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Scarlattina.

Patol. - Malattia infettiva esantematica acuta, contagiosa, tipica dell'età infantile, con punte massime di ricettività fra i 3 e i 10 anni. La s. si manifesta con brividi, vomito, febbre elevata, accompagnati da un esantema di colorito rosso con elementi puntiformi ravvicinati. Il contagio avviene direttamente, attraverso il contatto con l'individuo malato. Dopo un breve periodo di incubazione, che varia dai tre ai cinque giorni, si manifesta nel paziente un'infiammazione a carico della gola (l'agente responsabile della s. è, infatti, lo streptococco emolitico, che si localizza sulla mucosa della faringe); la comparsa dell'eruzione cutanea permette di diagnosticare con esattezza la s. L'esantema si evidenzia dapprima sul collo, sul torace e sulla radice degli arti; in seguito si diffonde rapidamente sulle cosce, sulle braccia e gli avambracci, sulle gambe e, infine, sulle mani e i piedi. Solo alcune parti del volto (naso, labbra e mento) non sono interessate dall'esantema; in questa zona la pelle, detta faccia scarlattinosa, rimane bianca. La fase esantematica dura cinque o sei giorni ed è accompagnata da febbre continua ed elevata (39-40 °C). Contemporaneamente al graduale ritorno della temperatura corporea alla normalità anche l'esantema scompare; si verifica quindi la desquamazione della cute, che può prolungarsi anche per diverse settimane (quattro-sei). La terapia prevede la somministrazione di antibiotici, il riposo e una dieta ricca di vitamine. Quanto alla profilassi, il medico curante è obbligato a denunciare all'ASL i casi di s.; si consiglia inoltre di evitare che l'ammalato abbia contatti con individui sani (un tempo veniva isolato per circa 40 giorni e venivano disinfettati gli ambienti dove aveva soggiornato). Nella maggioranza dei casi la s. conferisce all'ammalato un'immunità duratura.