Composto chimico che si ottiene generalmente, in
soluzione, dalla reazione di un acido con una base. ║ Fig. - Senno,
saggezza, intelligenza:
s. della sapienza. ║ Fig. -
Restare di
s.: restare sbalordito, stupefatto, con allusione alla moglie di Lot che,
durante la distruzione di Sodoma e Gomorra, fu trasformata in una statua di
s. per essersi voltata indietro (
Genesi, 19, 26). ║ Fig. -
Avere poco s. in zucca: essere poco intelligente e privo di buon senso.
║ Fig. -
Senza s.: detto di persona o di cosa scipita. ║ Fig.
-
Intendere con un grano di s.: usare un po' di discernimento,
dall'espressione latina
cum grano salis. • Chim. - Nome utilizzato
comunemente per indicare il cloruro di sodio (NaCl), più o meno puro.
║
Distribuzione: largamente diffuso in natura, esso si trova in
soluzione nell'acqua di mare, ove costituisce circa il 78% dei
s.
(corrispondente a circa 27 kg/m
3), nelle acque di alcuni laghi salati
e in talune sorgenti di origine endogena. Si trova inoltre allo stato
cristallino (
salgemma) nei giacimenti minerari dell'Europa e
dell'America, formatisi in remoti periodi geologici per evaporazione dei mari.
In piccolissime quantità, infine, è stato trovato come prodotto
della sublimazione in alcuni crateri vulcanici. All'interno del nostro organismo
è presente in soluzione nel plasma e nei liquidi extracellulari ove
contribuisce a mantenere l'equilibrio osmotico e a stabilizzare il volume delle
cellule. Rientra inoltre nella composizione delle comuni soluzioni fisiologiche
utilizzate a scopo farmacologico e terapeutico. ║
Proprietà:
solido cristallino isometrico, inodore, incolore, trasparente alla luce e
all'infrarosso, si scioglie facilmente nell'acqua. ║
Tipi: in
commercio ne esistono due, il
s. comune o
alimentare e il
s.
industriale. Il primo, di diversa qualità a seconda del metodo di
preparazione, della granulometria e delle consuetudini locali, è distinto
in:
s. grosso,
s. granito,
s. raffinato o s.
fino.
Il
s. grosso, utilizzato nell'industria alimentare, è costituito
da grossi cristalli di colore bianco-grigio o più raramente incolori e
non è mai puro: se ottenuto dall'acqua di mare o estratto dalle miniere
di salgemma, esso contiene infatti piccole quantità di
s. di
calcio o di magnesio; se ricavato dalle sorgenti salate contiene le stesse
impurezze presenti nell'acqua trattata (per esempio, il
s. ricavato dalle
sorgenti di Salsomaggiore contiene bromuri, ioduri,
s. di litio, ecc.).
Il
s. granito è più puro del precedente mentre il
s.
macinato si ricava dalla frantumazione del
s. grosso. Il
s.
fino, o
s. da tavola, ottenuto da quello grosso per vagliatura o per
macinazione e successiva raffinazione, è formato da piccolissimi
cristalli poco igroscopici, completamente bianchi. Sono destinati a un uso
alimentare anche i
s. iposodici o
asodici, indicati per soggetti
che devono seguire una dieta povera di sodio; i
s. iodurati e
iodati, contenenti rispettivamente ioduro e iodato di potassio (30 mg/kg
di iodio ionico) e indicati per integrare diete povere di iodio; i
s.
aromatizzati come il
s. speziato, il
s. di sedano, il
s. di
cipolla, il
s. d'aglio. Il
s. industriale non è altro
che
s. comune destinato a impieghi diversi da quello alimentare. ║
Usi: il
s. è ampiamente utilizzato dall'uomo per insaporire
le pietanze; nei Paesi più progrediti, nei quali spesso se ne fa un uso
eccessivo, il suo consumo annuo pro capite è di circa 3,5-4 kg.
Nell'alimentazione animale il
s. (
s. pastorizio) viene mescolato
al mangime: addizionato al foraggio umido al momento dell'insilamento ne
assicura la conservazione. È ampiamente utilizzato nell'industria
alimentare per la conservazione di carni, pesce, vegetali, formaggi, conserve e
nella panificazione. Nell'industria chimica il cloruro di sodio rappresenta la
materia prima per la produzione di cloro, sodio metallico, idrossido di sodio
(
soda), carbonato, ipoclorito e clorato di sodio; esso viene inoltre
impiegato come precipitante di antibiotici, di saponi e di coloranti.
