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Sassànidi). Dinastia persiana
regnante dal 226 al 640 circa, dalla caduta del Regno dei Parti fino
all'invasione araba, la quale avrebbe soffocato l'indipendenza della Persia
mantenendo tuttavia molti aspetti della cultura sasanide, tra i quali buona
parte della struttura amministrativa e sociale. Al capostipite Ardashir, nipote
dell'eponimo Sasan, successero circa altri 30 sovrani, l'ultimo dei quali fu
Yezdegerd III, che nel 651 fu assassinato dai suoi durante la fuga dagli Arabi
invasori. I sovrani sasanidi
diedero alla Persia e a tutta l'Asia
Anteriore grande impulso politico, culturale e religioso; si ritrovarono
costantemente in lotta con Roma e poi con Bisanzio, cui disputarono intere
regioni con alterne fortune. Shapur I (241-272), figlio di Ardashir, tolse a
Roma l'Armenia e la Mesopotamia e catturò l'imperatore Valeriano a Edessa
(260), ma fu poi sconfitto da Aureliano (271). Sotto Cosroe II (590-628) il
Regno giunse a comprendere tutta la Siria, la Palestina, l'Egitto e parte
dell'Asia Minore. All'interno i
S. imposero lo Zoroastrismo come
religione di Stato, perseguitarono il Cristianesimo e il Manicheismo.