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Scintigrafìa.

Med. - Tecnica diagnostica che consiste nella registrazione dell'immagine di un tessuto o di un organo previa introduzione nell'organismo di isotopi radioattivi che si fissano elettivamente in esso. Gli isotopi radioattivi vengono generalmente introdotti per via endovenosa e, una volta legatisi ai recettori o a molecole specifiche, le “marcano” emettendo soprattutto raggi γ; questi ultimi vengono captati, registrati e rielaborati elettronicamente da un'apposita apparecchiatura chiamata detector esterno di radioattività, o scintiscanner o camera gamma, per essere trasformati in immagine. La registrazione del segnale può essere di due tipi: magnetica oppure fotografica. Nella registrazione magnetica una punta scrivente mossa da un elettromagnete si sposta in seguito agli impulsi di corrente ricevuti dal rivelatore e la ripartizione dell'attività viene registrata sotto forma di tratti ravvicinati che vengono riportati su un foglio (il numero dei tratti risulta essere proporzionale all'attività della zona esaminata). Nella registrazione fotografica, il rivelatore guida una scia luminosa su una radiografia della struttura esaminata che non viene sviluppata, in sovrapposizione alla sua immagine sul cliché: lo scintigramma risulta in qualche modo sovraimpresso sulla radiografia, in modo da fornire una rappresentazione d'insieme dell'organo o del tessuto e della concentrazione delle molecole radioattive in esso contenute. La lettura dello scintigramma è divenuta più facile con la messa a punto della s. a colori, che si ottiene facendo variare il colore della battitura sulla carta in funzione dell'intensità dell'irradiazione in ciascun punto da esplorare. In questo modo alle zone dell'organo o del tessuto molto radioattive corrispondono sulla carta dei tratti ravvicinati e una colorazione che vira verso il rosso. Oggi la s. risulta un metodo d'indagine fondamentale per l'individuazione di malattie a carico della tiroide, del fegato, del pancreas, della milza, del rene, del cuore e del sistema nervoso, nonché per la localizzazione di lesioni anatomiche circoscritte come tumori, cisti, ascessi, ecc. A seconda dell'organo interessato vengono impiegate sostanze radioattive diverse.