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Schistosomìasi.

Patol. - Gruppo di malattie parassitarie, dette anche bilharziosi, causate da trematodi del genere Schistosoma che, allo stadio adulto, si insediano nel sistema venoso dell'uomo e di altri animali dando luogo, a seconda della zona colpita, a quadri morbosi diversi. Le s. umane sono tre: la s. vescicale, detta anche ematuria d'Egitto, diffusa in Africa e provocata dallo Schistosoma haematobium; la s. intestinale, diffusa prevalentemente in Africa, nell'America Centrale e Meridionale e nelle Indie occidentali, causata dallo Schistosoma mansoni; la s. arterovenosa o orientale, endemica in Estremo Oriente e provocata dallo Schistosoma japonicum; la s. vescicale. In quest'ultima i parassiti adulti migrano nei vasi rettali e in quelli che irrorano la vescica, ove depongono le uova, quindi penetrano nella mucosa e vengono eliminati insieme alle uova con le urine; durante il passaggio attraverso i tessuti della vescica essi provocano disturbi a carico dell'apparato urinario quali ulcerazioni e infezioni accompagnate da ematuria e possono talvolta indurre la formazione di carcinomi della vescica. Nella s. intestinale i parassiti adulti si localizzano nelle vene mesenteriche inferiori dell'intestino crasso ove depositano le uova che rompono la mucosa e, una volta giunte nel lume intestinale, vengono eliminate con le feci; anche questa s. provoca ulcerazioni e infezioni anche molto gravi localizzate a livello intestinale. Nella s. arterovenosa i parassiti si localizzano nei vasi del fegato, della milza, dell'intestino tenue e del polmone, producendo disturbi gravi quali attacchi di dissenteria, epatosplenomegalia, cirrosi epatica, associata a lesioni cerebrali dovute alla migrazione delle uova nel sistema nervoso centrale; a volte l'esito è letale. La s. arterovenosa ha come ospiti definitivi, oltre all'uomo, molti animali domestici quali cani, gatti, maiali, cavalli, bovini e roditori. In tutte e tre le patologie il contagio avviene mediante il contatto diretto dell'epidermide con acque inquinate nelle quali i parassiti sono presenti sotto forma di cercarie (forme larvali del parassita); queste ultime si sviluppano nel corpo di particolari molluschi d'acqua dolce (genere Bulinus per la S. haematobium, genere Planorbis per la S. mansoni, genere Oncomelania per la S. japonicum) che fungono da ospiti intermedi. Penetrando attraverso la cute umana le cercarie provocano un'infestazione che di solito ha un tempo d'incubazione di circa 4-6 settimane e che si sviluppa in tre stadi: lo stadio invasivo, solitamente asintomatico in cui si ha la migrazione delle cercarie (schistosomule) nelle vene epatiche; uno stadio acuto, caratterizzato da malessere generalizzato, febbre, diarrea, che si verifica alla deposizione delle uova da parte dei vermi migrati alle vene mesenteriche e che sembra dovuto a reazioni di ipersensibilità alle uova; infine lo stadio cronico dovuto alla reazione dei tessuti alle uova che passano, a seconda della s., nelle urine o nelle feci e possono anche depositarsi in svariati organi (solitamente il fegato) inducendo la formazione di granulomi e fibrosi epatica. Fra le forme che colpiscono i mammiferi è degna di nota la s. bovina, provocata dallo Schistosoma bovis, caratteristica dei ruminanti domestici e selvatici ma diffusa anche negli equini, e la s. degli uccelli, prodotta dai generi Ornithobilharzia e Macrobilharzia. Il trattamento terapeutico è di tipo antibiotico. La profilassi si fonda sulla distruzione dei molluschi, che rappresentano i vettori del parassita, sulla costruzione di efficienti sistemi di raccolta delle acque reflue mediante i quali venga evitata la dispersione delle feci contenenti le uova, e infine sull'utilizzo di strumenti opportuni quali stivali, guanti e creme antiparassitarie da parte di coloro che devono stare a contatto con acque contaminate.