Città (63.000 ab.) dell'Iraq, nel governatorato di Baghdad. Il centro attuale
corrisponde a un'antica città della Mesopotamia, posta sulla sinistra del
Tigri, tra Baghdad e Takrit. Scelta nell'836 come residenza del califfo abbaside
al-Mu'tasim, visse un periodo di splendore, nel corso del quale divenne un
importante centro di cultura, e fu interessata da un grandioso sviluppo edilizio
e monumentale; quando il califfo al-Mu'ltamid riportò la capitale a
Baghdad (892-893), la città perse progressivamente importanza. Dopo il X
sec.
S. si trasformò in un piccolo centro, nonostante fosse
considerata città santa dagli Sciiti inamiti, per i quali era divenuta
anche luogo di pellegrinaggio. • Arte - Gli scavi intrapresi nel 1911-13
riportarono alla luce testimonianze di eccezionale importanza per l'archeologia
e per la storia dell'arte islamica. Tra esse spiccano: la grande moschea,
circondata da mura con torri rotonde e contraddistinta da un minareto
elicoidale; la moschea di Abū Dūlaf; i palazzi di Giausaq
al-Khāqānī e di Balkuwarā, di influenza sasanide e
variamente decorati con pitture murali raffiguranti uomini o animali di cui sono
rimaste tracce visibili; varie case private, tra cui quelle di Balkuwara.
Precipua caratteristica di
S. restano, tuttavia, le preziose ceramiche
che, già a partire dal VI millennio a.C., si diffusero dalla Mesopotamia
settentrionale alla Siria e alla Palestina. I frammenti ritrovati sono databili
con sicurezza al IX sec. e presentano decorazioni a fasce con motivi stilizzati,
i più antichi di ispirazione naturalistica (uccelli a caccia di pesci,
danzatrici, cervi nei pressi di uno stagno, scorpioni), i più recenti
rigorosamente ridotti a disegni geometrici.