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Parma.

Città dell'Emilia-Romagna e capoluogo della provincia omonima. Si estende tra la via Emilia e il torrente Parma, al centro di una pianura uniforme, a 57 m s/m. È divisa dal torrente Braganza in P. Nuova, la più estesa, e P. Vecchia. 163.457 ab. CAP 43100. • Econ. - Intorno alla città si estende una fertile zona agricola, coltivata a cereali, ortaggi, viti, barbabietole da zucchero. Le più importanti attività industriali si sviluppano nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici (formaggi, salumi, zucchero, conserve, vini) con attività complementari (macchinari agricoli, fertilizzanti, imballaggi); produzioni specializzate della zona sono quelle del prosciutto di P. e del parmigiano; inoltre sono sviluppate le industrie meccaniche, la lavorazione del vetro e i mobilifici. Il commercio è intenso. • St. - L'origine di P., abitata dall'Età del Bronzo, risale probabilmente agli Etruschi, a cui si sostituirono i Galli Boi nel IV sec. a.C. La storia dell'attuale nucleo storico ha inizio, però, con la fondazione della colonia di P. da parte dei Romani (II sec. a.C.). Punto d'incontro delle antiche strade provenienti dalla Lunigiana e la recente Via Emilia, P. diventò un importante centro commerciale; con il prosciugamento delle paludi che la separavano da Piacenza, iniziò a prosperare l'industria della lana. Con la lex Rubria (49 a.C.) la città ottenne la cittadinanza romana e, nel IV sec. d.C., divenne sede vescovile; ma nel V sec., a causa delle invasioni barbariche, cadde in rovina e la diocesi passò alle dipendenze di Ravenna. Restaurata da Teodorico, sotto i Bizantini fu designata sede del tesoro dell'erario; sotto i Longobardi divenne sede di ducato; sotto i Franchi sede di contea. Dopo un breve periodo di governo comunale, passò sotto la potenza vescovile (1035). L'importanza politica di P. vescovile è testimoniata, nei secc. IX e XI, dal succedersi di cancellieri imperiali, quali Umberto, Ottone I, Ottone II, Ugo, con il quale il potere vescovile si estese su tutto il comitato grazie all'intervento di Corrado II, e raggiunse il massimo prestigio, all'epoca del conflitto tra Papato e Impero per le investiture, sotto il dominio del vescovo Cadalo (1045-71), creato poi antipapa col nome di Onorio II, da Enrico IV, contro il papa romano Alessandro II; in seguito il vescovo Everardo sostenne l'antipapa Clemente III contro Gregorio VII e i signori di Canossa. La conquista di P. ad opera della contessa Matilde di Canossa nel 1104 sancì il passaggio della diocesi e della città alla Chiesa. Il Comune sconfisse i Piacentini nella contesa per i feudi; patteggiò prima per il Barbarossa, poi lo avversò e, accanto ai Comuni lombardi, prese parte alla giornata di Legnano. Scese in campo a fianco di Federico II e in lotta contro la seconda Lega lombarda. Passata in campo guelfo, P. fu sotto la signoria di Ghiberto da Gente (XIII sec.). Rimase libero Comune sino al 1303, quando cadde sotto la signoria di Ghiberto da Correggio. In seguito fu dominio di diverse signorie: Ludovico il Bavaro (1329), Giovanni di Boemia (1331), gli Scaligeri (1334-41), gli Estensi (1344), i Visconti (che la tennero quasi ininterrottamente per un secolo, dal 1346 al 1447, e che diedero lustro alla città, arricchendola di monumenti e facendola progredire dal punto di vista economico), gli Sforza (1449-1500), i Francesi (1500-21), la Chiesa. Con l'accordo di Viterbo del 1515 fu di nuovo alla Francia e, nel 1512, tornò alla Santa Sede, finché nel 1545 papa Paolo III la trasformò in un ducato (V. PARMA E PIACENZA, DUCATO DI). Con tale creazione P. perse la funzione politica a causa del trasferimento della capitale a Piacenza, ma assunse il ruolo di città residenziale, grazie alla permanenza della famiglia dei Farnese. Nel 1814 Napoleone la sottrasse agli Austriaci. Con il plebiscito del 1860, la città fu annessa all'Italia. Nel 1875 la diocesi venne dichiarata soggetta direttamente alla Santa