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Sciti.

Antica popolazione di stirpe iranica che abitò la Russia meridionale, la cui conoscenza deriva in parte da fonti letterarie (Erodoto e Ippocrate) ed epigrafiche, in parte dagli scavi archeologici. • St. - Prevalentemente nomadi, gli S. erano valorosi guerrieri; veneravano il dio della guerra, il cui santuario costituiva il fulcro del territorio da essi abitato, e Tabili, una sorta di Vesta. Alcune tribù erano seminomadi e altre sedentarie; queste ultime avevano un regime politico stabile e vivevano coltivando e vendendo il frumento. Nell'VIII sec. a.C. gli S. occuparono le regioni dal fiume Dnestr al Lago d'Aral. Già verso la fine del VII sec. a.C., in seguito a grandi spostamenti di popoli, anche gli S. abbandonarono gli antichi territori e si spinsero a Sud del Caucaso, dove combatterono contro gli Assiri, i Medi e i Cimmeri. Tracce di presenze scitiche sono state rinvenute in Egitto, ma si trattò per lo più di rapide incursioni; veri e propri insediamenti scitici si ebbero invece nei territori della Palestina, della Fenicia e della Siria. Verso la fine del VII sec. a.C., tuttavia, il nuovo predominio dei Medi nel Vicino Oriente costrinse gli S. a tornare nelle proprie sedi. Diversi ritrovamenti archeologici testimoniano inoltre un'espansione scitica in Bulgaria, in Germania (Slesia), in Polonia, in Romania, in Ungheria, nella Russia meridionale e persino in Cina e in Siberia. In Bulgaria, in particolare, gli S. si infiltrarono nel IV sec. a.C. ma, bloccati dalle spedizioni di Filippo e Alessandro Magno, andarono a costituire un ultimo Stato in Crimea, per poi disperdersi in vari e piccoli nuclei all'epoca delle grandi migrazioni. • Arte - Ciò che conosciamo dell'arte degli S. sono quasi esclusivamente le tombe dei loro sovrani, ricche di corredi funerari. Le più antiche (secc. VIII-VI a.C.) sono quelle di Kostromskaja Stanica e Kelermes nel Kuban', di Melgunov nella Russia meridionale e di Sazik nell'Urartu. Nei tumuli, oltremodo sontuosi, sono stati rinvenuti pezzi di metallo (per lo più in oro e in bronzo), armi, corazze e oggetti ornamentali, caratterizzati dalle forme tipiche del repertorio figurativo locale: mostri costituiti da parti di diversi animali, sagome di animali volanti, corpi innaturalmente ritorti, in genere sbalzati sulle impugnature delle armi e su vari oggetti d'uso. Lo stile predominate era quello cosiddetto “animalistico” tipico dell'arte delle steppe, che prediligeva i soggetti animali, caricati di significati magici. Più vicine nel tempo (IV sec. a.C.) sono le tombe di Chertomlyk, i gruppi situati in prossimità di Alexendrapol e Nicopol, a Kul Oba e a Voronez. Qui le raffigurazioni animali lasciano il posto a scene di battaglia o di vita quotidiana che privilegiano la figura umana; oltre a ciò, la vicinanza delle colonie greche di Olbia e Kerk favorì proficui contatti con l'arte greca, che influenzò in modo determinante la produzione figurativa degli artisti scitici più tardi. Da non dimenticare, infine, sono le città edificate dagli S. che scelsero la vita sedentaria, alcune di modeste dimensioni, come Kamenskoe, altre estese, come Neapolis, caratterizzate da case sontuose, ricche di pitture murali e di preziose suppellettili.