Nell'industria metallurgica trova impiego nella lisciviazione dei minerali di
rame, argento e piombo, come fluidificante di scorie molto viscose, per
l'eliminazione di incrostazioni nelle lingottiere, nei trattamenti termici di
metalli. Serve inoltre per la salatura delle pelli, per il funzionamento dei
depuratori d'acqua, per la refrigerazione, in vetreria, ecc. In medicina viene
utilizzato per la preparazione di soluzioni fisiologiche e isotoniche. ║
Metodi di estrazione: nelle aree a clima caldo e temperato la fonte
più importante di
s. è l'acqua marina (contenente 20-40 kg
di cloruro di sodio per metro cubo), che viene lasciata evaporare nelle
saline sotto l'azione del sole e del vento, in modo che la concentrazione di
s. aumenti progressivamente. L'acqua prelevata dal mare durante la fase
di alta marea viene infatti lasciata defluire lentamente attraverso
bacini di
evaporazione disposti in successione. Durante tale tragitto la
densità dell'acqua aumenta da 1,025 fino a 1,161 g/cm
3.
L'acqua così concentrata passa poi in una serie di vasche dette
caselle servitrici,
nelle quali la densità aumenta ancora
fino a raggiungere un valore di circa 1,21 g/cm
3, corrispondente alla
densità di una soluzione satura. L'acqua passa infine nelle
caselle
salanti ove, per evaporazione ulteriore, il
s. precipita. In queste
caselle viene fatta scorrere altra acqua satura proveniente dalle caselle
servitrici, in modo che la concentrazione dell'acqua non superi la
densità alla quale comincerebbe a precipitare anche il cloruro di
magnesio. L'acqua delle caselle salanti viene quindi rinviata al mare o
utilizzata per l'estrazione di
s. di magnesio e di bromo. Al momento
della raccolta, che avviene mediante dispositivi meccanici, il prodotto contiene
il 96% di cloruro di sodio. Seguono quindi la depurazione, mediante la quale si
ottiene cloruro di sodio puro al 99%, commestibile ma non utilizzabile per
alcuni scopi industriali, e la raffinazione, grazie alla quale il
s.
supera il 99,5% di purezza. Nei climi più rigidi l'estrazione
dall'acqua marina avviene mediante evaporazione artificiale, ottenuta in caldaie
aperte o in apparecchi sotto vuoto, oppure ancora mediante il metodo detto
di
congelamento, basato su successive rimozioni dello strato di ghiaccio che si
forma in superficie, povero di
s., quindi sulla rimozione per
precipitazione dei
s. di calcio e magnesio, e da ultimo sulla filtrazione
in caldaie aperte o in appositi evaporatori. L'estrazione del
s. dai
giacimenti, numerosi nel nostro Paese in Toscana e in Calabria, è
vantaggiosa quando il minerale si presenta in grandi masse: i blocchi estratti
vengono sottoposti a una prima cernita, quindi vengono frantumati e vagliati. Le
frazioni meno pure sono sottoposte a processi di depurazione e raffinazione. Se
destinato a lavorazioni chimiche che prevedono l'uso del
s. in soluzione,
esso viene estratto dai giacimenti sotto forma di soluzione satura, ottenuta
inviando acqua pura all'interno del giacimento: qui l'acqua scioglie il
s. minerale dando luogo a una soluzione altamente concentrata, quasi
satura, che viene riportata in superficie. Infine, il
s. può
essere ricavato dalle sorgenti di acqua salata, sia ipogee sia di superficie,
già costituite da soluzioni concentrate che, per ulteriore concentrazione
e successiva depurazione, liberano
s. disciolto. ║ Nome
attribuito in passato a vari composti di natura salina quali:
s. di
Alembroth o
s. della sapienza, prodotto di sublimazione del cloruro
mercurico e del cloruro di ammonio;
s. amaro o
s. di Epsom o
s.
di Sedlitz o ancora
s. inglese, tutti sinonimi del solfato di
magnesio;
s. ammoniaco, nome obsoleto del cloruro d'ammonio;
s.
