Nome di un antico Stato della penisola arabica. È
menzionata in alcuni passi del Vecchio Testamento, dove è narrato
l'omaggio reso da una regina di
S. a Salomone. Altre brevi informazioni
indirette provengono da iscrizioni assire dell'VIII sec. a.C. Infine, nel III
sec. a.C., gli scrittori classici parlarono dei Sabei e delle ricchezze favolose
della loro terra. A partire dalla metà del secolo scorso, l'esplorazione
archeologica dello Yemen che corrisponderebbe in parte a quello Stato
portò alla luce una serie di fonti sull'antico Stato sabeo. I documenti
più antichi risalgono all'VIII sec. a.C.: presentano uno Stato
teocratico, governato da
principi sacerdoti e costituito da tribù
raccolte in comunità religiose sotto il patronato di proprie
divinità. Capitale dello Stato fu Sirwah, poi Marib. Verso il V sec. a.C.
subentrò un regime laico, facente capo al re. Verso il 50 a.C.,
S.
assorbì il vicino Stato di Qatâbân. I re assunsero il titolo
di
S. e
Dhu Rajdan e spostarono la capitale a Zafâr. Il
prevalere della tribù degli Himyariti fece sì che con tal nome
spesso le fonti classiche chiamassero i Sabei (Omeriti). Nel III sec. d.C. anche
l'Hadramut fu annesso da
S., che unificò sotto di sé lo
Yemen. Lo Stato passò all'Etiopia nel 525. Le iscrizioni sudarabiche
danno indicazioni sulla vita religiosa dei Sabei e in particolare sul loro
pantheon. Quanto all'arte, sono venuti alla luce resti di costruzioni religiose
e civili (famosa la diga di Marib), sculture generalmente rozze e primitive.