(in arabo
Salāh ad-dīn Yusūf ibn
Ayyūb). Sultano d'Egitto e di Siria, fondatore della dinastia degli
Ayyubiti. Figlio di un emiro curdo, fu educato alla corte di Damasco, presso
l'emiro Norandino. Nel 1163 fu inviato in Egitto dall'emiro al seguito di un
corpo di spedizione contro il visir Shawar ribellatosi al califfo
al-'Ādid. Ben presto divenne visir egli stesso assumendo, poco
più che trentenne, il controllo effettivo del Paese, esautorando la
dinastia fatimida di al-'Ādid. Alla morte di quest'ultimo (1171),
S. abolì il califfato e si proclamò sovrano assoluto
dell'Egitto, riportando il Paese alla fede sunnita. Entrò quindi in
conflitto con Norandino e si preparò ad uno scontro armato, che solo la
morte del vecchio emiro di Damasco nel 1174 riuscì ad evitare. Questo
evento consentì a
S. di estendere la propria Signoria anche alla
Siria, così da dominare su di un territorio vastissimo. Ottenuto il
titolo di sultano, entrò successivamente in lotta contro i principati
cristiani, costituitisi sulla costa palestinese dopo la Prima Crociata. Nel
1187, dopo un decennio di scontri, riuscì a imporsi su di essi con la
battaglia di Hittīn, sul Lago Tiberiade, che gli consentì di
riportare Gerusalemme, dopo un secolo, in possesso dei musulmani. I popoli
d'Occidente risposero all'offensiva musulmana con la Terza Crociata, ma la presa
di San Giovanni d'Acri (‘Akkā) da parte dei cristiani e la successiva
pace (1192) lasciarono sostanzialmente immutata la situazione e non minarono
l'egemonia instaurata da
S. nelle zone precedentemente controllate. Dopo
la sua morte, il vasto territorio a lui sottoposto venne diviso tra tre dei suoi
figli e il fratello al-'Ādil. Oltre che grande condottiero e uomo
politico,
S. fu protettore delle arti e delle scienze e fu cantato nelle
tradizioni letterarie musulmana e cristiana come valoroso campione di coraggio e
cavalleria (Takrīt, Mesopotamia 1138 - Damasco 1193).