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Sassònia.

Land (18.413 kmq; 4.522.412 ab.) della Germania orientale; si estende sull'ampia pianura di Lipsia, tra l'Elba e il suo affluente Saale, e comprende parte della Lusazia e il versante settentrionale dei Monti Metalliferi. Confina a Sud con la Repubblica Ceca, a Est con la Polonia, a Nord con i Lander di Brandeburgo e Sassonia-Anhalt, a Ovest con il Land di Turingia, a Sud-Ovest con quello di Baviera. Capitale: Dresda. La popolazione è prevalentemente concentrata nelle due aree metropolitane di Dresda e di Lipsia e nella conurbazione sud-occidentale, sorta intorno ai due poli di Chemnitz e di Zwickau. • Econ. - I settori produttivi più sviluppati sono quello meccanico (Dresda, Lipsia), quello tessile (Chemnitz), quello commerciale (fiere internazionali a Lipsia) e quello turistico. • St. - Come regione storica della Germania, compresa in un vasto territorio fra l'Ems e l'Oder, ai confini con la Polonia, la S. ha subito nei secoli sensibili variazioni d'estensione. Nei secc. X-XII la S. era identificata con un'area che comprendeva vasta parte del Bassopiano Germanico, tra il corso inferiore del Reno e quello medio-inferiore dell'Elba; dal 1180 il nome S. indicò la parte orientale di tale area. Verso la fine del XIII sec., S. inferiore e S. superiore furono designate rispettivamente la parte settentrionale e quella meridionale della S. e solo alla seconda rimase, dalla metà del XVI sec., il nome di S. Occupata da Carlo Magno, con il Trattato di Verdun (843) la S. venne integrata nel Regno di Germania. Verso l'850-860 si costituì il ducato di S., sotto la dinastia dei Liudolfingi; Enrico I l'Uccellatore fu il primo a salire al trono di Germania nel 919 e dopo di lui vi salirono come “imperatori sassoni” Ottone I il Grande, Ottone II, Ottone III ed Enrico II, tutti del casato di Liudolf. Ottone il Grande, nel 960, delegò le sue funzioni di duca di S. a Ermanno della casata dei Billunghi, che rimase al potere fino al 1106. Alla morte dell'ultimo Billung, Magno, Enrico V affidò il ducato di S. a Lotario di Supplimburgo (1106-37) il quale, diventato imperatore con il nome di Lotario II, legò la S. agli eredi dei Billung, i Welfs di Baviera rappresentati da Enrico il Superbo (1137); suo figlio Enrico il Leone (1139) portò al massimo splendore il ducato, ma fu privato dei suoi domini da Federico Barbarossa nel 1180. Il ducato di S. venne suddiviso in una grande quantità di feudi, alcuni dei quali divennero Stati direttamente dipendenti dall'Impero. Il titolo di duca di S. fu dato a Bernardo d'Anhalt (morto nel 1212), i cui nipoti Alberto II e Giovanni I si spartirono nel 1272 i domini, fondando le due linee di S.-Wittenberg e di S.-Lauenburg. Il diritto elettorale, assegnato al ramo di S.-Wittenberg con la Bolla d'oro di Carlo IV del 1356, fu conferito alla morte di Alberto II (1422), ultimo principe elettore di S.-Wittenberg, a Federico I il Bellicoso della casa di Wettin, regnante sul margraviato di Meissen. In seguito al Trattato di Lipsia, nel 1485 il territorio e i titoli ereditati dai Wettin furono spartiti tra i due fratelli Ernesto e Alberto, eredi di Federico II il Mansueto. Da allora la S. fu divisa tra le due linee. La linea ernestina conservò la dignità elettorale solo fino al 1547, quando essa passò alla linea albertina insieme a una notevole porzione territoriale. Alla linea ernestina rimasero i possedimenti della Turingia, dal cui smembramento trassero successivamente origine i cosiddetti ducati sassoni. Gli Albertini si mantennero invece al potere (dal 1806 con il titolo di re) fino al 1918. Durante la Riforma, l'elettore Federico III il Saggio della linea ernestina (1486-1525) protesse Lutero, e il successore, Giovanni Federico il Magnanimo (1532-47), dopo aver annientato la rivolta dei contadini, impose