Stats Tweet

Samo.

Isola (476 kmq; 33.000 ab.) della Grecia, appartenente al gruppo delle Sporadi meridionali, nel Mare Egeo. • Geogr. - Di forma allungata, è aspra e montuosa nella sezione centrale e occidentale (le massime elevazioni presenti sono il Kerketeùs, 1.434 m, e l'Ámpelos, 1.237 m), mentre si abbassa a Est e verso la fertile piana di Chòra. I movimenti sismici sono frequenti. • Econ. - Il clima mediterraneo, con scarse precipitazioni estive, favorisce la coltivazione di viti, frutta, olivi, tabacco, ortaggi, cotone; rilevante è pure la produzione di moscato. L'economia dell'isola si basa anche sull'allevamento ovino e caprino, sulla pesca e sull'industria olearia, enologica e del tabacco. Fiorente è il turismo. • St. - Già colonia ionica nei secc. XII-XI a.C., l'isola prese parte alla lega ionica. Il desiderio di possedimenti sulla terraferma spinse S. alla guerra con Priene e con Melia, che venne completamente distrutta nell'VIII sec. a.C. Verso la fine del VII sec. a.C. ebbe inizio il moto coloniale dell'isola e, con esso, la sua espansione mercantile, soprattutto in Liba e in Egitto. Intorno al 600 a.C. i proprietari terrieri destituirono Demotele, un tiranno imposto dal popolo; in seguito, S. ebbe un regime democratico finché, verso il 450 a.C., Policrate instaurò nuovamente la tirannide costringendo i suoi avversari ad abbandonare l'isola (si deve ad alcuni di questi fuoriusciti la fondazione in Italia di Dicearchia, l'attuale Pozzuoli). Dopo l'uccisione di Policrate, si susseguirono diversi tiranni, tutti al servizio della Persia, che tuttavia condussero S. a esercitare un ruolo di primo piano nella ribellione ionica (499-94 a.C.). Dopo vari rivolgimenti interni, i proprietari terrieri tornarono al potere e costrinsero un numero considerevole di cittadini a cercare rifugio in Sicilia e in Magna Grecia. In seguito, l'isola passò alla lega delio-attica (478 a.C.); ribellatasi nel 440 a.C., dopo un lungo assedio fu costretta alla resa. Persa la propria autonomia, S. passò dalla parte di Atene, assistendo dapprima alla nascita di un solido Governo democratico (412 a.C.) e, successivamente, al ripristino dell'oligarchia a opera di Lisandro. Venne a lungo contesa fra Atene e Sparta finché, nel 322 a.C., Perdicca la staccò da Atene rendendola formalmente indipendente, ma di fatto soggetta ai sovrani ellenistici. Nel 189 a.C. i Romani le restituirono la libertà, che perdette poi e riebbe con Augusto, per perderla di nuovo con Vespasiano e divenire parte della provincia delle isole (fine III sec. d.C.). Sottratta ai Romani, passò ai Bizantini e ai Turchi, che la tennero fino al 1912, data in cui l'isola fu annessa alla Grecia. • Archeol. - L'antica città di S. si sviluppava sulla costa meridionale, nei pressi dell'odierna Tigani, e si estendeva intorno al porto, dove si apriva l'agorà. Dell'antica cinta muraria turrita, che si allungava per 6-7 km, sono rimasti considerevoli e preziosi avanzi. Risale all'epoca di Policrate l'acquedotto di terracotta che assicurava i rifornimenti idrici alla città; ascritto dai più a Eupalino di Megara, l'acquedotto fu del tipo a galleria, poiché attraversava il monte entro un tunnel lungo 11 km. Il palazzo di Policrate si ergeva, invece, sull'acropoli. Una via sacra conduceva all'Ereo, consacrato al culto dell'idolo ligneo di Era argiva. Il tempio più antico, che risale all'inizio del VII sec. a.C., venne edificato in legno e successivamente ricostruito in pietra calcarea (560 a.C.) ad opera degli architetti sami Reco e Teodoro; dopo un incendio, Policrate ne promosse una ricostruzione radicale, in parte di marmo, che tuttavia non fu mai portata a termine. Intorno al tempio, specie lungo la via delle processioni, sorgevano vari monumenti ed edifici minori. Gli scavi hanno portato alla luce rilevanti sculture arcaiche, fra cui la Era, attualmente conservata al Louvre, e il gruppo di statue dai più attribuite a Geneleos, noto scultore dell'isola. Accanto a numerosi doni votivi (avori, scudi, pettorali, bronzetti di età orientalizzante e arcaica) e alle suppellettili fornite dalle varie necropoli, di grande valore sono anche le ceramiche verniciate in rosso lucido (dette vasa samia).