Città della Toscana e capoluogo della provincia omonima. È situata
a 61 m s/m., nella valle del Bisenzio, alle pendici del gruppo calcareo della
Calvana. In seguito alla L. 8-6-1990 n. 142 (ordinamento delle autonomie locali)
P. fu designata capoluogo della provincia omonima, distaccandosi da
Firenze. 183.823 ab. CAP 59100. • Econ. - L'economia si basa
essenzialmente sull'industria della lana, per cui
P. risulta uno
dei principali centri tessili in Italia; a quest'attività sono connesse
le industrie delle confezioni, chimiche (coloranti per l'industria tessile),
metalmeccaniche (macchine tessili). Sono fiorenti anche i settori alimentare,
metallurgico, della carta, del cemento. Sviluppate inoltre le attività
terziarie (commercio, credito, trasporti). Turismo. • St. - Sorta come
villaggio nel IX sec. nella località dove si trova la città
attuale, nel secolo successivo
P. si accorpò al castello dei conti
Alberti e al longobardo Borgo al Cornio. In seguito, come si deduce dal fatto
che siano menzionati i suoi consoli, nel 1142, si eresse a Comune e dovette
stringere stabile alleanza con la città di Firenze, per assicurarsi un
aiuto e una difesa dalle forti pressioni espansionistiche di Pistoia. Con il
rapido fiorire, a partire dal Duecento, delle sue attività tessili e
laniere, sostenute dalla conseguente creazione di compagnie manifatturiere,
commerciali e finanziarie,
P. divenne in breve l'obiettivo principale
dell'espansionismo di Firenze, che nel frattempo aveva vinto sui Pistoiesi
(1306). Nonostante la protezione degli Angioini, nel 1351, anno in cui tale
appoggio venne a mancare,
P. cadde nelle mani della città
avversaria, di cui si trovò a condividere la fase di graduale decadenza.
Nel secolo successivo subì il saccheggio da parte degli Spagnoli del
viceré di Napoli (1512). Nel 1653 ricevette il titolo di città e
fu eletta a sede vescovile, affiancata a Pistoia come suffraganea di Firenze.
• Arte - Il nucleo originario della città, racchiuso entro le mura
medioevali (1330, con aggiunte del XVI sec.), mantiene per lo più
l'antico aspetto. Tra gli edifici principali spicca il duomo di santo Stefano,
in stile romanico-gotico, con facciata dei secc. XIV-XV e campanile romanico
provvisto di coronamento del XIV sec. All'interno, nel coro, sono conservati
affreschi di Filippo Lippi (1456-66); nella cappella del Sacro Cingolo, la
Madonna di Giovanni Pisano e affreschi di A. Gaddi; nella cappella
dell'Assunta, affreschi attribuibili forse a Paolo Uccello; il pergamo è
di Mino da Fiesole e A. Rossellino. Il Museo dell'opera ospita una notevole
raccolta di opere d'arte. Degno di nota il castello che si innalza nella
città, detto "dell'Imperatore" o "La Fortezza"
(1237-45); significativa testimonianza di architettura sveva, presenta pianta
quadrata e possiede otto torrioni. Numerosi gli edifici medioevali civili del
centro storico, tra i quali si segnalano: il palazzo Datini (secc. XIV-XV); il
palazzo pretorio (secc. XIII-XIV), attualmente sede della galleria comunale. Tra
le chiese ricordiamo: Santa Maria delle Carceri (1485-92); San Domenico (secc.
XIII-XIV); San Francesco (iniziata nel 1295); San Niccolò (1322).
Rilevante dal punto di vista artistico, infine, è il teatro Metastasio,
realizzato nel 1830 da L. de Chambray-Digny. La vita della città è
animata dalla presenza di numerose istituzioni culturali, tra le quali emergono:
la biblioteca roncioniana, istituita da M. Roncioni nel 1676 e aperta al
pubblico nel 1722; la biblioteca comunale A. Lazzarini, fondata nel 1836 grazie
al lascito di monsignor A. Lazzarini; l'archivio Datini, con sede all'interno
del palazzo omonimo del Trecento, appartenente alla famiglia del mercante
Francesco Datini; il convitto Cicognini (1699), che possiede una notevole
biblioteca con volumi a carattere prevalentemente storico e umanistico. ║
Provincia di P. (365 kmq; 242.500 ab.): compresa tra le province di
Bologna, Pistoia e Firenze, è la più piccola delle province
toscane. Il territorio, eccetto la zona di pianura formata dal fiume Bisenzio
prima di confluire nell'Arno, è per lo più collinare. Alle spalle
di
P. la valle del Bisenzio si presenta invece stretta e chiusa, con
andamento Nord-Sud. L'economia della provincia si fonda soprattutto
sull'attività della lavorazione della lana. L'organizzazione del
cosiddetto "bacino tessile pratese", che include il capoluogo e i
comuni collegati, è basata su una caratteristica frammentazione del ciclo
produttivo in una molteplicità di piccole imprese
interdipendenti.
Prato: castello dell'Imperatore