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Saga.

(dal tedesco Sage, der. di Sagen: dire). Racconto epico, leggenda delle antiche letterature nordiche. ║ Per estens. - Racconto epico delle gesta di un popolo, di un gruppo o di una classe sociale, di una famiglia. ║ Nel linguaggio letterario antico, maga, fattucchiera. • Lett. - La s. è un genere letterario fiorito nel Medioevo in tutta l'area norrena, in particolare in Islanda. Si tratta di racconti in prosa diffusi dapprima in forma orale, che solo successivamente (secc. XIII-XIV) conobbero una veste scritta. Il corpus delle s., pur nella sua varietà, presenta uno stile ben individuato che si precisa nel ricorso a una scrittura scarna ed essenziale, a frequenti discorsi diretti mutuati dalla tradizione orale e all'uso di temi prediletti che attingono al patrimonio storico ed epico di un popolo. I più recenti tentativi di classificazione delle s. le distinguono in base all'oggetto della narrazione; in base a tale criterio le s. più antiche sarebbero quelle dedicate alla vita e alle imprese di re o di intere famiglie, databili intorno al XIII sec. Tra esse ricordiamo: la Laxdœla s., la s. della gente della valle del fiume del salmone; la Eyrbyggja s., la s. degli uomini di Eyr; la Eiriks s. rauda, la s. di Eirik il Rosso, eroe delle imprese vichinghe che portarono alla scoperta della Groenlandia e del Vinland; la Egilssaga, la s. dello scaldo Egill, con la struggente lirica sulla morte dei figli, attribuita a Snorri Sturluson, creatore delle s. dei re norvegesi della Heimskingla. A un filone prevalentemente più tardo appartengono i racconti di genere avventuroso e fiabesco, noti come s. menzognere (Lygisögur) e in seguito come s. cavalleresche (Riddarsögur), in cui è possibile cogliere un'influenza dell'epica francese e un'apertura a spunti e temi di tradizioni differenti. Interessante per i motivi germanici del ciclo nibelungico è la Völsungasaga (1260-70), la s. dei Volsunghi.