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Salon.

(voce francese, dall'italiano salone). Mostra periodica di quadri. ║ In particolare, nome dato a esposizioni parigine di quadri di artisti contemporanei. • Encicl. - Sorti nel XVIII sec., i S. si svilupparono nel XIX sec., rappresentando di volta in volta le tendenze accademiche del periodo. In contrapposizione ai S. ufficiali ne vennero organizzati altri dalle diverse finalità. ║ S. des refusés (Salone dei rifiutati): mostra parigina dove esposero nel 1863 artisti animati da spirito innovatore, sebbene non omogeneo, e rifiutati dal S. ufficiale. Tra loro ci furono H. Fantin-Latour, C. Pissarro, A. Legros, J. Whistler ed E. Manet che in quell'occasione presentò il suo Déjeuner sur l'herbe, accusato di oscenità dalla critica ufficiale. ║ S. des indépendants (Salone degli indipendenti): esposizione fondata a Parigi nel 1884 da artisti d'avanguardia per accogliere coloro che volevano presentare i propri lavori senza passare al vaglio della giuria del S. ufficiale. Fu trampolino di lancio di artisti e movimenti alternativi per il periodo a cavallo tra i secc. XIX e XX. ║ S. d'automne (Salone d'autunno): esposizione fondata nel 1903 dall'architetto T. Jourdain con l'intento di dar risalto a manifestazioni artistiche del passato attraverso l'apporto di un giudizio critico a posteriori basato sul confronto con nuove realtà artistiche d'avanguardia. Materiale d'analisi fu fornito dalle tante mostre retrospettive, tra cui spiccò quella dedicata a Cézanne. ║ Altri S. più o meno indipendenti furono: il S. des Tuileries (Salone delle Tuileries), staccatosi dal S. ufficiale perché meno conservatore; il S. des surindépendants (Salone degli ultraindipendenti), fondato nel 1934 da L. Garcin e C. Bryen; il S. des réalités nouvelles (Salone delle nuove realtà), fondato nel 1939 ma regolarmente proposto solo a partire dal 1946 ad opera di F. Sidès; il S. de mai (Salone di maggio), fondato nel 1945 e consacrato a giovani artisti.