Famiglia italiana di attori. ║
Giuseppe:
fu il capostipite; insegnante di Lettere e filodrammatico, sposò
l'attrice Guglielmina Zocchi (Livorno ? - Palmanova, Udine 1844). ║
Alessandro: figlio di Giuseppe, si dedicò dapprima alla pittura
per poi dedicarsi all'attività di attore (fu noto come
Salvinetto)
e di commediografo (Padova 1827 - Firenze 1886). ║
Tommaso: figlio
di Giuseppe, fu uno dei più grandi attori tragici del secolo. Cresciuto
alla scuola di Gustavo Modena, si impose nella recitazione tragica,
impersonando, tra le altre opere, Gionata in
Saul e Perez in
Filippo di Alfieri. Nel 1845 passò nella Compagnia reale di Napoli
e poi in quella di L. Domenico, dove interpretò il ruolo di primo e
secondo “amoroso”; fu celebre la sua interpretazione nella
Francesca di Rimini di S. Pellico. La consacrazione ufficiale del suo
successo, tuttavia, avvenne a Roma nel 1847 con l'
Oreste alfieriano. In
seguito, partecipò alla difesa della Repubblica Romana (1849),
guadagnandosi la stima di Garibaldi, di A. Saffi, che con lui patì il
carcere e, nonostante la dichiarata fede mazziniana, anche di Vittorio Emanuele
II. Dopo questa gloriosa parentesi patriota, tornò sulle scene, ma le
forti resistenze incontrate, specie nello Stato pontificio e nei territori
controllati dall'Austria, lo indussero nel 1853 ad allontanarsi momentaneamente
dal teatro. Successivamente diresse insieme a G. Pieri la compagnia Astolfi
(1854-56), per passare poi (1856) alla compagnia di C. Dondini. Nella seconda
metà del XIX sec. cominciò per
S. una lunga stagione di
trionfi, in Italia e all'estero. Restano celebri le sue interpretazioni
dell'
Otello, dell'
Amleto, di
Re Lear e di
Macbeth,
parallele a quelle del contemporaneo Ernesto Rossi; ne scaturì una vera e
propria disputa, che vide contrapposti i partiti dei “salviniani” e
dei “rossiani”.
S. si ritirò dal teatro nel 1891. Tra
i suoi scritti si segnala un prezioso libro di memorie dal titolo
Ricordi,
aneddoti e impressioni (1895) (Milano 1829 - Firenze
1915). ║
Gustavo: figlio di Tommaso, recitò accanto al padre
nell'
Otello (impersonando Jago) e a E. Duse nella
Francesca di
D'annunzio (impersonando Paolo). Dai modi romantici, pervenne poi a quelli
veristici (specie nell'
Amleto e nel
Tartufo) (Livorno 1857 -
Marina di Pisa, Pisa 1930). ║
Alessandro: figlio di Tommaso,
recitò in particolare negli Stati Uniti (Firenze 1861-1896). ║
Maso:
figlio di Tommaso, acquisì una discreta fama come
commediografo e librettista (scrisse tra l'altro un testo comico per Dina Galli,
Uccidimi!, e il testo dell'operetta
Don Gil dalle calze verdi) (n.
Pisa 1887). ║
Sandro: figlio di Tommaso, fu attivo soprattutto in
campo cinematografico, per lo più come doppiatore (Pisa 1889 - Roma
1955). ║
Mario: figlio di Tommaso, fu pittore, scultore e ceramista
(Reggio Emilia 1863 - Firenze 1940). ║
Guido: figlio di Mario, dopo
aver collaborato con M. Reinhardt, entrò a far parte del Teatro d'arte di
Roma di Luigi Pirandello, dapprima come scenografo e poi come regista; la sua
prima regia risale al 1930, in occasione della prima del pirandelliano
Questa
sera si recita a soggetto, che venne interpretato da una compagnia di
giovani attori, per lo più sconosciuti all'epoca (Carlo Ninchi, Bella
Starace Stainati, Pina Cei). La sua genialità ottenne ben presto adeguati
riconoscimenti: nel 1931 fu nominato segretario tecnico della Scala, mentre nel
1933 ebbe l'incarico di responsabile del settore prosa del Maggio musicale
fiorentino. Dal 1934 al 1938 operò con successo nei settori musicali
dello spettacolo, realizzando importanti innovazioni destinate ad avere fortuna
anche in seguito: si ricordano, fra le altre iniziative, la realizzazione di
spettacoli all'aperto o entro gloriosi monumenti del passato (ad esempio
nell'Olimpico di Vicenza). La crescente fama consentì a Guido di
raggiungere importanti traguardi: dal 1938 al 1944 insegnò regia presso
l'Accademia nazionale d'arte drammatica a Roma; nel 1946 divenne direttore della
celebre rivista “Teatro”; dal 1950 al 1952 assunse la direzione
della compagnia del Teatro nazionale. Continuò a calcare le scene fino
alla morte, svolgendo fortunate tournée sia in Italia sia all'estero e
affrontando un vasto repertorio che comprendeva autori italiani contemporanei
(Betti, Cicognani, Malaparte), autori stranieri (Anouihl Cocteau, Maulnier),
nonché diversi classici (Firenze 1895-1965).