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Sciàbola.

Arma bianca da taglio e da punta, con lama leggermente ricurva. Già nota da tempo in Asia, si diffuse nell'Europa occidentale nel corso del XVI sec., in seguito alle invasioni turche. I primi ad adottarla furono gli squadroni di cavalleria polacca e ungherese; ebbe poi largo impiego in epoca napoleonica. Poiché facile da maneggiare con una sola mano, era particolarmente usata nei combattimenti a cavallo. Fino alla prima guerra mondiale la s. ha rappresentato l'armamento degli ufficiali dell'esercito italiano di ogni arma; oggi essa viene portata esclusivamente con la grande uniforme o in parata. La lama della s., più o meno arcuata, presenta i due lati scanalati per circa due terzi della loro lunghezza; la parte convessa è completamente affilata, mentre il dorso è affilato nella parte che va dalla fine delle scanalature alla punta. Le s. di fabbricazione orientale sono caratterizzate da una maggiore curvatura e da una larghezza crescente verso la punta che aumenta l'efficacia del fendente. • Sport - Nella scherma, una delle tre armi adoperate negli incontri; talvolta il termine è utilizzato anche per indicare la corrispettiva specialità schermistica. Il peso, secondo il regolamento internazionale, deve essere inferiore a 500 g e superiore a 325 g; la lunghezza massima totale dell'arma deve essere inferiore ai 110 cm, quella della lama ai 90 cm. Con la s. si può colpire di punta, di taglio e di falso taglio o controtaglio; con essa si può colpire tutto il corpo dell'avversario, fatta eccezione per le gambe.