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Samàrio.

Chim. - Elemento chimico appartenente al gruppo dei lantanidi, con numero atomico 62, peso atomico 150,36; simbolo: Sm. In natura si trova in piccole quantità nella monazite, nella samarskite e nella bastnaesite. È un metallo di colore bianco-grigiastro, più pallido dell'argento e più brillante del ferro, dotato delle seguenti caratteristiche chimico-fisiche: densità 7,54 g/cm3, punto di fusione 1.077 °C, punto di ebollizione 1.791 °C, elevata sezione d'urto di cattura per i neutroni termici, forte potere riducente (riduce infatti l'ossido di carbonio e gli ossidi di molti metalli). Decompone l'acqua lentamente, a freddo, e velocemente a caldo e, se esposto all'aria, si ricopre di una sottile patina di ossido giallo che lo protegge da un ulteriore attacco. Lo si ottiene allo stato puro per elettrolisi del cloruro fuso o per riduzione dell'ossido con il lantanio e allo stato suddiviso per distillazione dell'amalgama; in quest'ultima forma è estremamente reattivo e, se esposto all'aria, si infiamma spontaneamente. Si combina direttamente a caldo con molti non metalli formando composti nei quali possiede due o tre valenze. Il più importante di questi composti è l'ossido, Sm2O3, insolubile in acqua, solubile negli acidi minerali, buon catalizzatore, con il quale vengono preparati numerosi sali del s. e dal quale per riduzione si ottiene il metallo. Tali composti vengono utilizzati come attivatori di fosfori sensibili al rosso e all'infrarosso e come additivi nei vetri utilizzati come filtri assorbenti dell'infrarosso. Scoperto nel 1879 da P.E. Lecoq de Boisbaudran durante le sue indagini sullo spettro della samarskite, il s. è stato isolato per la prima volta da W. Muthmann. Oggi sono noti sette isotopi del metallo.