmente carnivori e predatori, gli
s. si
nutrono specialmente di insetti e ragni, afferrandoli con le chele e
sminuzzandoli o schiacciandoli con i cheliceri. Solo nel caso in cui la vittima
opponga resistenza, lo
s. la immobilizza con le chele e, sollevando
l'addome, porta l'aculeo anteriormente al capo per iniettare il suo veleno.
Quest'ultimo, come quello dei serpenti, viene spinto dalla muscolatura annessa
alle due ghiandole velenifere, penetrando nel corpo della vittima con una certa
pressione; l'esito del veleno è mortale nelle prede abituali e può
provocare nell'uomo disturbi lievi, nel caso dei piccoli
s. mediterranei
(
Euscorpius), molto gravi o addirittura letali, nel caso delle specie
tropicali. I sessi sono separati e le gonadi, a forma di tubi longitudinali
riuniti da anastomosi trasverse, si aprono all'esterno mediante un orifizio
genitale, ricoperto da un opercolo posto sul primo segmento addominale. La
fecondazione è preceduta da complessi rituali di corteggiamento durante i
quali il maschio fissa al suolo una spermatofora e quindi manovra la femmina in
modo che essa riceva gli spermi emessi. Una volta fecondate, le uova si
sviluppano nell'ovario (che assume quindi le funzioni di un utero). Le femmine,
ovovivipare, trasportano per qualche giorno i piccoli sull'addome prima che
questi diventino autonomi. Diffusi nelle regioni tropicali e subtropicali, gli
s. durante il giorno vivono nascosti sotto i sassi o nelle
anfrattuosità del terreno, per uscire allo scoperto di notte alla ricerca
di prede. ║
Classificazione: l'ordine comprende oltre 800 specie
quasi tutte termofile, diffuse ovunque nelle zone tropicali e subtropicali e in
quelle temperate, ma assenti nelle aree fredde. In Italia vivono poche specie
del genere
Euscorpius, del tutto inoffensive per l'uomo, fra le quali:
Euscorpius italicus, la specie di maggiori dimensioni e più
pericolosa, lunga fino a 5 cm e diffusa nelle regioni centrali e settentrionali;
Euscorpius flavicaudis, lungo all'incirca 4 cm e caratteristico delle
zone occidentali e delle isole;
Euscorpius germanus, lungo circa 3 cm e
diffuso nelle zone alpine; infine,
Euscorpius carpathicus, lungo 4,5 cm
circa, presente in quasi tutta la penisola. Tra le specie esotiche più
pericolose si ricordano il
Centruroides sculpturatus e il
Centruroides
gertschi, lunghe da 5 a 7 cm, oltre al
Centrurus noxius della fascia
sud-occidentale del Nord America. Ai Butidi, che rappresentano invece la
famiglia più vasta e cosmopolita, appartengono lo
s. della Linguadoca
o
s. giallo (
Buthus occitanus), diffuso nel Nord Africa e nel
Sud-Ovest europeo e completamente assente in Italia, e alcune pericolose specie
africane quali l'
Androctonus australis; appartengono invece al genere
Prionurus le specie di dimensioni maggiori, quali
Prionurus
australis, lungo circa 14 cm. ║
Falsi s.:
V. PSEUDOSCORPIONI.
║
S. d'acqua: nome comune di alcuni insetti emitteri (
Nepa
cinerea) appartenenti alla famiglia dei Nepidi, caratteristici per il loro
corpo largo e depresso, per le zampe anteriori raptatorie e per l'addome munito
di un lungo sifone respiratorio. ║
S. dei libri: nome comune di
Chelifer cancroides, specie appartenente all'ordine degli
pseudoscorpioni.
Uno scorpione (Androctonus mauritanicus)