Chim. - Immide ciclica dell'acido ortosolfobenzoico
di origine sintetica, detta anche
sucrina o
sicosina, che viene
utilizzata come edulcorante ipocalorico per bevande e alimenti dietetici e come
succedaneo dello zucchero. Si presenta sotto forma di polvere bianca
cristallina, inodore e ha un sapore dolce persistente anche in soluzione
acquosa. Si prepara industrialmente dall'acido ortotoluensolfonico che viene
trasformato in sulfammide e quindi ossidato, oppure dall'acido antranilico
mediante un processo di sintesi. L'atomo di idrogeno del gruppo imminico della
s., grazie alla presenza dei due gruppi elettrofili CO e SO
2,
possiede proprietà acide per cui la
s. forma con i metalli sali
ben definiti, chiamati
saccarinati, solubili in acqua, di cui i
più comuni sono quello di sodio, di potassio e di calcio. La
s.,
utilizzabile anche tal quale, ha un potere dolcificante 300-500 volte superiore
a quello del saccarosio (a seconda del composto), ha un costo non elevato a
differenza di altre sostanze dolcificanti, è stabile nel tempo e resiste
alle alte temperature; per questo trova impiego in molte preparazioni alimentari
sia industriali, sia domestiche. Presenta tuttavia l'inconveniente di avere un
retrogusto lievemente amarognolo-metallico, che può essere però
ridotto mediante l'utilizzo associato di altri dolcificanti quali sorbitolo,
fruttosio, mannitolo, e di possedere una certa tossicità, per la quale ne
è consigliato un uso limitato. Nel 1980 in Italia venne abrogata la legge
che vietava l'introduzione e la produzione di
s. e dei suoi derivati; la
vendita al pubblico, tuttavia, poteva essere effettuata solo in farmacia dietro
presentazione di ricetta medica. Il suo impiego nella preparazione di bevande e
di sostanze alimentari veniva invece limitato alla preparazione di prodotti
dietetici. Nel 1992 la vendita al consumatore divenne libera, sia in farmacia
sia negli esercizi commerciali, a patto che il prodotto possedesse i requisiti
di purezza fissati dalla farmacopea ufficiale. Nel 1994 la Comunità
Europea stabilì che la
s. e i suoi derivati potessero entrare
nella lista delle sostanze edulcoranti utilizzabili nella preparazione di
alimenti e di bevande e ne fissò i generi in cui poteva essere impiegata
(le bevande analcoliche, i dessert e i prodotti analoghi, i prodotti di
confetteria, le vitamine e i prodotti dietetici).