la Riforma nei suoi Stati. Alla testa della Lega di Smalcalda diresse la rivolta contro l'imperatore, ma fu vinto e fatto prigioniero da Carlo V a Mühlberg (1547). Il diritto elettorale fu così trasferito all'albertino Maurizio (1547-53) che aveva sostenuto l'imperatore e che seppe, come i successori Augusto (1553-86) e Cristiano II (1591-1611) conservare l'egemonia politica sul Luteranesimo. A causa della scarsa coerenza dimostrata da Giorgio I (1611-56), che durante la guerra dei Trent'anni aveva oscillato tra l'alleanza con l'imperatore Ferdinando II e gli Svedesi, la S. perdette prestigio politico a diretto vantaggio del Brandeburgo, che sotto il grande elettore Federico Guglielmo cominciava proprio allora la sua ascesa. Gli elettori di S., non potendo più espandersi in Germania a causa della crescita del Brandeburgo, volsero le loro ambizioni verso la Polonia. Federico Augusto I (1694-1733), convertitosi al Cattolicesimo, ne divenne il sovrano nel 1697. Il nuovo titolo sancì il definitivo tramonto di ogni predominio nella Germania luterana, e determinò il coinvolgimento della S., durante il Regno di Federico Augusto II (1733-63), in un'alleanza austriaca e in una politica antiprussiana calamitose: durante la guerra dei Sette anni le truppe di Federico II devastarono e occuparono il Paese mentre re e Governo si rifugiavano in Polonia. Nell'età rivoluzionaria e napoleonica Federico Augusto III (1763-1827) entrò nella lotta contro la Francia (1792) e accordò il suo appoggio alla Prussia nel 1806. Quando le truppe sassoni a fianco di quelle prussiane subirono la sconfitta di Jena (1806), Federico Augusto firmò con Napoleone la pace (Posen, 1806). La S. entrò allora nella Confederazione del Reno. Le truppe sassoni combatterono a fianco di quelle francesi e Federico Augusto cadde prigioniero degli Alleati nella battaglia di Lipsia (1813). La fedeltà a Napoleone mise in pericolo, al Congresso di Vienna (1815), l'indipendenza della S., minacciata da annessione alla Prussia. Federico Augusto I conservò il titolo reale ma la Prussia si prese la metà settentrionale del territorio sassone. Nel XIX sec., sia pure molto lentamente, la S. andò progredendo verso un regime costituzionale. Il re Antonio (1827-36) istituì un sistema bicamerale, parzialmente rappresentativo, e un ministero responsabile. Nel marzo 1848 re Federico Augusto II (1836-54) elesse un ministro liberale, ma rifiutò di accettare la Costituzione approvata dal Parlamento di Francoforte provocando la sanguinosa insurrezione del 1849 (repressa dalle truppe prussiane). In politica estera, la S. appoggiò ancora l'Austria contro la Prussia ma, vinta dai Prussiani nel 1866, aderì l'anno dopo alla Confederazione della Germania del Nord e nel 1871 all'Impero tedesco. Nell'ultimo quarto del XIX sec. il rapido sviluppo dell'industria sassone si affiancò a una forte affermazione socialdemocratica contro la quale si schierarono compatti i partiti centristi e conservatori. La situazione politica evolse nel 1918, anno che segnò, come ovunque in Germania, la fine della Monarchia. Dopo l'abdicazione del re Federico Augusto III, la S. divenne un Land della Repubblica di Weimar e si diede una Costituzione democratica e parlamentare (1920). Dopo l'avvento di Hitler (gennaio 1933) perdette ogni autonomia e fu posta sotto l'autorità di un Reichstadthalter. Conquistata dalle truppe sovietiche nell'aprile-maggio 1945, al termine della seconda guerra mondiale la S. si ricostituì come Land e nel 1949 entrò a far parte della Repubblica Democratica Tedesca. Il territorio della S. prussiana nel 1946 confluì, quasi interamente, nel Land della Sassonia-Anhalt; il Land della S., soppresso nel 1952 in seguito al riordinamento amministrativo del Paese, fu ricostituito nel 1990 al momento dell'unificazione tedesca.
Schema della Casa di Sassonia