Chim. - Disaccaride costituito dall'unione di
una molecola di
d-glucosio nella configurazione α e in forma
piranosidica con una molecola di
d-fruttosio nella configurazione β
e in forma furanosidica, attraverso il legame tra gli atomi di carbonio dei due
gruppi glicosidici. Da questa definizione deriva il nome chimico del
s.:
α-
d-glicopiranosil-β-
d-fruttofuranoside, la cui formula
bruta è C
12H
22O
11. Largamente diffuso
nel regno vegetale, il
s. è particolarmente abbondante nella canna
e nella barbabietola da zucchero, dalle quali si ricava industrialmente (esso
è infatti comunemente detto anche
zucchero di canna o
di
barbabietola, oltre che semplicemente
zucchero). Può essere
idrolizzato nei due monosaccaridi costituenti per azione dell'enzima saccarasi o
ad opera di acidi diluiti: l'idrolisi del
s. si accompagna a una netta
variazione del potere rotatorio specifico (da +66,5° a -20°) e per
questo motivo viene anche indicata come inversione dello zucchero di canna,
mentre il prodotto dell'idrolisi viene chiamato zucchero invertito e l'enzima
catalizzatore invertasi. All'esame macroscopico il
s. appare sotto forma
di cristalli incolori molto solubili in acqua, poco solubili in alcool e
insolubili in etere. Fonde a circa 160 °C e solidifica in una massa
vetrosa, mentre ad una temperatura superiore ai 200 °C si trasforma in
caramello, massa viscosa di colore bruno scuro e amarognola. Il
s.
è dotato di proprietà riducenti, tuttavia non è in grado di
ridurre il liquido di Fehling né di reagire con la fenilidrazina. Per
azione degli alcali a caldo si decompone con formazione di aldeidi, di chetoni
(furfurolo, aldeide glicerica, acetone, diossiacetone), di acidi (lattico,
acetico, triossibutirrico) e di altri prodotti. Combinandosi con gli idrossidi
dei metalli alcalino-terrosi, come la calce, forma composti di addizione
insolubili chiamati
saccarati e tale proprietà è di
importanza fondamentale per la preparazione industriale dello zucchero nel
trattamento del sugo di barbabietola. Il
s. viene utilizzato come
edulcorante e, nel settore alimentare, per la conservazione del latte
condensato, di gelatine e confetture di frutta, della frutta candita, grazie
alla sua azione antisettica che si esplica però solo a concentrazioni
molto elevate; di importanza secondaria è il suo utilizzo come umettante
nell'industria del tabacco e come mezzo di coltura per la produzione di
antibiotici e di prodotti microbiologici come l'acido citrico e il destrano.
Viene inoltre impiegato nell'industria chimica come materia prima per la
preparazione di composti quali i tensioattivi non ionici. Per esterificazione
con acidi grassi dal
s. si ottengono i sucresteri (palmitato, stearato,
oleato) che, per le loro proprietà emulsionanti, vengono utilizzati come
additivi alimentari. Analoghe caratteristiche e impieghi hanno i sucrogliceridi,
composti ottenuti per reazione in solvente tra
s. e oli o grassi. Nel
1978 i sucresteri e i sucrogliceridi furono inclusi negli elenchi degli additivi
consentiti per la preparazione e la conservazione di alimenti e ne vennero
inoltre definiti i campi di applicazione e le dosi massime consentite.