denaturato, destinato a usi agricoli e industriali;
s. digestivo,
antico nome del cloruro di potassio;
s. diuretico, ovvero acetato di
potassio;
s. di Giove, denominazione sia del cloruro sia dell'acetato di
stagno;
s. di Glauber, ovvero solfato sodico decaidrato, attualmente
utilizzato come additivo alimentare e in passato come purgante;
s. di
Gregory, miscela in parti uguali dei cloridrati di morfina e di cocaina;
s. di Homberg, ovvero acido borico;
s. di Mohr, denominazione del
solfato ferroso e ammonico;
s. di Rochelle o
s. di Seignette,
sinonimo di tartrato tetraidrato di sodio e di potassio;
s. di Saturno,
ovvero acetato neutro di piombo;
s. sedativo, antica denominazione
dell'acido borico naturale (sassolite);
s. di Vichy, sinonimo di
bicarbonato di sodio;
s. volatile, termine utilizzato in passato per
indicare sostanze solide ottenute per distillazione. ║
S. fusi:
altrimenti detti
liquidi coulombiani, sono utilizzati nei processi di
produzione e immagazzinamento dell'energia e in quelli di trasferimento del
calore, grazie alle loro particolari proprietà termodinamiche ed
elettrochimiche. ║
Effetto s.: incremento della solubilità
di un
s. in seguito all'aggiunta di piccole concentrazioni (inferiori a
0,4 moli/l) di un altro
s. Tale effetto è attribuibile alle
interazioni ioniche che producono una diminuzione del coefficiente di
attività del
s. disciolto, con conseguente aumento della
solubilità. Per ottenere questo effetto, il
s. aggiunto non deve
interagire chimicamente con la specie disciolta. ║
S. da bagno:
cosmetico utilizzato per profumare e aumentare il potere detergente dell'acqua
per il bagno in vasca; è costituito da carbonati alcalini, polvere di
sapone e saponina profumati con essenze (lavanda, bergamotto, ecc.). ║
Durante la reazione di un acido con una base, uno o più idrogeni
dell'acido vengono sostituiti da altri cationi, solitamente metallici,
provenienti dalla base. Dalla reazione di un acido monoprotico con una base
monovalente si ottiene per neutralizzazione un solo
s.; esso non contiene
né idrogenioni (acidi) né gruppi ossidrile (basici) salificabili e
per questo motivo viene detto
s. neutro. Un esempio di
s. neutro
è fornito dal cloruro di sodio (NaCl), prodotto dalla reazione tra
l'acido cloridrico (HCl) e l'idrato, o idrossido, di sodio (NaOH). Dalla
reazione di un acido poliprotico con una base si può ottenere più
di un
s. a seconda del grado di neutralizzazione dei due reagenti: se
solo alcuni ioni idrogeno vengono sostituiti con altri cationi si ottengono dei
s. acidi, come il carbonato acido di sodio (detto anche bicarbonato di
sodio o idrogenocarbonato di sodio), NaHCO
3, o il solfato acido di
sodio (detto anche idrogeno solfato di sodio), NaHSO
4, in cui uno
solo degli ioni idrogeno dell'acido è stato sostituito dallo ione sodio
della base. Analogamente, dalla reazione di una base polivalente con un acido si
possono ottenere, per neutralizzazione parziale dei reagenti,
s. in cui
permangono uno o più gruppi ossidrile e che per questo motivo vengono
detti
s. basici, o
idrossosali o ancora
ossosali: l'acetato
basico di ferro, Fe(OH)(CH
3COO)
2,
e la
malachite, cioè il carbonato basico di rame, Cu(OH)(CO
3), ne
rappresentano alcuni tra i più comuni esempi. Un
s. è
quindi un composto caratterizzato sempre dalla presenza di una parte cationica e
di una parte anionica: la prima è costituita da un metallo oppure, meno
frequentemente, da un aggregato atomico come accade nei
s. di ammonio in
cui il catione è rappresentato dal gruppo

; la parte
anionica è costituita nei
s. binari da un unico non metallo, come
lo zolfo nei solfuri e un alogeno negli alogenuri, e nei
s. ternari, come
i solfati, i carbonati, i fosfati, ecc., da un aggregato atomico di solito
comprendente l'ossigeno. Da ultimo nei
s. complessi la parte anionica
è composta da un complesso avente carica netta negativa, formato da uno
ione metallico, di solito proveniente dagli elementi di transizione, che
coordina un certo numero di leganti (per esempio lo ione

). Nei
s. doppi, la parte cationica o quella anionica possono essere costituite
rispettivamente da più cationi o da più anioni (che si alternano
regolarmente nel reticolo cristallino), come accade per esempio nell'allume,
ovvero il solfato doppio di alluminio e potassio, la cui formula bruta è
K
2SO
4 · Al
2(SO
4)
3
· 24H
2O. Oltre che per neutralizzazione di un acido con una
base, i
s. contenenti metalli molto attivi, aventi cioè un
potenziale di riduzione inferiore a quello dell'idrogeno, possono essere
ottenuti facendo reagire direttamente il metallo con un acido: il cloruro di
magnesio, per esempio, può essere preparato in soluzione per reazione
dell'acido cloridrico con il magnesio metallico. Si possono ottenere
s.
anche trattando un ossido metallico con un acido, come nel caso del cloruro
ferroso, che si forma per azione dell'acido cloridrico sull'ossido ferroso.