Sede. • Urban. - Nell'odierna zona nuova sorgeva la città romana, di cui restano i ruderi di un teatro e di un anfiteatro e il canale Maggiore; essa aveva forma quadrata e misurava 375 m di lato (fu ampliata fino a 475 m sotto Teodorico nel 492). Si ebbero ulteriori ingrandimenti della città nei secc. XII e XIII. L'ultimo allargamento, di cui rimangono oggi le tracce delle mura, che rimasero quasi intatte fino agli ultimi anni del XIX sec., fu compiuto sotto i Visconti, nel 1364, tra Porta Nuova e Porta San Michele; il giro di cinta, che dava alla città un aspetto ellittico, presentava cinque porte, sostituite in seguito da barriere. Fino alla fine del XIX sec. poche furono le costruzioni esterne alle mura di cinta e intatta la zona destinata a giardino pubblico. Solo all'inizio del XX sec. si iniziò la costruzione dei lungoparma e di case fuori delle vecchie porte. • Arte - Sotto la famiglia dei Farnese la città ebbe un'intensa vita artistica e culturale e fu arricchita di tesori d'arte. Il centro di P. è la piazza Garibaldi, che ospita il palazzo del municipio (secc. XVII-XVIII) e il palazzo del governatore, con la torre dell'Orologio (XVIII sec.). Maestoso è l'insieme del duomo (ricostruito nei secc. XII-XIII, che conserva un altorilievo della Deposizione e la cattedra episcopale di B. Antelami e, nella cupola, l'Assunzione del Correggio), del vescovado e del battistero ottagonale romano-gotico (secc. XII-XIV), progettato da B. Antelami. Nella città si possono ammirare, inoltre, le chiese rinascimentali di San Giovanni Evangelista (con facciata e campanile del XVII sec. e con cupola dipinta dal Correggio) e di Santa Maria della Steccata (affrescata da importanti pittori parmensi del XVI sec., tra cui il Parmigianino); il palazzo del giardino (1561); il palazzo della Pilotta, imponente edificio farnesiano (XVI sec.), che ospita il Museo di Antichità, la Galleria Nazionale (ristrutturata nel 1986 e nel 1991) e la Biblioteca Palatina, con annesso il Museo nazionale Bodoni. Altri monumenti importanti sono la chiesa di San Francesco del Prato (secc. XIII-XV); la chiesa del Carmine (secc. XIV-XV); il monastero cinquecentesco di San Paolo, che ospita la celebre camera della badessa affrescata dal Correggio; la chiesa dell'Annunziata (XVI sec.); la chiesa di Sant'Antonio (F. Bibbiena, 1714); il palazzo ducale (1561-64) che presenta sale decorate da A. Carracci e C. Cignani; la pinacoteca G. Stuard nel palazzo della congregazione della carità di San Filippo Neri; l'università, fondata nel XI sec. e l'archivio di Stato, della fine del XVI sec. Celebre, per la vita musicale della città, il teatro regio (1828). ║ Cultura: l'università sorse come scuola delle arti nel XI sec. e, soppressa più volte, fu ricostituita per intervento del comune. Altre importanti istituzioni culturali sono la Biblioteca Palatina fondata nel 1762; l'Archivio di Stato; il teatro Farnese, inaugurato nel 1628 con le musiche di vari autori tra cui quelle di C. Monteverdi; il teatro Regio, sorto nel 1828; il conservatorio di musica Arrigo Boito e la Società dei concerti. ║ Provincia di P. (3.449 kmq; 392.976 ab.): prevalentemente montuosa, si estende fra la sponda destra del Po e il crinale dell'Appennino ligure e tosco-emiliano (fra l'Alpe di Succiso e le fonti del Taro). Nel territorio montano, che comprende le valli del Taro, del torrente Parma e dell'Enza, si è concentrata la popolazione, che vive prevalentemente di un'economia silvo-pastorale. La parte pianeggiante è caratterizzata da un'agricoltura intensiva, la più evoluta e industrializzata dell'Emilia, affiancata da un cospicuo allevamento bovino e suino. Giacimenti metaniferi si trovano nella zona nord-occidentale della pianura, a Fontevivo, Fornovo e Salsomaggiore; acque termali sono presenti nella regione collinare fra il Ceno e l'Arda, a Salsomaggiore. Le industrie sono attive in particolare nei settori della trasformazione dei prodotti agricoli e nelle attività complementari. Centri principali: Fidenza e Salsomaggiore Terme.