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Sarajevo.

(o Serajevo). Capitale (360.000 ab.) della Bosnia-Erzegovina; è situata tra i 530 e i 560 m s/m., su alcune alture lungo le due rive del fiume Miljacka, affluente di destra della Bosna. La città è divisa in due principali quartieri, il musulmano e il cristiano. • Econ. - Industrie della birra, armi, tabacchi, cuoio, tessili, oltre a impianti metalmeccanici. Le attività produttive e culturali di S. sono state fortemente compromesse dalla guerra civile iniziata nel 1992. • St. - Citata per la prima volta nel 1415 col nome di Vrhbosna, fu ribattezzata con l'attuale nome all'inizio del XV sec., dopo la costruzione del palazzo (Sarai), residenza dei pascià turchi. Con l'occupazione della Bosnia da parte dei Turchi divenne, nella seconda metà del XV sec., divenne sede del Governo turco e centro di importanza militare. Si arricchì di monumenti in stile ottomano prima di subire, nel 1697, gli effetti di un devastante incendio, voluto dal principe Eugenio. Contesa tra Turchi e Austriaci, nel 1878 S., dopo violenti scontri, fu definitivamente occupata dagli Austriaci, che ne fecero la sede del Governo militare della Bosnia-Erzegovina. II 26 giugno 1914 fu teatro dell'uccisione, per mano del nazionalista serbo G. Princip, dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e di sua moglie, Sofia Chotek, in visita alla capitale bosniaca per una missione che mirava a procacciarsene l'appoggio. L'attentato fu il detonatore per lo scoppio della prima guerra mondiale. Compresa nel Regno jugoslavo dal 1918, nel 1946 divenne capitale della Bosnia-Erzegovina, Repubblica della Federazione jugoslava. Nel 1992, durante il processo di dissoluzione della Federazione, la città di S., all'indomani della vittoria del sì al referendum per l'indipendenza della Bosnia-Erzegovina dalla Jugoslavia, diventò centro di un sanguinoso conflitto tra i fautori dell'autonomismo e gli oppositori serbi. L'assedio da parte delle forze secessioniste serbo-bosniache, cessato alla fine del 1995, causò la morte di centinaia di persone, tra civili e militari, e ingenti distruzioni materiali. • Arte - Il periodo di amministrazione austriaca, iniziato nel 1878, modificò profondamente il precedente aspetto musulmano della città, la quale conserva tuttavia un centinaio di moschee (la moschea di Gazi Husret, 1530, tra i più notevoli esempi dell'architettura islamica d'Europa), il konak, il monastero derviscio (XVII sec.). La chiesa di San Michele, rifatta nel XVIII sec., è l'unica testimonianza rimasta dell'antica architettura sacra. Ricchissime le collezioni archeologiche preistorica, romana e medioevale, conservate presso il Museo provinciale di S., che custodisce inoltre preziosi manoscritti islamici ed ebraici.