║
Nomenclatura: nella maggior parte dei casi il nome del
s.
si ottiene modificando quello dell'acido da cui deriva: in particolare, per
i
s. neutri formati dagli idracidi, ovvero dagli acidi che non contengono
ossigeno, il nome viene formato aggiungendo alla radice dell'acido il suffisso
-uro (ad esempio, cloruro di sodio), mentre per gli ossiacidi, ovvero gli
acidi contenenti ossigeno, il suffisso
-ico e
-oso viene
sostituito rispettivamente dalle desinenze
-ato e
-ito (ad
esempio, solfato e solfito di sodio). I
s. acidi e basici vengono
indicati col nome del
s. neutro corrispondente al quale viene aggiunto
rispettivamente l'aggettivo acido o basico. ║
Caratteristiche
chimico-fisiche: allo stato solido i
s. formano un reticolo
cristallino, quasi sempre ionico, che può contenere o non contenere acqua
di cristallizzazione: nel primo caso si parla di
s. idrati mentre nel
secondo di
s. anidri. Numerosi
s. sono completamente o
parzialmente solubili in acqua: la parte che si solubilizza si dissocia in
cationi e anioni che vengono circondati da un certo numero di molecole d'acqua.
Come gli acidi e le basi, quasi tutti i
s. in soluzione acquosa o allo
stato liquido conducono la corrente e sono in grado di conferire alla soluzione
carattere acido, basico o neutro a seconda che le parti cationica e anionica
diano o meno luogo a reazioni di idrolisi con l'acqua: l'idrolisi, che avviene
se il
s. deriva da un acido debole o da una base debole o da ambedue
contemporaneamente, porta alla ricostituzione nella soluzione salina di una
quantità più o meno grande di molecole dell'acido debole o della
base debole, che si traduce appunto in una reazione basica o acida della
soluzione stessa. • Geol. -
Duomo di s.: formazione colonnare di
salgemma che risale negli strati rocciosi circostanti attraverso la copertura
sedimentaria sovrastante, a causa della diversa densità dei corpi
rocciosi. Tali formazioni raggiungono i 2-3 km di diametro e svariati chilometri
di altezza. • Etn. e Rel. - Oltre a costituire un ingrediente fondamentale
del pasto, il
s. veniva utilizzato dagli antichi Ebrei, dai Romani e dai
Greci durante i riti sacrificali: i primi, infatti, usavano cospargere le
offerte sacrificali con il
s. mentre gli altri utilizzavano per il
medesimo scopo grani di cereali tostati e salati. Nella Chiesa latina, sin
dall'antichità, il
s. veniva simbolicamente versato sul
battezzando come segno di incorruttibilità morale e di sapienza - usanza
giunta fino ai nostri giorni - e distribuito in diverse occasioni, specialmente
per allontanare le malattie. Tutt'oggi, infatti, nella liturgia cattolica il
s. viene utilizzato per la preparazione dell'acqua benedetta. Rifacendosi
a un analogo principio di incorruttibilità, gli antichi germani solevano
fare giuramenti affondando la mano nel
s. Il medesimo principio di
incorruttibilità è all'origine di locuzioni quali
patti di
s.,
alleanze di s. Nella civiltà araba consumare
collegialmente il
s. ha il significato di stabilire rapporti di amicizia
e alleanza. In alcune civiltà dell'India, dell'Africa e del Borneo il
s. assume un potere purificatore. • Dir. -
Imposta sul s.:
applicata in diversi Paesi del mondo fin dall'antichità, essa ha
rappresentato per lungo tempo una delle entrate più significative delle
casse erariali. Con la privativa del 1862, in Italia l'esercizio del monopolio
fu affidato alla Direzione Generale delle gabelle e nel 1893 venne creata la
Direzione generale delle privative, che così assunse i servizi del
monopolio dei
s. e dei tabacchi. Il notevole incremento dei consumi e la
conseguente esigenza di snellimento delle pratiche amministrative determinarono
la creazione nel 1927 dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato,
presieduta dal ministro delle Finanze. La gestione del monopolio riguardava la
produzione e la distribuzione del
s. per uso alimentare su tutto il
territorio nazionale escluse la Sicilia e la Sardegna che, per la conformazione
geografica delle coste e per la diffusione della produzione clandestina,
avrebbero richiesto al fisco troppe energie in termini di sorveglianza. Il
s.
destinato all'uso industriale, al contrario, è sempre rimasto esente
da imposta di consumo. La costituzione della Comunità Economica Europea
(1957) segnò per l'Italia la fine del monopolio della vendita del
s. attraverso le rivendite dei generi di monopolio, mentre rimase in
vigore la riserva esclusiva per le fasi di estrazione, produzione, raccolta e
introduzione nel territorio nazionale. Dal 1° gennaio 1973 l'imposta di
consumo (
accisa) è stata sostituita dall'IVA, ovvero l'imposta sul
valore aggiunto.
Metodo primitivo per la raccolta del sale marino