(dal latino
res publica: cosa pubblica). Ogni Stato non retto da un monarca o da un dittatore. • Dir. - Stato non
monarchico. La
r. può essere
unitaria, cioè
costituita da un solo Stato (Italia, Francia, ecc.);
federale,
cioè costituita da più Stati federati (Svizzera);
parlamentare, quando il capo dello Stato ha poteri limitati e il Governo
risponde al Parlamento (Italia);
presidenziale, quando il capo dello
Stato è eletto a suffragio universale, è a capo del Governo e ha
ampia autonomia rispetto al Parlamento (Stati Uniti d'America). • St. del
dir. - Il termine
r. fu usato in origine per indicare il regime di Roma
nel periodo intercorso fra la cacciata dei re (509 a.C.) e la battaglia di Azio
(31 a.C.): se infatti nell'antichità e in età medioevale non si
ebbero
r. propriamente dette, in quanto l'organizzazione sociale si
basava su privilegi di classe e il potere non era nelle mani di tutti i
cittadini, tuttavia sia l'organizzazione politica delle
póleis
greche sia quella romana attribuirono notevole importanza alle assemblee
popolari. La prima teorizzazione dell'idea di
r. si deve a Platone, che
nella
Repubblica (V.) propose un modello di
società in cui le classi artigiane si sottomettessero alla guida dei
filosofi, considerati i veri rettori dello Stato. Il primo grande trattato sulla
forma di Governo repubblicano risale tuttavia a Cicerone; egli, esaltando il
modello di Roma, sostenne che uno Stato può esistere solo se ha un
proprio fondamento e riconosce gli obblighi reciproci e i diritti che legano i
suoi cittadini. Una
r. è tale solo se considerata «cosa di
tutti» e unita da vincoli etici e morali. Il modello ciceroniano rimase
alla base del pensiero politico antico per molti secoli, ma non ebbe conseguenze
in ordine alla sua attuazione pratica. In età medioevale, con
l'affermarsi del feudalesimo, si assistette a un crescente particolarismo; nel
XII sec. lo stesso Giovanni di Salisbury, il cui
Policraticus può
essere considerato il primo trattato politico del Medioevo, pur partendo dagli
ideali ciceroniani, considerava il signore feudale il vero depositario
dell'autorità pubblica. Non si possono definire
r. i Comuni
medioevali, in quanto sempre legati all'autorità di qualche feudatario,
mentre è invalso l'uso di chiamare
r. le città
rinascimentali non soggette a signorie;
R. marinare
(V. OLTRE) vennero chiamate le città di
Genova, Venezia, Amalfi e Pisa. Nel XV sec. l'ideale repubblicano sembrò
concretarsi nelle teorie conciliari che, opponendosi all'autorità
pontificia, teorizzavano l'ideale di un'armonia di poteri cooperante per libero
consenso. Così, nel XVI sec., in alcuni scrittori politici, fra cui T.
Moro, si trova la concezione di uno Stato cooperativo. Si trattò,
tuttavia, di teorizzazioni prive di attuazione nella realtà, sorte che
toccò anche, nei secoli successivi, alle teorie di J. Milton, A. Sidney e
G. Harrington. L'attuazione dell'idea di
r. anche sul piano politico si
ebbe solo con la Rivoluzione francese: la
R. francese, sul cui
modello furono proclamate la
R. Cisalpina, nell'Italia settentrionale, la
R. Batava, in Olanda, e la
R. Elvetica, in Svizzera. L'ondata
rivoluzionaria lasciò presto il campo a una restaurazione in senso
monarchico; l'esempio degli Stati Uniti era infatti troppo lontano e atipico per
poter essere preso a modello. Durata più breve ebbero la
Seconda
R. francese, proclamata in seguito alla Rivoluzione del 1848, e gli altri
tentativi repubblicani attuati alla metà del XIX sec. in Europa, compreso
quello della
R. romana. Solo dopo la sconfitta degli Imperi centrali
nella prima guerra mondiale si ebbe nei Paesi europei la diffusione di un
modello repubblicano, che si rafforzò ulteriormente dopo il secondo
conflitto mondiale. ║
R. marinare: denominazione con cui si
indicarono nel Medioevo le città di Genova, Pisa, Amalfi e Venezia che,
acquisita un'indipendenza politica di fatto, fondarono la loro potenza economica
sul commercio nel Mediterraneo, favorito anche da una notevole espansione
coloniale. Nelle basi e negli scali commerciali fondati dalle
R. marinare
in Oriente affluirono migliaia di Italiani, che si organizzarono in associazioni
di carattere corporativo e ottennero dai Governi locali privilegi
giurisdizionali, fiscali, doganali e una rilevante influenza politica. La
potenza marittima e commerciale conquistata dalle
R. marinare venne
tuttavia lentamente minata dalle rivalità, dal risvegliarsi del
sentimento nazionalistico dell'Impero d'Oriente e dalle lotte combattute in
patria contro i Comuni rivali; a partire dal Cinquecento le
R. marinare
subirono un graduale declino.