Ramo della
gens Cornelia,
famiglia
patrizia romana. Secondo la tradizione, il primo a portarne il nome fu un Publio
Cornelio, vissuto nel IV sec. a.C., così soprannominato perché a
lui si appoggiava, come a un bastone (
scipio), il padre anziano e ormai
cieco. Gli
S. furono particolarmente attivi e determinanti per la vita
della Repubblica durante il III e il II sec. a.C., ricoprendo i membri della
famiglia le massime magistrature e influenzando, in forza del loro peso
politico, militare e culturale, gli indirizzi interni ed esteri dello Stato.
Particolarmente significativa, in tal senso, fu l'azione del cosiddetto
circolo degli S., una sorta di cenacolo cui fecero capo numerose
personalità pubbliche e soprattutto numerosi artisti, storici e letterati
(quali Ennio, Terenzio, Lucilio, gli storici Polibio e Panezio, cui si deve
l'elaborazione di uno stile assai più raffinato e colto rispetto a quello
più rozzo e autarchico precedente) e da cui si diffuse la tendenza
culturale filoellenica. Essa fu particolarmente avversata e temuta dal blocco
tradizionalista e conservatore che riteneva tale ellenismo non solo moralmente
nocivo ma anche estremamente pericoloso per la sopravvivenza della Repubblica,
di cui riteneva che minasse le basi etiche e religiose e, dunque, civili. Anche
per questa ragione lo scontro tra Catone e l'Africano fu tanto aspro: esso
infatti riguardava le fondamenta stesse dello Stato romano. In politica estera
gli
S. perseguirono un indirizzo estremamente moderato, benché non
per questo scevro di aspirazioni egemoniche: a un diretto e oneroso processo di
conquista, infatti, essi preferivano la via di un vasto sistema di alleanze
(soprattutto a Oriente) in cui, assorbendo il meglio della cultura ellenica,
Roma svolgesse il ruolo di mediatore e ordinatore degli interessi dei popoli,
secondo un ideale di equità e buon governo che, pur nell'istanza di
equità nei confronti dei sudditi, non ripudiava sicuramente la matrice
oligarchica e la spinta verso rapporti di forza comunque favorevoli a Roma. Pur
tuttavia, non solo i tradizionalisti avversarono questa tendenza, ma anche i
nascenti ceti equestri, mercantili, produttivi e imprenditoriali, in cui
l'aspirazione imperialista si legava a quella di rivalsa economica, meglio
garantita da una politica di annessioni e diretto dominio che da un moderato ed
instabile sistema di alleanze. ║ Gli
S. crearono una tomba di
famiglia, localizzata tra la Via Appia e la Via Latina, dal momento che essi non
cremavano i loro morti ma li inumavano, deponendoli in sarcofagi di tufo,
inseriti in loculi scavati nella roccia. La tomba individuata nel XVII sec., ma
forse già aperta nel XV sec., conteneva almeno una trentina di sarcofagi
ed era decorata al suo interno. Il sarcofago di Barbato, l'unico adorno di un
lungo fregio dorico e recante un'iscrizione funebre, è stato trasportato
presso i Musei Vaticani, insieme a reperti recanti a loro volta iscrizioni,
relative ad altri otto membri della famiglia.