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Sannìtico.

Dei Sanniti, che riguarda i Sanniti. • St. - Guerre s.: tre guerre combattute tra Romani e Sanniti, in competizione tra loro, a partire dal IV sec. a.C., per il controllo dei territori campani e meridionali e l'accesso alle coste tirreniche. ║ Prima guerra s. (343-341 a.C.): il casus belli vene fornito dalla richiesta di aiuto che la città di Capua rivolse ai Romani, preoccupata dall'occupazione di Teano da parte dei Sanniti. Benché formalmente ancora soggetta al trattato del 354 a.C. con questi ultimi, Roma non esitò ad intervenire contro di loro. Le operazioni militari durarono fino al 341 a.C., anche se le fonti, fortemente filoromane, non garantiscono un racconto totalmente veridico dello svolgimento della guerra. Le vittorie romane furono almeno due e determinarono la proposta di accordo, ratificata in un trattato, che prevedeva il mantenimento di Teano da parte dei Sanniti, ma anche la loro rinuncia a compiere azioni a danno degli altri territori campani e il rispetto dell'alleanza con Roma; quest'ultima ottenne in cambio il libero accesso commerciale e di transito in Campania. ║ Seconda guerra s. (326-304 a.C.): il secondo episodio bellico ebbe due prodromi. Uno riguardò la città di Fregelle, di grande importanza strategica sia per i Sanniti (in quanto passaggio obbligato per la discesa verso il litorale campano) sia per i Romani (in quanto chiave delle comunicazioni tra Lazio e Campania): nel 330 a.C. i Sanniti la occuparono, ma nel 328 a.C. i Romani la conquistarono, deducendovi una colonia latina. L'altro fatto che contribuì allo scoppio della guerra fu la ritorsione da parte romana per un attacco portato dai Sanniti nel territorio di Capua: essi nel 327 a.C. occuparono Napoli, cacciandone il presidio s. La guerra fu lunga e durissima e coinvolse in complesse alleanze tutti i popoli italici sia del versante tirrenico sia di quello adriatico: grazie all'aiuto, fra gli altri, di Apuli, Marsi e Frentani, Roma riuscì ad accerchiare i Sanniti, alleati ai Lucani, entro il loro territorio montano. Ciò nonostante le prime vittorie furono s.: la più celebre quella del 321 a.C., presso Caudio (nota con il nome di Forche Caudine). Costretti ad una tregua (che imponeva loro la rinuncia alle colonie campane), i Romani ripresero l'azione solo nel 316 a.C., dopo aver riorganizzato la legione in piccoli e più agili manipoli tra loro autonomi, più adatti alle battaglie in territorio montuoso: la vittoria a Terracina nel 314 a.C. risultò decisiva. I Sanniti, blindati nelle loro sedi stanziali, dovettero riconoscere, nel trattato del 304 a.C., le colonie dei Romani in Campania e la loro egemonia sulla regione tirrenica e su quella adriatica dell'Apulia. ║ Terza guerra s. (298-291 a.C.): nel breve giro di pochi anni, la crescita demografica spinse i Sanniti a forzare il blocco con il quale Roma li aveva chiusi sugli Appennini, tanto più cogente da quando nel 303 a.C. essa aveva stretto alleanza anche con i Lucani, loro immediati vicini. La concomitante spinta antiromana esercitata in centro Italia dagli Etruschi e da Nord dai Galli, suggerì un inedito patto fra queste tre popolazioni, al punto che la guerra contro Roma, combattuta da una lega tra Galli, Etruschi, Umbri e Sanniti - di dimensione peninsulare -, è nota anche come prima guerra italica. Dopo successi iniziali conseguiti in territorio s., i Romani dovettero retrocedere per fronteggiare la pressione che dal settentrione minacciava la stessa capitale. I Galli Celti, duramente sconfitti a Sentino nel 295 a.C., decisero però una pace separata (cedendo i loro territori adriatici su cui sorse la colonia romana di Sena Gallica); questo fatto condannò all'insuccesso sia la lotta degli Etruschi sia dei Sanniti. Questi ultimi resistettero fino al 290 a.C., anno in cui il console Manio Curio Dentato li sconfisse definitivamente e conquistò l'intera regione, che in seguito fu romanizzata e ripartita in lotti di terreno tra i soldati veterani di Roma.